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Perché le tabelline si chiamano così?

Perché le tabelline si chiamano così, la loro origine a cosa servono e come impararle facilmente e velocemente.

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Amate e odiate dagli studenti di tutto il mondo, le tabelline sono fra i primi fondamenti di matematica che ci vengono insegnati alle scuole elementari. Sono, d’altronde, un insegnamento che ci porteremo dietro per tutta la vita e che ci servirà a fare i calcoli. In tanti di fronte al nome "tabelline" sono convinti che vengano chiamati così perché sono delle tabelle più piccole. La realtà però è ben altra.

Perché le tabelline si chiamano così

Le tabelline devono il loro nome al loro antico antenato, ossia la Tavola Pitagorica, chiamata così per via di Pitagora. La Tavola Pitagorica è una tabella a doppia entrata costituita da 100 caselle, ben 10 ogni lato. Ogni fila di questo grande quadrato contiene dei multipli del numero messo come riferimento. Incrociando i numeri fra le righe e le colonne si ottiene il risultato di ogni tabellina. Il nome deriva proprio da questa particolarità. Nella Tavola Pitagorica infatti ogni riga o colonna viene denominata tabellina, ossia con il riduttivo della tabella.

Chi era Pitagora

Filosofo greco e grande studioso, Pitagora era anche un matematico, astronomo, politico e taumaturgo. Fondò a Crotone la Scuola Pitagorica, un fra le più importanti scuole di pensiero di tutta la storia dell’umanità. I suoi studi e gli scritti hanno avuto un grande impatto nello sviluppo delle scienza occidentale. Fu fra i primi a intuire l’efficacia e la forza della matematica per dare una spiegazione a mondo. Nella scuola a lui intitolata vennero sviluppate numerose conoscenze matematiche fra cui il teorema di Pitagora. L’attribuzione della tabella delle tabelline a Pitagora sarebbe frutto di un errore compiuto dal copista a cui venne dato il compito di trascrivere l’Ars Geometrica di Severino Boezio. L’uomo infatti disegnò una "tavola di moltiplicazione" invece di una "Mensa Pithagorica", ossia un abaco a scacchiere, lasciando però la dicitura "Tabula Pithagorica".

Come imparare le tabelline

Le tabelline sono dunque delle piccole formule che vanno ripetute continuamente sino a impararle a memoria. Alcuni bambini (ma anche gli adulti) a volte però fanno difficoltà a ricordarle. Come risolvere questo problema? Le tabelline hanno una certa "musicalità" esistono infatti delle filastrocche che possono aiutare a ricordarle alla perfezione e senza sbagliare. Per la tabellina del 2, ad esempio, si recita: "Due, quattro. Sei, Otto. C’è un bel gatto col panciotto. Dieci, dodici. Quattordici. Sta giocando con le forbici. Sedici, diciotto. Venti. Stiamo tutti molto attenti!". Per la tabellina del 5 invece esiste un altro trucco. Ha infatti una caratteristica che la rende particolarmente facile da memorizzare. Finisce infatti sempre alternando il 5 e lo 0. Ossia: 5 x 1 = 5, 5 x 2 = 10, 5 x 3 = 15, 5 x 4 = 20, 5 x 5 = 25, 5 x 6 = 30, 5 x 7 = 35, 5 x 8 = 40, 5 x 9 = 45 e 5 x 10 = 50.

Per la tabellina del 6 invece basterà ricordarsi che quando si moltiplica un numero pari per sei il risultato presenterà sempre la seconda cifra identica a quel numero. Dunque: 6 x 2 = 12, 6 x 4 = 24, 6 x 6 = 36 e 6 x 8 = 48. Per la tabellina del 10 è facilissimo: si tratta di aggiungere uno zero ad ogni numero da moltiplicare. Perciò: 10 x 2= 20, 10 x 3= 30, 10 x 4= 40 e 10 x 5= 50. Per imparare alla perfezione la tabellina del 9 si può fare un semplice calcolo: si moltiplica il numero per 10, ottenuto il risultato va sottratto il numero stesso. Ad esempio, se faccio 9 x 4 l’operazione da fare sarà: 4 x 10 = 40 poi 40 – 4 = 36.