Documenti persi: università annulla laurea di medico dopo 10 anni
Persi i documenti sugli esami Erasmus, così l'Università di Bari ha annullato la laurea di un medico dopo 10 anni dal conseguimento: cosa è successo
L’Università di Bari ha annullato la laurea di un medico dopo 10 anni dal conseguimento perché sono stati persi i documenti sugli esami svolti dalla ex studentessa durante l’Erasmus. Nel frattempo, la dottoressa protagonista della vicenda, oltre ad essersi iscritta alla specializzazione, aveva già iniziato il suo lavoro come medico. Ecco cosa è successo.
- L'Università di Bari annulla la laurea di un medico
- La sentenza del Tar
- Il commento del presidente dell'Ordine dei medici
L’Università di Bari annulla la laurea di un medico
Era il 2013 quando l’Università di Bari ha ammesso una studentessa alla seduta di laurea in Medicina dopo aver accertato il regolare svolgimento degli esami sostenuti dalla stessa durante il periodo Erasmus, che la giovane aveva trascorso in Spagna. Ma dopo 10 anni dal conseguimento del titolo, l’ateneo pugliese ha annullato la sua laurea perché sono stati persi i documenti riguardanti gli esami che la stessa aveva svolto in Erasmus.
“È pacifico che l’università abbia smarrito la documentazione formata 10 anni prima”, hanno spiegato dal Tribunale amministrativo pugliese, a cui la dottoressa si è rivolta, come riportato da ‘La Repubblica’.
Con l’annullamento della laurea, sono state dichiarate nulle anche l’abilitazione alla professione medica, l’iscrizione all’ordine e l’accesso alla scuola di specializzazione. Durante gli scorsi 10 anni, la giovane ha anche esercitato il ruolo di medico penitenziario alla casa circondariale di Bari ed il carcere minorile, poi nel penitenziario di Turi (Bari), in alcuni poliambulatori di medicina generale e alla Scuola allievi della Guardia di finanza.
Dopo un anno di scuola di specializzazione all’Università di Foggia, ha chiesto il trasferimento all’Università di Bari. Ed è stato proprio lì che, nel settembre del 2023, l’ateneo ha annullato la laurea per “assenza della documentazione comprovante il superamento di 8 esami sostenuti all’Università di Valladolid nell’ambito del periodo di mobilità Erasmus”. Per questo è stata sospesa dalla formazione specialistica.
La sentenza del Tar
La donna ha così deciso di fare ricorso al Tar. Nel corso della causa davanti al tribunale è stato evidenziato che, prima della seduta di laurea, “la posizione della studentessa era stata verificata dall’Università di Bari, che aveva controllato l’effettivo svolgimento degli esami in Spagna, convalidati dal Consiglio di facoltà di Medicina“. Per questo, “la certificazione propedeutica all’accesso alla seduta di laurea rilasciata nel 2013 a firma del responsabile di Area e del capo Divisione non può oggi essere smentita dal fatto che i documenti su cui si basava quella certificazione non si trovano”, hanno spiegato i giudici.
“L’università barese non ha sporto querela di falso contro quei documenti – si legge sulla sentenza del Tar, come riportato da ‘La Repubblica’ – per cui più che di un falso potrebbe essersi trattato di un mero errore materiale”.
La dottoressa, dunque, può adesso riprendere il proprio percorso di specializzazione, a meno che l’Università di Bari non decida di impugnare la sentenza davanti al Consiglio di Stato, rinviando così la riammissione.
Il commento del presidente dell’Ordine dei medici
A commentare l’accaduto su ‘Il Corriere della Sera’ è stato il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Omceo) di Bari, Filippo Anelli: “è una vicenda che sotto il profilo umano non può che far scaturire la massima solidarietà nei confronti della collega”, ha affermato. “Resta da comprendere bene le dinamiche che ci sono state – ha proseguito -, perché se l’università adombra che ci siano state delle irregolarità in Spagna, il Tar sembra escluderlo”.
Il presidente, inoltre, ha aggiunto che “non era mai capitata una cosa simile, è un fatto unico nel suo genere”. Infatti “facciamo controlli sempre molto serrati sulle lauree. Quando abbiamo ricevuto la domanda di iscrizione all’ordine, l’università ci ha dato conferma sia sul titolo che sull’abilitazione; siamo rimasti sorpresi quando ha fatto un passo indietro”.
Anelli ha concluso: “Spero che la vicenda si chiarisca nel più breve tempo possibile. Aspettiamo una chiarificazione definitiva, ma dal punto di vista umano sono molto solidale con la collega”.