Chi ha scritto la Bibbia Fonte foto: 123RF
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Chi ha scritto la Bibbia?

La scrittura dei testi sacri è stata guidata da Dio, secondo i credenti, ma chi sono gli autori reali della Bibbia?

Luca Incoronato

Luca Incoronato

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Giornalista pubblicista ed esperto Copywriter, amante della scrittura in tutti i suoi aspetti. Curioso per natura, adoro scoprire cose nuove e sperimentarle in prima persona. Non mi fermo mai alle apparenze, così come alla prima risposta, nel lavoro come nella vita.

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La Bibbia è senza dubbio uno dei libri più letti al mondo e, al tempo stesso, trova facilmente spazio nelle prime posizioni di una particolare classifica: i testi più discussi in assoluto. Tramandato di generazione in generazione, ha un valore storico oltre che religioso, considerando anche come la Bibbia di Gutenberg sia stato il primo libro stampato il 23 febbraio 1453. Nei secoli ha subito numerose modifiche, il che rende più complessa l’analisi proposta di seguito. Scopriamo chi ha scritto la Bibbia, spiegando perché le risposte più comuni (Dio, Gesù, gli Apostoli) siano errate.

Cos’è la Bibbia

È sempre consigliabile partire dall’analisi del nome per comprendere il senso delle cose che compongono la nostra vita. Il termine Bibbia deriva dal greco antico βιβλίον, e precisamente dalla sua forma plurale βιβλία, il che vuol dire libri. Ciò getta un’iniziale luce sulla struttura di quest’opera, ben distante dall’essere il frutto delle mani di un solo uomo, così come di un’unica epoca.

Si tratta di un insieme di testi religiosi, le cui nozioni affondano le radici nella tradizione orale. Svariate le versioni proposte in epoca antica, che resta a noi oscura, fino a raggiungere un’iniziale canonizzazione in forma scritta. Libri differenti sotto numerosi aspetti, dal semplice stile letterario alla lingua, dalla presunta datazione alla composizione, considerati sacri principalmente da ebraismo e cristianesimo, ma non solo.

Risulta però necessario precisare come vi sia una netta distinzione tra il Tanakh (testo ebraico) e la Bibbia accettata dai cristiani. Nel secondo caso vediamo aggiungersi quello che viene descritto come Nuovo Testamento, che descrive l’avvento del Messia Gesù Cristo, così come la sua fase di predicazione in Terra. Nulla di tutto ciò è accettato dalla religione ebraica, che si limita a considerare sacro ciò che i cristiani chiamano Antico Testamento.

Bibbia ebraica, cristiana e protestante

Il termine Tanakh, utilizzato dalla religione ebraica per indicare il proprio testo sacro, non ha in realtà alcun significato. Si tratta di una parola che trae origine dalle iniziali delle tre parti che raggruppano i 39 libri della Bibbia:

  • Torah: vuol dire Legge ed è composta da 5 testi, ovvero Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio
  • Nebiìm: vuol dire Profeti ed è composta da 21 libri, divisi a loro volta in profeti anteriori e posteriori
  • Ketubim: vuol dire Scritti ed è composta da 13 libri, dedicati a scritti sacri in greco

La Bibbia cristiana è suddivisa in due macro sezioni, Antico Testamento e Nuovo Testamento (rispettivamente composte da 46 e 27 libri). Analizzando la questione in maniera superficiale, considerando la complessità del tema, sottolineiamo come le chiese protestanti escludano gli stessi testi del Canone ebraico dall’Antico Testamento. In totale risultano esserci sette libri in meno rispetto alla religione cattolica: Tobia, Giuditta, due volumi Maccabei, Sapienza, Siracide e Baruc. Aggiunge considerate apocrife, mentre il termine usato dal mondo ebreo è deuterocanonici.

Antico e Nuovo Testamento

Analizzare nel dettaglio l’Antico Testamento non è cosa facile, dal momento che risulta fondamentale tener conto dei differenti canoni. Secondo quello ebraico, valido anche per i protestanti, vi sono 39 libri. Questi diventano invece 46 se, come cristiani cattolici ed ortodossi, si segue il canone greco (o alessandrino). L’indice che il cristianesimo adopera, differente dall’ebraico, è il seguente:

  • Pentateuco (5 volumi)
  • Libri Profetici (18 volumi)
  • Libri Storici (16 volumi)
  • Libri Sapienziali (7 volumi)

Il Nuovo Testamento che, come specificato, appartiene esclusivamente alla Bibbia cristiana, si suddivide in quattro Vangeli, ovvero Matteo, Marco, Luca e Giovanni. A ciò si aggiungono il libro degli Atti degli Apostoli, i 21 volumi delle lettere apostoliche e il singolo libro dell’Apocalisse.

Le modifiche della Bibbia

Sono ben numerose le copie di cui oggi gli studiosi sono in possesso. Una massa che non consente però di individuare testi esattamente uguali tra loro. Numerose o minime, a seconda dei casi, le differenze sono evidenti e spesso relative a passaggi cruciali della dottrina cristiana. Ciò perché le modifiche apportate ai testi sacri della cristianità sono state ripetute nei secoli. Si può dire, quasi, come questa fosse la regola.

Le frequenti trascrizioni hanno tramandato modifiche volute al fine di determinare specifiche verità religiose, così come errori in buona fede. Un processo che nel tempo ha inoltre consentito di rispondere in maniera netta alle critiche posse dal mondo pagano.

