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Crepet Fonte foto: IPA

Crepet: "Ragazzi, sveglia!". Sfogo sui genitori "insopportabili"

"Ragazzi, sveglia!": lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet è tornato a esortare i giovani e a polemizzare contro i "genitori insopportabili"

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Ragazzi, sveglia“. È questo il messaggio lanciato da Paolo Crepet dal palco del Teatro Cilea di Reggio Calabria che lo ha ospitato con il suo spettacolo ‘Mordere il cielo’. Lo psichiatra e sociologo ha dunque parlato dell’educazione dei giovani e del loro rapporto con i genitori che, a sua detta, sono spesso “insopportabili“.

Crepet sull’educazione dei giovani: “Genitori insopportabili”

“I ragazzi si devono svegliare e cominciare a dire, non a me, cosa vogliono fare, che vita vogliono condurre, se vogliono rimanere seduti sul divano o vogliono vivere il mondo”. A parlare è Paolo Crepet, intervistato da Il Reggino in occasione del suo spettacolo al Teatro Cilea di Reggio Calabria.

Divano o mondo? Crepet non ha dubbi sulla scelta: “Io penso che sia più facile vivere il mondo che restare seduti sul divano, anche perché oggi con il prezzo di una pizza e una birra puoi andare a Parigi o a Berlino. Io a quell’età lì non potevo farlo”.

Secondo lo psichiatra, troppo spesso i giovani d’oggi sono immobili e interagiscono con il mondo esterno solo attraverso i social, aspettando “l’eredità dei nonni e dei genitori” senza rimboccarsi le maniche.

Come ha più volte ribadito nei suoi interventi, questo tipo di atteggiamento non è tanto responsabilità dei giovani quanto dei loro genitori, che ha spesso definito “i peggiori della storia” perché “accondiscendenti e senza carisma”.

Credo che ci siano dei genitori insopportabili che pensano solo a controllare, aiutare, e sembrano degli sportelli bancari – ha proseguito Crepet -. Poi ci sono altre persone che hanno ancora l’idea che ragazzi e ragazze si devono assumere le loro responsabilità e andare a godersi la vita”.

Crepet ha sottolineato che l’iperprotezione dei genitori di oggi ostacola i giovani nel loro processo di crescita e, conseguentemente, lo sviluppo di capacità fondamentali per fronteggiare le sfide della vita. Per questo ha esortato le madri ed i padri a riflettere sul loro ruolo e a favorire un’educazione indirizzata a rafforzare l’autonomia dei figli e la loro capacità di affrontare le difficoltà.

Cosa dovrebbe fare la scuola (per Crepet)

Durante lo spettacolo, lo psichiatra ha dedicato anche una riflessione al ruolo della scuola evidenziando che il mondo dell’istruzione deve evolversi per rispondere alle nuove esigenze della società. Per l’esperto, la scuola non deve promuovere solo l’acquisizione di conoscenze, ma deve soprattutto spronare lo sviluppo del pensiero critico e della creatività.

Inoltre l’esperto ha detto che “i genitori devono restare fuori dalla scuola“. Quello scolastico è un ambiente dove i giovani si interfacciano con i loro coetanei e gli insegnanti per imparare e per esplorare, non solo attraverso lo studio, le proprie passioni e talenti.

Bellezza, sogno e capacità: il messaggio di Crepet

Nel suo intervento nel teatro calabrese, Paolo Crepet ha anche parlato dell’importanza della bellezza, intesa in senso filosofico, dalla quale bisogna ripartire per tornare a sognare, affrontare le difficoltà e migliorare la società. Rivolgendosi al pubblico ha detto: “È da questo mare che bisognerebbe partire, metaforicamente parlando ma non solo, per diventare dei cacciatori di orizzonti”.

La bellezza, per Crepet, ha il potere di aprire mente e cuore e di connettere le persone tra di loro, arricchendo l’esperienza umana. “Come fate voi che avete i Bronzi di Riace, che sono tra le sculture più straordinarie mai partorite dall’umanità, a non usarle per spiegare che a quello bisogna tendere”.

Lo psichiatra ha precisato che quelle opere non sono solo un esempio di “bellezza infinita”, ma sono anche il simbolo della “capacità” degli esseri umani: “Chi le ha fatte non era qualcuno che aveva imparato qualcosa on line – ha detto -. Per fare quelle statue, sai quanti ne avranno buttati via prima che venisse quello buono. E allora mi domanda perché loro potevano fare cose straordinarie e noi dobbiamo stare sul divano a fare un accidente di niente? Perché l’ignavia è diventata una possibilità?“.

Paolo Crepet ha concluso il suo spettacolo lanciando un messaggio al pubblico: “Bisogna smettere di sognare solo dopo morti“.