Chi è il docente facilitatore per il benessere dello studente
In Trentino arriva il Faber, il docente facilitatore per il benessere emotivo e relazionale dello studente: chi è e cosa fa all'interno della scuola
Dal prossimo anno scolastico, in Trentino arriverà il Faber, il docente facilitatore per benessere dello studente. Chi è e quali saranno i suoi compiti all’interno della scuola.
- In Trentino arriva il docente facilitatore
- Cosa fa il Faber: le sue funzioni
- "È un docente, non uno psicologo"
- La polemica sul docente facilitatore
In Trentino arriva il docente facilitatore
La giunta provinciale di Trento ha dato incarico ad Iprase (Istituto provinciale di ricerca e sperimentazione educativa) di progettare e realizzare una formazione specifica rivolta all’istituzione del Faber, ovvero del docente facilitatore del benessere emotivo e relazionale nella scuola.
Ma chi è e cosa fa il Faber? Il docente facilitatore per il benessere degli studenti è un insegnante che, dopo un percorso formativo di 27 ore, aiuterà la scuola stessa a creare un ambiente positivo e accogliente, dove ogni alunno si sente a suo agio.
Come spiegato dalla Provincia di Trento, “il Faber è un docente che ha sviluppato una competenza specifica che gli consente di promuovere il benessere emotivo e le relazioni positive tra gli
studenti, i docenti, tutto il personale scolastico e i genitori“. Tale competenza “risulta necessaria nelle scuole di ogni ordine e grado e mette il docente in condizione di promuovere e integrare l’apprendimento sociale ed emotivo nelle dinamiche scolastiche, catalizzando tutti quei processi e quelle risorse che favoriscono ambienti di apprendimento più positivi, stimolanti, efficienti e inclusivi”.
Cosa fa il Faber: le sue funzioni
Il docente facilitatore per il benessere degli studenti svolge quattro tipi di attività: una di progettazione, una relazionale, una consulenziale e una di monitoraggio.
Per quanto riguarda l’attività di progettazione, il Faber:
- analizza l’ambiente e il clima scolastico;
- individua risorse e opportunità per integrare il benessere emotivo e relazionale nel curricolo e per sostenere gli insegnanti nel creare e vivere un clima scolastico positivo;
- progetta attività e laboratori per studenti e docenti funzionali a riconoscere, esprimere e gestire le proprie emozioni;
- progetta attività funzionali a facilitare il dialogo con le famiglie rispetto a strumenti e strategie per favorire il benessere emotivo dei figli a scuola.
Guardando alla sua funzione relazionale, il suo compito è quello di promuovere:
- relazioni di fiducia e collaborative ‘tra e con’ studenti, docenti, personale scolastico, altre figure professionali e genitori;
- il team building e working;
- il lavoro di rete di supporto.
Il Faber offre anche affiancamento e supporto individuale o di gruppo a colleghi e studenti per rafforzare le relazioni e gestire al meglio le situazioni di disagio nell’apprendimento e nell’esercizio della funzione docente.
Infine, monitora, adottando un approccio qualitativo di ricerca-azione, l’efficacia degli interventi a supporto del benessere della comunità scolastica, individuando possibili strategie, approcci, risorse e attività di miglioramento.
“È un docente, non uno psicologo”
Il docente facilitatore del benessere emotivo e relazionale “è una figura sperimentale che non c’è nel nostro sistema e neanche nel resto d’Italia“, ha spiegato la vicepresidente e assessore all’Istruzione Francesca Gerosa, promotrice dell’iniziativa. Che ha proseguito: “avrà il compito di affiancare i ragazzi, di essere un porto sicuro a cui rivolgersi nei momenti di difficoltà che non necessitano della presenza di uno psicologo. E che avrà anche il compito di relazionarsi con gli altri docenti per affrontare queste difficoltà”.
Il Faber “non toglie assolutamente nulla agli sportelli psicologici presenti nelle nostre scuole”, ha assicurato Gerosa. L’istituzione della figura da parte della provincia di Trento, infatti, ha anche generato alcune polemiche in questo senso. E ancora, questo docente offrirà un “sostegno che non passa da una ‘medicalizzazione’ dei problemi, ma che aiuterà i ragazzi ad affrontare delle momentanee difficoltà”.
Come ha spiegato la vicepresidente della provincia trentina, “partiremo con la formazione attraverso Iprase, per poi inserirlo in modo strutturato all’interno del nostro sistema”.
Già a partire dall’anno scolastico in corso, ad Iprase è stato affidato il compito di erogare un percorso formativo di 27 ore destinato alla nuova figura del docente facilitatore. Dopo una sperimentazione iniziale a partire dalle scuole del secondo ciclo di istruzione, l’obiettivo è la messa a regime del Faber in tutto il sistema scolastico trentino.
Al fine di riconoscere l’attività che sarà svolta dai docenti Faber, a partire dal prossimo anno scolastico saranno destinate specifiche risorse mediante attivazione della contrattazione collettiva a livello provinciale.
“Sarà una leva importante per la diffusione di una cultura del benessere nell’interno della scuola. E troverà spazio nelle scuole di ogni ordine e grado, partendo da una sperimentazione ed un approccio formativo graduale volto a garantire la presenza di almeno un docente facilitatore in ogni istituzione scolastica/formativa del sistema educativo provinciale, aumentabile fino a due o tre unità, in progressione, tenendo conto della complessità dell’istituzione scolastica/formativa di riferimento”, ha concluso Francesca Gerosa.
La polemica sul docente facilitatore
Come anticipato, la figura del docente facilitatore ha generato qualche polemica. Per il segretario generale della Uil Scuola Trentino, Pietro Di Fiore, come riportato dal ‘Corriere del Trentino’, “la capacità di lavorare per il benessere delle scuole e di essere vicino agli studenti e alle studentesse dovrebbero averla tutti gli insegnanti”. E ha aggiunto: “Per fare gli psicologi servono anni di studio, come per ogni professione, non bastano 27 ore di formazione a qualche docente prescelto”.
Critica anche la presidente del Consiglio del sistema educativo Giulia Bortolotti: “È una riforma a costo zero. Stiamo scimmiottando le scuole del Nord Europa senza metterci i soldi”.