Rielaborazioni susseguitesi nell’arco di secoli hanno portato avanti un sistema teologico in grado di adeguarsi a quello politico. Basti pensare all’episodio dell’affidamento della chiesa di Roma a Pietro, al fine di giustificare una supremazia voluta dall’alto. A ciò si unisce il finale del Vangelo di Marco, il più breve dei quattro reputati canonici. Gli studiosi ritengono vi sia stato aggiunto un finale differente rispetto alla versione originale, al fine di adeguarlo in qualche modo agli altri scritti. Vi è però una divisione ideologica in merito. C’è chi ritiene si tratti soltanto di una porzione di testo affiancata. Altri invece credono possa aver preso il posto di una conclusione antica e ormai del tutto sconosciuta.

Bibbia: generi letterari

Come anticipato, la Bibbia non è il frutto di un lavoro mastodontico svolto da una sola persona. Non si può neanche pensare che il testo sacro sia stato redatto in un solo periodo. È impossibile guardare a questo lavoro con occhi moderni. Risulta fondamentale, invece, approcciarci a tutti i suoi libri come a un’opera composita, con aggiunge provenienti da differenti fonti. Il tutto scaturito da una tradizione orale comune e, al tempo stesso, arricchito dal naturale sviluppo del credo, dettato anche dalle esigenze politiche del tempo.

Una dimostrazione concreta della complessità delle origini della Bibbia è data dai differenti generi che vi sono presenti. Pur non scendendo nel dettaglio, considerando la complessità della materia e quanto sia dibattuta, è possibile fornire le basi per la comprensione di questo aspetto dell’antico testo religioso.

Vi è il genere storico, che fornisce una contestualizzazione. L’attendibilità è però varia, come per la Genesi. Questa viene oggi interpretata come simbolica e non un’accurata descrizione del nostro mondo dalla nascita dello stesso ad Abramo. Spazio poi al genere legislativo, che fornisce dettagli su differenti tipologie di norme, tanto sociali quanto religiose. Per la maggior parte trova spazio all’interno della Torah. Il genere profetico è riservato a quel tipo di esortazioni pronunciate da uomini proposti come "inviati di Dio". Il genere apocalittico comprende testi simbolici atti a evidenziare l’assoluta superiorità del disegno di Dio sugli eventi storici che tormentano l’uomo, lasciandolo in una condizione di disperazione. Secondo tale visione, il piano della nostra vita mortale non ha minimamente lo stesso valore dell’immortale. Il genere sapienziale, infine, non fa che comprendere tutto il resto, ovvero quanto non è possibile includere nelle precedenti categorie indicate. Ciò riguarda preghiere, meditazioni, proverbi di varia provenienza, poemi erotici e altro ancora.

Chi ha scritto la Bibbia

Ennesima dimostrazione del fatto che la Bibbia non sia il frutto di una sola mente, tutt’altro, è la presenza di quattro differenti lingue: ebraico, aramaico, koinè e greco. Si presume che la creazione di Antico e Nuovo Testamento, così come li conosciamo oggi, abbiano richiesto un lavoro durato circa 1500 anni. Costanti aggiunge e modifiche si sono susseguite, contando più di 40 autori.

Per quanto il testo sacro sottolinei ovviamente come sia stata ispirata da Dio, la cui mano avrebbe guidato le menti degli autori, le evidenze non possono che evidenziare come si tratti di un gigantesco lavoro editoriale estremamente umano.

Gli scrittori erano di diversa provenienza e purtroppo i riferimenti a loro sono a dir poco scarni nei differenti volumi. Possiamo però citarne alcuni, indicandone i rispettivi ruoli nella società del tempo:

  • Isaia: profeta
  • Esdra: sacerdote
  • Matteo: esattore delle tasse
  • Giovanni: pescatore
  • Paolo: costruttore di tende
  • Mosé: pastore
  • Luca: medico

Uniti nell’annunciare e descrivere un unico vero Dio, offrono al lettore differenti stili e prospettive, ma soprattutto un’univoca via di salvezza dai peccati del mondo: Gesù Cristo (Nuovo Testamento).

I Rotoli del Mar Morto

Analizzare gli antichi testi religiosi offre una visione di grande rilevanza sulla cultura dei nostri antenati. Un materiale dal valore inestimabile, al di là di quelle che possono essere le credenze personali.

I misteri che riguardano questo ambito continuano a porre interrogativi nella mente degli studiosi. Un chiaro esempio è dato dai Rotoli del Mar Morto. Si tratta di antichissimi manoscritti ebraici ritrovati nelle Grotte di Qumran, in Cisgiordania. Rinvenuti tra il 1947 e il 1956, sono composti da circa 900 documenti, tra i quali trovano spazio anche testi della Bibbia ebraica.

Le lingue rinvenute sono ebraico, aramaico e greco e la datazione varia tra il 150 a.C. e il 70 d.C., con gli esperti che tendenzialmente associano i Rotoli, realizzati in pergamena e papiro, alla setta ebraica degli Esseni. Sono tradizionalmente suddivisi in tre gruppi:

  • manoscritti biblici: copie di differenti testi della Bibbia ebraica
  • manoscritti apocrifi: volumi che non sono stati reputati canonici e quindi esclusi dalla Bibbia ebraica, presenti però in alcuni casi nei testi rinvenuti della versione greca
  • manoscritti settari: documenti sconosciuti prima di tale storico ritrovamento. Al loro interno vi sono descritte le credenze e norme di particolari gruppi all’interno della maggioranza ebraica

Ad oggi, chiunque volesse ammirare i Rotoli del Mar Morto, dovrà programmare più viaggi. Parte è custodita presso il Museo d’Israele, all’interno del Santuario del Libro. Il resto è invece suddiviso tra collezionisti privati, purtroppo, l’Istituto orientale dell’Università di Chicago e l’Azusa Pacific University.