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Stipendio Fonte foto: iStock

Effetto laurea: stipendio medio in Italia e chi guadagna di più

I dati Istat mostrano che i dipendenti con la laurea hanno una retribuzione maggiore: qual è lo stipendio medio in Italia e chi guadagna di più

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Studiare conviene. A dirlo sono i dati Istat sulla struttura delle retribuzioni in Italia riferiti all’anno 2022 che sono stati pubblicati il 21 gennaio. Il report dell’istituto mostra che i dipendenti che possiedono una laurea, mediamente, hanno uno stipendio più alto rispetto a coloro che hanno conseguito solo il diploma o la licenza media. Nonostante questo, i giovani continuano ad essere penalizzati da un punto di vista salariale, così come le donne. Ma qual è lo stipendio medio in Italia e chi guadagna di più?

Qual è lo stipendio medio in Italia

Secondo le nuove rilevazioni Istat, nel 2022 in Italia lo stipendio medio annuo è pari a 37.302 euro, ovvero circa 2mila euro netti al mese. Ma scomponendo il dato, si osservano notevoli differenze.

La retribuzione oraria media, nelle realtà con almeno 10 dipendenti, tra le donne è pari a 15,9 euro (0,5 euro inferiore alla media calcolata su tutti i dipendenti) e tra gli uomini è pari a 16,8 euro (0,4 euro superiore). Tradotto: le donne in Italia guadagnano meno degli uomini. Nel dettaglio, in un anno le lavoratrici dipendenti guadagnano 6mila euro in meno dei lavoratori (33.807 euro contro 39.982).

Il differenziale retributivo di genere (Gender Pay Gap) è più marcato tra i laureati (16,6%, un valore circa triplo di quello medio) e tra i dirigenti (30,8%).

I giovani guadagnano meno, ma laurearsi conviene

La retribuzione oraria, pari in media a 16,4 euro, mostra differenze molto marcate tra generazioni e per titolo di studio. Tra i giovani under 30 la retribuzione media oraria (11,9 euro) è del 36,4% inferiore a quella dei dipendenti over 50 (18,7 euro) e del 24,7% inferiore a quella di coloro che hanno un’età compresa tra i 30 e i 49 anni (15,8 euro).

Ma studiare conviene. Il salario medio annuo cresce all’aumentare del titolo di studio del lavoratore, in tutti i settori indistintamente per uomini e donne. La paga oraria media di un dipendente laureato è di circa 22 euro, per un diplomato 15 euro, mentre per chi ha al più la terza media è di 12,4 euro. Un laureato, dunque, prende circa il 43,6% in più di un lavoratore che ha la licenza media ed il 31,8% in più di un diplomato.

Passando al salario annuo, il più alto si osserva tra i lavoratori con almeno la laurea nel comparto della ‘Industria in senso stretto‘ (56.404 euro), mentre la paga più bassa si rileva tra i lavoratori con al più la licenza media nel comparto dei ‘Servizi di mercato’ (27.067 euro).

Se si considera anche il genere, la retribuzione media annua più bassa è quella delle donne con al più la licenza media (26.003 euro). Al contrario, la più alta è quella degli uomini con titolo universitario (56.104 euro).

A parità di livello di istruzione, i dipendenti uomini hanno retribuzioni medie annue sempre superiori alle donne, con un divario che aumenta al crescere del livello di istruzione: si ferma al 19,9% tra i dipendenti con al massimo la licenza media, sale al 20,5% tra i diplomati e raddoppia, raggiungendo il 39,9%, tra i laureati.

Chi guadagna di più in Italia

Come riportato da Istat, in media sono i dipendenti del settore pubblico a guadagnare di più. Qui lo stipendio lordo annuo è pari a 39.670 euro, mentre nel privato è di 36.034 euro.

Passando ai settori produttivi, le retribuzioni orarie più elevate (19,6 euro, 18,6 per le donne e 21,2 per gli uomini) si registrano nel settore degli ‘Altri servizi‘. L’Istat ha spiegato che “sono dovute alla presenza, al suo interno, del settore dell’Istruzione (che occupa circa un terzo dei dipendenti del macrosettore) dove, per il personale docente, il numero di ore di servizio (nominale) risulta particolarmente basso”.

Le ‘Costruzioni’ sono invece il settore con le retribuzioni orarie più basse (13,7 euro) sia per le donne sia per gli uomini (rispettivamente 13,1 e 13,8 euro).

Infine, l’Istat ha sottolineato che permane una forte distanza tra i lavoratori più ricchi e quelli più poveri. “Livelli retributivi medi particolarmente elevati caratterizzano il settore delle ‘Attività finanziarie e assicurative’ (25,9 euro l’ora), mentre i più bassi si registrano in quello dei ‘Servizi di alloggio e di ristorazione’ (10,9 euro). Tra i lavoratori dipendenti, il 10% che guadagna di meno viene retribuito al massimo con 8,8 euro l’ora, mentre il 10% che guadagna di più supera i 26,6 euro”, hanno concluso dall’istituto di statistica.