La grafia corretta è stesse, con la e tra la t e la s, mentre la forma con la a, stasse, è un errore. Che i congiuntivi creino delle difficoltà anche a chi è madrelingua italiano non è una novità, ancor più nelle situazioni in cui è necessario utilizzare l’imperfetto.
Incertezze analoghe, infatti, possono nascere anche con il verbo dare. Qui il dubbio è tra desse e dasse. Pure in questo caso la risposta è la stessa: per non commettere errori dobbiamo scrivere desse, con la e tra la t e la s, mentre la versione che prevede la a, dasse, non esiste.
In tutte e due le situazioni – quella di stare e quella di dare – il congiuntivo imperfetto della terza persona singolare si coniuga con la e, che tra l’altro deve essere mantenuta in tutte le persone: che io stess-i, che tu stess-i, che egli stess-e, che noi stess-imo, che voi ste-ste, che essi stess-ero e analogamente che io dess-i, che tu dess-i, che egli dess-e, che noi dess-imo, che voi de-ste, che essi dess-ero.
Per evitare inutili scivoloni grammaticali conviene contestualizzare in alcuni esempi le varie forme. Riportiamo quindi il congiuntivo imperfetto del verbo stare in frase diverse, così da memorizzare la versione con la e.
Esempio 1: Nel caso in cui io stessi facendo la doccia quando arrivi, citofona al vicino di sotto (prima persona singolare)
Esempio 2: Sarebbe davvero sorprendente che tu stessi in casa l’intero weekend (seconda persona singolare)
Esempio 3: Spero mi stesse ascoltando ieri, mentre parlavo (terza persona singolare)
Esempio 4: Se stessimo facendo la cosa sbagliata ce ne accorgeremmo (prima persona plurale)
Esempio 5: Se steste più attenti, evitereste di perdere tempo a cercare le cose perse per distrazione (seconda persona plurale)
Esempio 6: Volevo che stessero con me l’intera serata e invece se ne andarono presto (terza persona plurale)