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Perché nelle pagelle il 6 veniva scritto sex?

Contrariamente a quanto si possa pensare, la parola “sex” sulle pagelle di una volta non ha nulla di sconveniente o equivoco.

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Forse lo hai trovato scritto anche nelle tue vecchie pagelle delle scuole elementari o scuole medie. Forse, ti è capitato di guardare una pagella appartenuta ai tuoi genitori. Il punto è che l’abitudine scolastica di scrivere "sei" come "sex" ha resistito a lungo e non ha mollato finché non si è cambiato completamente stile. Perché si faceva così?

Contrariamente a quanto si possa pensare, la parola "sex" sulle pagelle di una volta non ha nulla di sconveniente o equivoco. Il voto della sufficienza è il corrispettivo di "sei" in latino. Come ha raccontato in un’intervista il professore e scrittore Domenico Starnone, sulle pagelle, chiamate anche "schede di valutazione" riepiloganti i risultati scolastici degli allievi delle scuole primarie e secondarie si era soliti adoperare il latino sex al posto dell’italiano sei per via del pregiudizio che si aveva a scuola a scapito degli studenti furbetti.

La parola "sei", infatti, è facilmente soggetta alla contraffazione, e anche lo studente meno brillante che non vuole sottoporsi all’ira dei genitori è in grado di trasformare un "sei" in un bel "sette" senza alcuna sbavatura. Nata agli inizi del novecento per la scuola elementare, la pagella scolastica cartacea è andata perduta nell’anno scolastico 2013-2014. Adesso la pagella è elettronica.

Una breve storia della pagella

Il primo attestato di promozione venne elargito nel 1783, per volontà di Giuseppe II imperatore d’Austria, figlio di Maria Teresa. L’obiettivo era rendere obbligatorio, conclusa la scuola elementare, un certificato scolastico che riportava un giudizio sintetico: "L’alunno ha raggiunto una sufficiente capacità nel leggere, nello scrivere e nel far di conto". Questo accadeva nel Nord Italia. A quei tempi l’educazione era per pochi, e veniva somministrata da privati e ecclesiastici.

Nel 1859 la legge Casati ha reso l’istruzione primaria completamente gratuita e obbligatoria per almeno due anni al fine di combattere un analfabetismo che riguardava addirittura l’80% della popolazione. Alla fine dell’anno scolastico veniva distribuito in semplice attestato di presenza e promozione dove i voti degli esami erano espressi in trentesimi.

Nel 1911 la legge Daneo-Credaro rende la scuola elementare statale, e i maestri diventano dipendenti pubblici. Da lì la pagella si trasforma, compaiono i nomi dei genitori, cambiano i criteri di valutazione e aumentano il numero delle materie. Ai tempi le classi venivano frequentate non per età, ma per abilità dell’alunno. Ciò significa che a 11 anni potevi stare ancora facendo la seconda elementare!

Solo qualche decade dopo appaiono altre note accanto ai vori, come la condotta e le note speciali, che riguardano ginnastica e igiene personale. I giochi fisici venivano invece valutati per volontà e carattere. Alla scuola era inoltre dovuta l’educazione all’igiene dei bambini, che venivano portati a un certo livello di pulizia se a casa non vi era una simile educazione. Forse alcuni di voi ricordano ancora che alle elementari, ancora negli anni ’90, venivano distribuite piccole pastiglie di fluoro per la protezione dei denti. I bambini venivano anche sottoposti ai vaccini direttamente in classe, per assicurarsi che tutti vi potessero accedere gratuitamente.