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Costumi di Carnevale per i bimbi a scuola: la polemica social
Scoppia una nuova accesa polemica tra genitori sui social, nata dall'iniziativa di una scuola per realizzare i costumi di Carnevale ai figli
Una discussione ad ‘alta tensione’ è scoppiata sui social, più precisamente su Thread, dopo che una madre ha raccontato che la scuola frequentata dalla figlia ha chiesto aiuto ai genitori per realizzare i costumi di Carnevale per i bimbi.
La donna che ha dato il via al dibattito ha lasciato intendere che l’iniziativa, secondo lei, è positiva, ma ha scatenato una valanga di commenti di altri padri e madri, divisi tra coloro che ritengono che non c’è nulla di male a proporre una simile attività, e coloro che hanno fortemente criticato la proposta della scuola.
- Scuola e costumi di Carnevale, come è nata la discussione social tra genitori
- Le critiche all'iniziativa di Carnevale per genitori e figli
- Le risposte alle critiche e la testimonianza dagli Usa
Scuola e costumi di Carnevale, come è nata la discussione social tra genitori
“Nella scuola di mia figlia alcune maestre hanno chiesto aiuto alle famiglie per realizzare i costumi di Carnevale e ho sentito molte mamme lamentarsi di questo. Ora, io capisco gli impegni e la vita frenetica, ma se abbiamo perso anche il piacere di passare un pomeriggio con i nostri figli ritagliando cartoncini, siamo davvero messi male”. Questo il messaggio, scritto da una madre su Threads, che ha innescato il dibattito sul tema ‘genitori e tempo da dedicare ai figli’.
“E poi, se decidi di avere figli, devi pure mettere in conto di seguirli, sono persone, non bambolotti”, ha aggiunto la donna in maniera decisa. C’è chi ha accolto positivamente il pensiero della madre e chi invece ha polemizzato apertamente, sostenendo che non tutti possono permettersi di dedicare del tempo a fare certe attività con i propri figli.
Le critiche all’iniziativa di Carnevale per genitori e figli
“Forse non sai cosa vuole dire non avere tempo per respirare. Forse non sai quante famiglie sono COSTRETTE a non dare presenza ai figli perché DEVONO lavorare per poter dare loro una casa e del cibo”. Così una utente rispondendo al post che ha dato il via alla discussione.
Altro commento a caldo di un’altra persona: “Io non ho figli, ma lavoro dalle 8 alle 12:30 e dalle 13:30 alle 19. Mi spieghi tra spesa, casa, cibo dove troverei il tempo di ritagliare cartoncini!?”. Un’altra persona ha espresso lo stesso concetto, sostenendo che il problema non è la voglia di trascorrere del tempo con i figli per preparare i costumi di Carnevale, bensì la mancanza di tempo, occupato principalmente dalle faccende lavorative e domestiche: “Non tutti hanno un intero pomeriggio libero. Molti ne hanno solo 1 o 2 a settimana, che usano per fare mille lavatrici, pulizie, spesa, preparazione pasti per la settimana…”.
Tra le critiche ci sono anche quelle di chi ha scritto che non c’è nulla di male a lamentarsi, poiché ci sono genitori che preferiscono fare un’attività differente con i figli: “Non tutte le mamme sono casalinghe nulla facenti. Quelle che si lamentano hanno ragione. Anche perché il tempo con i figli magari lo passo a fare una gita e non a tagliare cartone per maestre frustrate”.
Le risposte alle critiche e la testimonianza dagli Usa
Dall’altra parte della ‘barricata’ ci sono invece i genitori che hanno visto positivamente l’iniziativa della scuola e che credono che in molti casi i padri e le madri, se davvero lo volessero, troverebbero il tempo per poter partecipare a determinate attività con i figli, come appunto quella della creazione dei costumi di Carnevale.
“Dai commenti che leggo: che tristezza! Tutti lavoriamo, abbiamo mille impegni, ma se mi avessero chiesto di fare un vestito, che bello! Non so cucire. Ma è una bella iniziativa”, il parere di un genitore. “Leggo risposte di gente che non ha tempo – il pensiero di un altro utente -. Minc**a, è un momento con i figli a ritagliare cartoncini, non vi hanno chiesto di costruire la piramide di Giza. Ma come fate ad essere così totalmente poco empatici? Siamo davvero abbruttiti a tal punto?”
Un’altra utente ancora sostiene che “non ci sia più la voglia da parte dei genitori di ‘perdere tempo’. Ma è un ottimo modo per poter passare del tempo con i bambini facendogli usare la fantasia e la creatività. Non si gioca più con i figli e non si ha mai tempo per qualcosa di diverso che non sia in una routine perfetta. Ed è triste”.
Un’altra persona si è inserita nel dibattito scrivendo che “se sono i genitori a reputare una palla la scuola e ciò che comporta”, non ci si deve sorprendere se i figli “non daranno importanza allo studio. Bambini persi, soli, svogliati arrivano proprio da esempi come quelli nei commenti”.
Nell’accesa discussione social è anche intervenuta una madre italiana che si è trasferita negli Usa. Secondo la sua esperienza, crede che la questione debba essere giudicata in ottica culturale: “Credo sia una cosa culturale. Io vivo negli States. La scuola chiede costantemente l’aiuto alle famiglie, ma qui vige la regola sociale del ‘se so fare una cosa è mio colpito metterla al servizio della comunità‘. Alle feste scolastiche papà diventano DJ, fonici, mettono le luci. Chi sa cucire – prosegue la donna che ora vive negli Usa – mette a disposizione il suo sapere. Sono cresciuti così. Da piccolini hanno ricevuto e da adulti restituiscono il favore. Vale in tutto così. È un aspetto che ho conosciuto qui e apprezzato dal primo istante”, ha concluso.