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galiano e valditara Fonte foto: IPA

Prof Galiano corregge post di Valditara come un compito: il voto

Enrico Galiano corregge il post del ministro Valditara finito al centro delle polemiche come fosse un compito in classe: che voto gli darebbe il prof

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Prof Galiano corregge un post del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara come fosse un compito in classe e gli dà il voto. Ecco quanto quanto avrebbe per l’insegnante.

Prof Galiano corregge il tweet del ministro Valditara

“Valuto un tweet del ministro Valditara come se fosse un compito in classe. Sì, proprio quello che è costato una querela a Nicola Lagioia. E voi, che voto gli avreste dato?”. A parlare è Enrico Galiano, insegnante di italiano e scrittore.

Giuseppe Valditara ha querelato Nicola Lagioia che lo aveva criticato in tv definendo “completamente sgrammaticato” un suo tweet, riguardante gli studenti di origine straniera, postato dal ministro nel marzo scorso. Lo scrittore, in quell’occasione, aveva aggiunto che se sottoposto ad un test di italiano per stranieri, “probabilmente Valditara lo fallirebbe”, mentre “molti di questi studenti lo passerebbero”.

Così Enrico Galiano, molto seguito sui social, ha deciso di “correggere il testo come se fosse un compito in classe” attraverso un reel.

Il tweet di Valditara finito nel mirino di prof Galiano

Il tweet postato da Valditara, finito nel mirino prima di Lagioia e poi di prof Galiano, recitava, come letto dall’insegnante nel video: “Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate. È in questa direzione che noi intendiamo muoverci”.

Il post su X del ministro, sul tetto al numero di alunni stranieri per classe, aveva attirato l’attenzione del web non tanto per la posizione espressa, ma soprattutto per la forma con cui era stato scritto.

Le correzioni di prof Galiano e il voto al ministro

Enrico Galiano ha precisato che il suo “non è un giudizio sul contenuto” perché “ognuno è libero di pensarla come vuole”, sottolineando che lui è un “prof di italiano e guardo solo la forma”. E “faccio come faccio con i miei studenti, cioè comincio con i punti di forza di questo testo”, ha proseguito.

Nel tweet del ministro “c’è una cosa che funziona” secondo il docente, ovvero “l’uso dell’anafora ‘se’“. L’anafora è una figura retorica che consiste nella “ripetizione di una parola o più parole” che “alza la temperatura emotiva di un discorso”. La ripetizione “genera attesa” e, “da un punto di vista formale, è sempre un buono strumento per agganciare il lettore”.

Ma “adesso passiamo ai lati negativi, che ce ne sono diversi”, ha continuato prof Galiano. “Punto primo, il periodo è troppo lungo. La principale (c’ho messo un po’ a trovarla) è ‘ciò avverrà più facilmente’. E a questa sono agganciate tantissime subordinate, subordinate di subordinate di secondo grado, forse anche di terzo” che “rendono il discorso molto farraginoso, lento e di non immediata comprensione”.

La seconda cosa che non va è la punteggiatura“, perché “non usa uno strumento fondamentale che è il punto e virgola”. Il punto e virgola, ha spiegato il professore, “lo usi quando fai un elenco e l’elenco non è composto da singole parole ma da frasi intere”. Quindi “tutti i ‘se’ dovevano essere separati da un punto e virgola perché il discorso funzionasse meglio”.

Terza cosa, “forse la più grave”, ha evidenziato Enrico Galiano, “c’è un errore di morfologia abbastanza pesantino: tutti i ‘se’ sono legati a dei futuri semplici, come ‘se studieranno’, ‘se saranno coinvolti’. Ma poi abbiamo, così a caso, un congiuntivo presente: ‘se nelle scuole si insegni’. Non c’è coerenza morfologica. Questa cosa non va bene anche dal punto di vista della correttezza grammaticale”.

Così è arrivato il voto al ministro Valditara: “Se fosse un testo di terza media – ha detto prof Galiano – avrei dato 6 pieno. Se invece lo consideriamo come un testo di quinta superiore, mi spiace ma non credo che potrei dare la sufficienza: 5-5 e mezzo“.