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Prof Galiano Fonte foto: Prof Galiano

Diritto alla disconnessione: prof Galiano propone il "carcere"

Enrico Galiano propone il "carcere" per chi non rispetta il diritto alla disconnessione: l'idea ironica del prof scrittore che fa discutere il web

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

In virtù del diritto alla disconnessione, prof Enrico Galiano propone il “carcere a chi manda mail di lavoro nei giorni di festa”. L’ironico post del docente ha ricevuto numerosi commenti, ai quali ha prontamente risposto per precisare la sua posizione.

Galiano ironizza: “Carcere a chi manda mail di lavoro nei giorni di festa”

“Un disegno di legge, presto, che imponga il carcere a chi manda mail di lavoro nei giorni di festa (e se insegni, so che anche tu hai quel/quella collega. Condividi con tali pericolosi soggetti questo post: rendi il mondo un posto migliore)”.

Sono queste le parole scritte dall’insegnante e scrittore Enrico Galiano sulla sua pagina Facebook. L’intento ironico del post ha comunque permesso al prof di lanciare un appello: quello alla disconnessione è un diritto dei lavoratori del mondo della scuola. Stop dunque a mail, messaggi e chiamate professionali fuori dall’orario di impiego.

La reazione del web e la risposta di prof Galiano

Il post di Enrico Galiano, in pochissimo tempo, ha collezionato quasi 3mila like, un centinaio di condivisioni e oltre 290 commenti, molti dei quali non hanno colto l’ironia della frase.

“Mah, mi sembra veramente eccessivo e anche poco applicabile. Nell’impiego privato, specialmente per chi opera in un mondo globale, può capitare spesso di dover lavorare in giorni di ‘festa’, trovo che il carcere serva per reati ben peggiori e trovo questa idea irrispettosa nei confronti di chi lavora senza tutele e anche nei giorni di festa”, ha ribattuto un’utente.

Questa la risposta dell’insegnante: “A volte penso che un disclaimer ‘sto facendo ironia’ sarebbe utile, oltre che uno tipo ‘mi riferisco a lavori in cui si potrebbe semplicemente posticipare la mail con la funzione programma mail’, non certo a lavori in cui è perfettamente normale farlo, in aggiunta a ‘mi raccomando non voglio offendere nessuno costretto a lavorare nei giorni di festa’, però al tempo stesso mi chiedo se inserire spiegazioni come queste poi rischino di appesantire troppo quella che era palesemente solo un’iperbole scherzosa e non so perché oggi mi sono svegliato in caps-lock”.

Tra i commenti non mancano quelli di chi ha sottolineato che questo dovrebbe valere anche per gli insegnanti che caricano i compiti sul registro elettronico fuori dall’orario scolastico e in giorni festivi: “E per i docenti che assegnano compiti di sera sul registro elettronico, nel bel mezzo delle feste natalizie, senza alcun preavviso ai ragazzi? (sono mamma e docente)”, ha commentato un’utente. “Vale anche per chi carica i compiti delle vacanze non previsti e parecchio complicati il 30 dicembre alle 23 da consegnare entro il 6 gennaio?”, ha scritto un’altra.

C’è anche chi, all’ironia del prof, ha risposto con altrettanta ironia: “Il carcere mi sembra il minimo”.

Cos’è il diritto alla disconnessione e come funziona a scuola

Ma cos’è il diritto alla disconnessione ha cui ha fatto riferimento Enrico Galiano e molti dei suoi follower nei commenti al post? Il diritto alla disconnessione è la possibilità di non essere reperibili e di ‘staccare la spina’ al di fuori dell’orario lavorativo. Questo diritto include non solo la facoltà di scollegarsi, ma anche la garanzia di non subire conseguenze negative per non essersi connessi, né di essere premiati per averlo fatto.

L’Italia è stato uno dei primi Paesi europei ad introdurre una normativa specifica sul diritto alla disconnessione con la legge 81/2017, seppur nell’ambito della regolamentazione dello smart working. La legge non riconosce esplicitamente la disconnessione come un diritto, ma ne prevede la regolamentazione mediante contrattazione individuale tra datore di lavoro e lavoratore.

Nel settore pubblico, un esempio di regolamentazione del diritto alla disconnessione è proprio il CCNL del comparto Istruzione e Ricerca 2019/2021, firmato il 18 gennaio 2024.

Al punto c8 del comma 4, lettera c), dell’articolo 30, si legge: “Sono oggetto di contrattazione integrativa a livello di istituzione scolastica ed educativa i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare (diritto alla disconnessione)”.

Detto in altri termini, la norma demanda alla contrattazione integrativa la definizione dei criteri generali per l’uso delle tecnologie di lavoro al di fuori dell’orario di servizio per evitare una sovrapposizione tra vita lavorativa e privata del personale scolastico.