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Maturità IPA

Com'è cambiata la Maturità in 50 anni: le tracce del 1973

Com'è cambiata la Maturità in 50 anni? Il confronto tra le tracce della prima prova dell'esame di Stato 2025 e i temi d'italiano proposti nel 1973

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

La Maturità è da sempre uno dei riti di passaggio più significativi nella vita di ciascuno, un traguardo che segna la fine di un percorso e l’inizio di nuove sfide. Ma com’è è cambiata nel corso dei decenni? Ripercorrere la storia delle prove significa anche osservare l’evoluzione della scuola, della società e delle aspettative nei confronti dei giovani. Facciamo un salto di 50 anni: il confronto tra le tracce della prima prova di ieri e quelle di oggi rivela differenze profonde non solo nella struttura, ma nella filosofia stessa dell’esame di Stato.

Le tracce della prima prova alla Maturità 1973

Era l’1 luglio del 1973 quando migliaia di maturandi si trovarono di fronte alle tracce del tema di italiano della Maturità. Quella degli anni Settanta era un’epoca molto diversa da quella di oggi, non solo per il contesto sociale e culturale, ma anche per la concezione stessa della prima prova.

L’analista politico e giornalista Lorenzo Pregliasco, in una sua riflessione pubblicata su La Repubblica, ha rispolverato le tracce della Maturità di 52 anni fa, ritrovate in un vecchio ritaglio del Tempo illustrato datato 15 luglio 1973.

Ecco di seguito le tracce proposte ai maturandi del 1973, “le prime due per il classico, la terza, per lo scientifico”, ha specificato Pregliasco.

  1. Discutere il seguente pensiero di B. Croce: “Ciò che l’uomo ha ereditato dai suoi padri, deve sempre riguardarselo con propri sforzi per possederlo saldamente”;
  2. Provatevi a “leggere” una città, a voi nota, nel suo volto architettonico e nel suo tessuto urbanistico, identificandone i momenti storici, le vicende umane e sociali;
  3. Lo sviluppo della ricerca ci rende più sapienti e ci fa, allo stesso tempo, consapevoli dei nostri limiti.

Il commento di Pasolini alle tracce della Maturità 1973

Come raccontato da Lorenzo Pregliasco, il Tempo illustrato aveva pubblicato le tracce della Maturità 1973 perché aveva chiesto un commento a Pier Paolo Pasolini, che quest’anno è stato uno dei protagonisti della prima prova dell’esame di Stato. Per l’analisi del testo, infatti, ai maturandi 2025 è stata proposta una sua poesia senza titolo tratta dall’Appendice I Dal diario (1943-1945).

Commentando le tracce della Maturità 1973, in un articolo intitolato “Pasolini giudica i temi di italiano”, lo scrittore affermò: “Coloro che hanno inventato questi bei temi si sono attenuti a un tradizionalismo e a un riformismo classici, ignorando di perfetto accordo che si tratta di termini di riferimento assolutamente privi di ogni rapporto con la realtà”.

Il commento di Pasolini da una parte dimostra che anche 50 anni fa le tracce della Maturità catalizzavano l’attenzione dell’opinione pubblica. Dall’altro lato, rivela come anche in passato l’esame era soggetto a critiche.

Quali sono le differenze tra le tracce della Maturità 2025 e quella 1973

Il confronto tra le tracce del 1973 e quelle della Maturità moderna mostra un cambiamento radicale nell’approccio alla prima prova. Lorenzo Pregliasco, ricordando la sua Maturità del 2005, ha sottolineato questa profonda evoluzione osservando che nel 1973 lo studente riceveva una “traccia secca”, ovvero una singola frase o concetto da cui “sviluppare un pensiero originale”.

Per la prima prova attuale, i candidati ricevono un plico costituito da molte pagine (quest’anno sei) contenente tre tipologie di temi per sette tracce in totale, ciascuna corredata da una gran quantità di materiali, estratti, fonti e articoli. Questo schema richiede allo studente non tanto di generare un pensiero originale dal nulla, quanto piuttosto di rielaborare criticamente i materiali forniti, ovvero analizzarli e commentarli.

A questo proposito, Pregliasco ha osservato: “Da un lato in effetti assorbire, sintetizzare, riorganizzare un nucleo di informazioni dato è in effetti un ottimo punto di partenza, per valutare la capacità di esprimersi in italiano scritto. Dall’altro, però, mi affascina la lapidarietà di quei temi dell’Italia di ieri. Una frase, un concetto, un lampo. Il resto devi mettercelo tutto tu”.

Il giornalista ha concluso la sua riflessione con una domanda: “È cambiata la scuola, o siamo cambiati noi?“.

Com’è cambiata la Maturità nel corso degli anni

La Maturità è nata con la Riforma Gentile nel 1923 durante il governo Mussolini. L’esame era profondamente diverso: era composto da quattro prove scritte e un orale e verteva sui programmi degli ultimi tre anni di superiori. La commissione era composta esclusivamente da membri esterni, spesso professori universitari.

Nel 1937, i programmi d’esame furono ridotti all’ultimo anno. Durante la Seconda guerra mondiale, la Maturità fu trasformata in un semplice scrutinio, per poi tornare all’impostazione gentiliana con quattro prove scritte nel 1951.

Il 1969 segnò il primo vero cambiamento strutturale con il ministro Fiorentino Sullo, che fissò a due le prove scritte e a due quelle orali, e introdusse il voto finale in sessantesimi.

Tra il 1996 e il 2000, il ministro Luigi Berlinguer rivoluzionò ulteriormente l’esame, introducendo i crediti scolastici, la diversificazione delle tracce di italiano e il ‘quizzone’ multidisciplinare della terza prova. Il 2019 vide le controverse ‘buste’ per il colloquio orale, introdotte dal ministro Marco Bussetti, ma ebbero breve durata.

Gli anni della pandemia da Covid-19 hanno portato stravolgimenti maggiori: nel 2020, con la ministra Lucia Azzolina (e mantenuto dal ministro Patrizio Bianchi), le prove scritte furono eliminate per due anni, sostituite da un orale più corposo.

Successivamente, con il rientro dall’emergenza, il ministro Bianchi reintrodusse le prove scritte con alcune semplificazioni (solo la prima prova nazionale, la seconda interna).

Infine, dal 2023, il ministro Giuseppe Valditara ha riportato la Maturità a due scritti e un orale multidisciplinare.

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