Se siete alla ricerca di una storia che vi tenga inchiodati alle pagine, sia sotto l’ombrellone che a casa, cercare tra i libri vincitori del premio Campiello è sempre una garanzia. A differenza di molti altri concorsi letterari, il vincitore del premio Campiello è scelto dalla Giuria del 300, 300 persone di diversa provenienza sociale, età, cultura, professione e posizione sociale, in grado di interpretare al meglio i gusti dei lettori italiani, in quanto lettori essi stessi, ma non di professione.
In attesa del vincitore del premio Campiello 2022, vediamo quali sono stati i titoli che hanno raggiunto questo grande traguardo italiano negli ultimi 5 anni.
L’acqua del lago non è mai dolce, di Giulia Caminito
L’acqua del lago non è mai dolce
"L’acqua del lago non è mai dolce" è il libro vincitore del Premio Campiello del 2021, scritto da Giulia Caminito ed edito da Bompiani. Racconta, in prima persona, la storia tormentata della giovane Gaia, dalla sua nascita nei primi anni ’90 in uno dei quartieri poveri di Roma alle prime amicizie delle scuole superiori, fino al difficile percorso universitario che porterà Gaia ben lontana da dove la madre Antonia avrebbe voluto vederla.
Antonia infatti, donna forte e onesta, che porta avanti da sola la famiglia composta dal marito disabile e da quattro figli, vorrebbe che la sua unica figlia femmina, Gaia appunto, studi per ottenere una vita migliore della sua, costretta a lottare con l’indifferenza e i pregiudizi della gente, e a stringere patti non proprio legali pur di ottenere una casa popolare per la sua famiglia.
Ma Gaia, seppure in superficie segua gli insegnamenti di Antonia, nel profondo è agitata da una forza oscura, da una violenza senza nome, che la porta ad aggredire, emotivamente e fisicamente, anche tutte le persone che le vogliono bene e che nel corso degli anni si affacciano nella sua vita. Il lago da cui prende spunto il titolo è il lago di Bracciano, dove la famiglia inizialmente vive e che sarà per Gaia il luogo del ritorno.
Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, di Remo Rapino
Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio
"Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio", uno dei libri vincitori del Premio Campiello più apprezzati degli ultimi anni (2020), è stato pubblicato dalla casa editrice minimum fax e ha riscosso un grande successo per l’unicità del suo protagonista, Liborio, la cocciamatte del paese, definito dall’autore Remo Rapino "una via di mezzo tra Don Chisciotte e Forrest Gump".
Liborio infatti è un pazzo, uno di quei pazzi che tutti deridono ma che riesce a vedere e raccontare il mondo con occhi completamente diversi e forse molto più lucidi dei suoi compaesani "sani". Attraverso il suo sguardo acuto e il suo linguaggio pungente e dialettale, Liborio racconta la sua storia, dall’infanzia fino all’apprendistato come barbiere, dall’attivismo in fabbrica per lottare contro i padroni al ricovero in manicomio, fino al triste ritorno nel suo paese di origine.
Ma la sua storia è anche la storia di un secolo d’Italia, dal primo dopoguerra fino ai primi anni Duemila, fatta di lotte politiche, cambiamenti economici e sociali e crescite personali, tutto visti attraverso gli occhi di chi è diverso, di chi è emarginato, di chi è solo.
Madrigale senza suono, di Andrea Tarabbia
Nell’elenco dei vincitori del Premio Campiello non si può non inserire Andrea Tarabbia, con il suo "Madrigale senza suono" edito da Bollati Boringhieri. Il romanzo narra la vicenda di Carlo Gesualdo, principe di Venosa, vissuto tra Cinquecento e Seicento e autore di madrigali così puri e delicati che hanno incantato l’animo degli ascoltatori da secoli. Lo stesso però non si può dire dell’anima del loro autore, Gesualdo, la cui vita in realtà è tormentata da un violento delitto passionale e d’onore e un oscuro segreto che egli cela nel suo palazzo.
A questo intreccio già da sé affascinante e intrigante, si aggiunge una cornice degna di un classico del romanzo storico: è il musicista russo Igor’ Fëdorovič Stravinskij a raccontare al lettore la storia di Gesualdo, così come l’ha rinvenuta in un antico manoscritto, il cui autore dice di essere un misterioso omuncolo che è sempre stato al fianco di Gesualdo ma a cui né Stravinskij né il lettore sono molto propensi a credere…
Le assaggiatrici, di Rosella Postorino
Con il suo romanzo "Le assaggiatrici", Rosella Postorino riporta il lettore nella Germania degli anni ’40, in pieno secondo conflitto mondiale, e proprio in casa di Hitler, o meglio, alla sua tavola. La storia ruota infatti intorno a Rosa Sauer, assaggiatrice ufficiale del Fuhrer, che insieme ad altre nove donne è scelta per assaggiare i piatti destinati al dittatore per assicurarsi che non siano avvelenati.
Rosa stringerà con le altre assaggiatrici un profondo legame, in particolare con Elfriede, anche se verrà sempre vista da tutti come la straniera. E quando nella primavera del ’44 arriverà il severo e spaventoso tenente Ziegler, Rosa stringerà anche con lui un legame inaspettato.
L’Arminuta, di Donatella Di Pietrantonio
"L’Arminuta", ossia la ritornata, è la storia di una ragazzina che viene mandata improvvisamente via dalla sua famiglia adottiva e costretta a ritornare dalla sua famiglia biologica. Catapultata in un modo estraneo, disordinato e molto più povero di quello a cui è abituata, la ragazzina troverà un porto sicuro sono nella sorella Adriana, di poco più piccola, mentre sarà conflittuale il rapporto con la madre, sempre messa a paragone con la madre adottiva, emblema di affetto materno e protezione.
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