Cervello "fritto" a causa di TikTok: allarme sulla Generazione Z
Sul web un nuovo dibattito sull'uso dei social network da parte della Generazione Z: i giovani d'oggi hanno il cervello 'fritto' a causa di TikTok?
La Generazione Z ha il cervello “fritto” a causa di TikTok? L’allarme lanciato sul web che ha aperto un dibattito sui giovani d’oggi.
La Generazione Z e TikTok
Un post sul forum Reddit ha aperto un lungo dibattito tra gli utenti della piattaforma intorno alla Generazione Z, che comprende i ragazzi nati tra la fine degli anni ’90 ed il 2010. L’autore del post ha espresso la sua preoccupazione nei confronti dei giovani d’oggi, nei quali riscontra una “mancanza di empatia”.
“Non voglio essere il classico ‘boomer’ che afferma che le cose non sono più come un tempo etc. (per inteso, io appartengo alla GenZ in quanto nato nel 2000) – ha scritto -. Mi sembra però di notare una mancanza di empatia, non solo di rispetto, ma proprio di empatia, da parte dei giovani e soprattutto dei minorenni di oggi. Sono solo l’unico che si è accorto o c’è qualcun’altra/o come me?”.
Il post ha scatenato una serie di commenti e riflessioni che hanno toccato diversi aspetti della vita degli appartenetti alla Gen Z. Molti utenti hanno puntato il dito contro l’uso eccessivo dei social network, in particolare di TikTok, accusandoli di ridurre la capacità di attenzione e di comunicazione dei ragazzi.
“Io ho avuto modo di fare tirocinio con dei ragazzi delle medie negli ultimi mesi e hanno il cervello completamente fritto a causa di TikTok (non lo cito a caso, dal momento che lo usano tutto il tempo) – ha risposto un utente -. Non riescono a stare attenti per più 10-15 secondi, né sono in grado di creare frasi di senso compiuto”.
“Per non parlare del fatto che ora usino mille app pur di non studiare – ha proseguito -. Tradurre un testo? Nah, faccio una foto e l’app di turno me lo traduce. Devo fare uno schema o una ricerca? Nah, uso ChatGPT. Non si rendono conto che, continuando così, poi non saranno in grado di fare le cose più banali nella vita vera”. “Sante parole – ha ribattuto un altro -. E il conto presentato sarà durissimo. Perché arriverà quando non ci sarà più nessuno ad aiutarli”.
Il commento dell’insegnante
Tra i commenti, ce ne sono anche alcuni a difesa dei ragazzi di oggi, come quello postato da un insegnante, che ha scritto:” Insegno da un po’ di anni e penso di potervi rassicurare un pochino: bambini e ragazzini interessati, empatici e ‘vecchio stampo’ ce ne sono, eccome! Fanno più impressione quelli che descrive nel post semplicemente perché saltano più all’occhio. Sono sicuro che anche ai nostri tempi ci fossero mele marce”.
“Cosa cambia tra un social addicted e un adolescente ‘normale’? La famiglia – ha proseguito il docete -. Non parlo di reddito, ma di dialogo e soprattutto condivisione”. E ha aggiunto: “Non esiste più una proposta per i ragazzi, non si guarda più la TV insieme, né esistono riviste in edicola che parlino a loro. Quindi crescono da soli, con un’offerta amplissima e non mirata. Hanno bisogno di una guida, tutto qui”.
Lo studio su adolescenti e social
Sono numerosi gli studi che indagano gli effetti negativi dell’uso dei social network sui più giovani. Una ricerca finlandese, condotta nel 2022 e pubblicata sulla rivista scientifica ‘Archives of Disease in Childhood‘, ha mostrato che gli adolescenti trascorrono in media 6 ore al giorno sullo smartphone. Il tempo giornaliero trascorso sui social media è stato associato ad una media di voti scolastici bassa, a punteggi più alti di dipendenza, a livelli elevati di ansia, cattivo umore, stanchezza, senso di solitudine, e ad una peggiore immagine corporea che i giovani, soprattutto le ragazze, hanno di se stessi.
Sull’uso del cellulare e dei social da parte degli adolescenti è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha annunciato una norma per vietare lo smartphone in classe alle scuole elementari e medie. “Uno studio Unesco – ha affermato Valditara – offre dati drammatici sulla carenza di attenzione, sull’incidenza negativa dell’abuso del cellulare sulla fantasia e la creatività”. E ancora: “Tutti gli studi testimoniano come stati d’ansia, depressivi, di isolamento sociale, siano sempre più legati alla dipendenza dai cellulari”.