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Tananai in concerto Fonte foto: Ansa

Che scuola ha fatto Tananai: dal bullismo al disco Calmocobra

Che scuola ha fatto Tananai, che il 18 ottobre ha pubblicato il nuovo album Calmocobra: il percorso scolastico del cantante e il bullismo subito

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Il cantante Tananai è sicuramente uno dei più amati del panorama musicale italiano. Dopo aver partecipato al Festival di Sanremo 2023 con la splendida canzone “Tango”, ha continuato a regalarci grandi successi. Venerdì 18 ottobre è uscito il nuovo disco “Calmocobra“, anticipato dal singolo “Ragni“. Dopo una pausa di sei mesi e il tormentone estivo “Storie Brevi” con Annalisa, è pronto a deliziarci con una nuova canzone. Che scuola ha fatto Tananai e qual è stata la sua esperienza scolastica? Alcuni ricordi, purtroppo, sono dolorosi, come ha raccontato lui stesso.

La scuola di Tananai, dal liceo all’università

Alberto Cotta Ramusino, in arte Tananai, è nato a Milano l’8 maggio del 1995. Il cantautore ha iniziato la sua carriera musicale nel 2014, con lo pseudonimo Not for Us e dedicandosi alla musica elettronica. Quattro anni dopo ha deciso di cambiare nome d’arte Tananai (soprannome con cui lo chiamava il nonno: in dialetto indica una persona che fa sempre confusione) e cambiare anche genere, affermandosi come artista pop, soprattutto dopo la sua partecipazione a Sanremo 2022.

Ha vissuto la sua adolescenza nella periferia di Cologno Monzese. Dopo la licenza media, ha deciso di iscriversi al Liceo Scientifico. Il suo sogno era quello di diventare architetto e, quindi, si è iscritto alla facoltà di Architettura, ma non ha mai preso la laurea. Come ha raccontato in un’intervista rilascia a ‘Open’ ha dovuto scegliere tra la sua vera passione, la musica, e la carriera universitaria: “Fare tutte e due le cose avrebbe significato essere mediocre in entrambe le attività”. Scherzando ha poi aggiunto: “Alla fine, la verità è che facevo schifo come architetto“. Al ‘Corriere della Sera’, invece, ha detto: “Sarei stato un architetto mediocre. L’architettura è coercitiva, ti costringe a guardare le opere anche se non vuoi”.

Il racconto di Tananai sul bullismo a scuola

Purtroppo i ricordi che Tananai ha della scuola non sono sempre piacevoli. Il cantante, infatti, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ ha raccontato di essere stato vittima di bullismo. Quando era un adolescente aveva qualche chilo in più e i bulli lo deridevano, dandogli del “ciccione“. Dopo essere stato costretto a usare una carrozzina, per dei problemi al ginocchio, ha deciso anche di non andare a scuola, perché aveva paura di essere giudicato dai suoi compagni.

Le citazioni di Tananai, da Leibniz a Ungaretti

Tananai non ha solo una grande passione per la musica, ma anche per la letteratura. Al ‘Corriere della Sera’ ha detto di amare “gli scrittori russi e di Dostoevskij ho letto proprio tutto. La sua arte rispecchia l’evoluzione dell’uomo, ha indagato sui rapporti verso l’alto e verso l’infimo”. Spesso questo amore per i libri entra anche nelle sue canzoni, come in “10k scale” in cui ricorda la poesia di Eugenio MontaleHo sceso dandoti il braccio“. “La poesia di Montale è la dimostrazione che scrivere canzoni ti porta nell’inconscio: Montale lo avevo letto a scuola e mentre componevo il brano è uscito inaspettatamente”.

Il cantante ha dimostrato anche di conoscere bene i filosofi. In un’intervista a ‘La Repubblica’ ha dato una vera e propria lezione di filosofia su Leibniz, facendo una riflessione sulla società attuale e su come un artista sensibile come lui riesca a vivere l’imbarbarimento sociale moderno: “Mi porterò sempre dietro una cosa che mi è rimasta da quando studiavo filosofia alle superiori, un pensiero di Leibniz, sul vivere nel migliore dei mondi possibili. È così, viviamo nel migliore dei mondi possibili semplicemente perché è il nostro. In realtà sono tempi che producono cose interessanti, anche se non belle, ma l’’accelerazionismo’ fa parte della condizione della civiltà umana di questo periodo e ci permette di passare velocemente questo periodo ‘buio’. Questo piccolo Medioevo può passare in uno schiocco di dita, non sono abbattuto né pessimista”.

Ma sono tante le citazioni letterarie, così come musicali, che spesso compaiono nei suoi brani. Riferendosi a “Punk Love Storia” e al riferimento al brano “Non me lo so spiegare” di Tiziano Ferro, il cantautore ha detto: “Quando la stavo scrivendo mi è venuto di cantare quella, come quando ti salta fuori una citazione di una poesia di Ungaretti che hai studiato alle elementari. Sono cose inconsce. Una volta ho scritto un brano che era uguale a quello dei Ricchi e Poveri di Sanremo e quando l’ho fatto sentire al mio staff mi hanno guardato storto… Quando faccio ascoltare qualcosa in anteprima a qualcuno ho sempre il terrore che mi dica: Mi ricorda qualcosa”.