I docenti potranno portare a scuola un'arma: rivolta dei genitori
Nuova rivolta dei genitori negli USA, in Tennessee: è stata approvata in Senato una legge che permette agli insegnanti di portare a scuola un'arma
Si riapre nuovamente il dibattito sul possesso delle armi negli Stati Uniti. A scatenare l’accesa protesta è stata la nuova legge del Tennessee, approvata dal Senato, che permetterà agli insegnanti e al personale scolastico di portare un’arma a scuola. I favorevoli sostengono che questo possa essere un mezzo di dissuasione per gli aggressori, utile per salvare vite umane. I contrari, invece, credono che la presenza di armi nelle scuole non garantirebbe la sicurezza degli studenti.
Protestando apertamente il proprio dissenso, sono molti i genitori e cittadini che si sono schierati contro questa legge, che potrebbe entrare ufficialmente in vigore se approvata anche dalla Camera dei rappresentanti dello Stato.
Vediamo di cosa si tratta e cosa è successo.
La nuova legge del Tennessee sulle armi a scuola
Una nuova legge permetterà agli insegnanti e al personale scolastico di portare con sé un’arma all’interno dell’istituto. È la decisione deliberata a maggioranza repubblicana dal Senato dello Stato americano del Tennessee.
Una legge che nasce dopo un precedente drammatico avvenuto in una scuola elementare privata di Nashville: una sparatoria messa in atto dall’ex alunna 28enne Audrey Elizabeth Hale, il 27 marzo 2023, che ha portato alla morte di sette persone, di cui tre bambini e tre insegnanti (oltre alla stessa attentatrice).
Presentato martedì scorso, il ddl è stato approvato con 26 voti favorevoli e 5 contrari. Secondo quanto previsto dalla nuova legge, vengono poste comunque delle condizioni da soddisfare per poter avere il permesso di portare un’arma a scuola: il possesso di un porto d’armi, un permesso scritto del preside e il completamento di 40 ore di formazione di base sulla polizia scolastica.
Prima di poter entrare in vigore, la legge del Tennessee dovrà passare al vaglio della Camera dei rappresentanti dello Stato. Se verrà approvata anche dalla Camera, entrerà ufficialmente in vigore a partire dal 1° luglio 2024.
Sono state numerose le proteste che si sono alzate contro l’approvazione di questa legge, soprattutto da parte delle famiglie della Covenant School di Nashville, che hanno espresso il loro pensiero a riguardo, riaccendendo l’annosa discussione sul possesso delle armi negli Stati Uniti. Una sfida che richiede al più presto una soluzione efficace e che è spesso commentata anche in Italia, dove negli ultimi tempi le tensioni e gli episodi di violenza in università hanno fatto notizia.
La rivolta dei genitori
Il provvedimento approvato dal Senato del Tennessee ha scatenato la rivolta dei genitori della Covenant School di Nashville, la scuola in cui ha avuto luogo la tragedia del 2023, ma anche di numerosi cittadini che sono contrari alla presenza di armi nelle scuole.
In occasione della votazione, numerose persone si sono riunite per protestare contro il ddl. Tra loro Beth Gebhard, madre di bambini che frequentavano l’istituto, che ha detto: “Una pistola non farà nulla contro tutto questo. Se quello che è successo il 27 marzo scorso fosse accaduto con un insegnante armato di pistola che tentava di mettere fuori gioco il killer, i miei figli probabilmente sarebbero morti”.
“Come madri di sopravvissuti, tutto ciò che possiamo fare è continuare a presentarci e continuare a condividere le nostre storie e sperare che alla fine le ascolteranno e seguiranno i nostri consigli”. È la voce di Melissa Alexander, un’altra madre degli studenti sopravvissuti all’attacco nella scuola di Nashville. “Abbiamo esperienze reali in queste tragedie. Siamo quelli che sono stati lì, l’hanno sperimentato e ne hanno vissuto le conseguenze”, ha concluso Melissa.
Anche la senatrice democratica London Lamar ha espresso il suo dissenso: “Non penso che sia responsabilità degli insegnanti del nostro Stato, che hanno prestato giuramento di educare i nostri figli, diventare ora agenti delle forze dell’ordine”, ha affermato durante la commissione Giustizia del Senato.