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Diritto alla disconnessione Fonte foto: iStock - mediaphotos

Cos'è il diritto alla disconnessione e come è applicato a scuola

Nell'era della connessione costante si parla sempre di più di diritto alla disconnessione dei lavoratori: cos'è e come viene applicato a scuola

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Forse non tutti sanno che per i lavoratori esiste il diritto alla disconnessione: cos’è e come viene applicato nel settore della scuola.

Cosa è il diritto alla disconnessione

Essere sempre connessi è una caratteristica dell’epoca che stiamo vivendo. L’accesso costante a e-mail, chat di lavoro e altri canali digitali facilita la comunicazione con colleghi e superiori, la gestione dei documenti e il monitoraggio dello stato di avanzamento dei progetti, sfumando i confini tra lavoro e vita privata.

Per questo motivo, si parla sempre più frequentemente del diritto alla disconnessione, ovvero della possibilità di non essere reperibili e di ‘staccare la spina’ al di fuori dell’orario lavorativo. Questo diritto include non solo la facoltà di scollegarsi, ma anche la garanzia di non subire conseguenze negative per non essersi connessi, né di essere premiati per averlo fatto.

Il rapporto di Eurofond (Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro) dal titolo ‘Right to disconnect: implementation and impact at company level’ ha fatto il punto sulla legislazione e le pratiche aziendali in materia, evidenziando un crescente interesse da parte di legislatori, sindacati e associazioni di categoria.

Come riportato nel report, l’Italia è stato uno dei primi Paesi europei ad introdurre una normativa specifica sul diritto alla disconnessione con la legge 81/2017, seppur nell’ambito della regolamentazione dello smart working. La legge non riconosce esplicitamente la disconnessione come un diritto, ma ne prevede la regolamentazione mediante contrattazione individuale tra datore di lavoro e lavoratore.

Come funziona il diritto alla disconnessione nella scuola

Nel settore pubblico, un esempio di regolamentazione del diritto alla disconnessione è proprio il CCNL del comparto Istruzione e Ricerca 2016/2018.

Al punto c8 del comma 4, lettera c), dell’articolo 22, si legge: "Sono oggetto di contrattazione integrativa di istituto i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare (diritto alla disconnessione)".

Detto in altri termini, la norma demanda alla contrattazione integrativa la definizione dei criteri generali per l’uso delle tecnologie di lavoro al di fuori dell’orario di servizio per evitare una sovrapposizione tra vita lavorativa e privata del personale scolastico.

Stessa cosa è prevista anche nel nuovo Contratto collettivo nazionale del personale del comparto Istruzione (periodo 2019-2021) firmato lo scorso 18 gennaio.

La lettera della preside alle famiglie

Nell’era dei gruppi Whatsapp e dei registri elettronici collegati alle mail degli insegnanti, agli smartphone dei docenti arrivano numerose comunicazioni di lavoro ogni giorno, e questo, in alcuni casi, accade anche quando non sono in servizio, durante il weekend o in orario notturno.

Questa pratica "si pone in conflitto, prima che con norme contrattuali, con le basi di quella che potremmo definire la ‘buona educazione’", ha scritto, in una nota indirizzata alle famiglie lo scorso anno, Francesca Baldi, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Albaro di Genova.

La preside ha deciso di inviare una lettera ai genitori degli alunni dopo aver rilevato "il consolidarsi di pratiche comunicative scuola-famiglia caratterizzate dall’utilizzo disinvolto della posta elettronica istituzionale all’attenzione del docente". Per questo ha ritenuto "non più rinviabile una puntualizzazione" di quanto previsto dalla normativa in materia, ovvero il diritto alla disconnessione del personale scolastico.

Nell’informativa, Baldi ha spiegato anche che "la disponibilità del docente a comunicare e ad ascoltare le esigenze di famiglie e alunni rappresenta sempre una risorsa di indubbio, inestimabile valore aggiunto". Ma, ha proseguito, "tale disponibilità non può e non deve essere interpretata come uno spazio senza orari e scadenze, senza vincoli di contenuto e priorità, tramite il quale trovare, sempre, risposte e ascolto incondizionati".