
Esame di Maturità spostato a marzo? La nuova idea
Il professore Antonio Silvio Calò ha proposto di spostare l'esame di Maturità da giugno a marzo: per quale motivo e in cosa consiste la sua idea
Continuano a far discutere i casi di scena muta volontaria all’orale della Maturità 2025. A commentare questi gesti di protesta è stato anche il prof di storia e filosofia Antonio Silvio Calò. Partendo dalle contestazioni dei maturandi, l’insegnante ha fatto una lunga riflessione sulla scuola e sull’esame di Stato, e ha concluso lanciando una nuova idea: spostare la Maturità da giugno a marzo.
Cosa manca all’esame di Maturità secondo prof Calò
Cosa manca all’attuale esame di Maturità? A rispondere a questa domanda è stato il professore Antonio Silvio Calò, che in un lungo post Facebook è partito dai casi di scena muta all’orale messi in atto da alcuni studenti per protestare contro il sistema di valutazione della scuola italiana.
Ed è proprio questo sistema che, secondo l’insegnante, andrebbe rivisto, accogliendo anche tutte quelle esperienze che gli studenti fanno al di fuori della scuola ma che contribuiscono a formarli.
In questo contesto, ha spiegato Calò, “all’esame di maturità manca la valorizzazione di tutte le attività extrascolastiche, che contribuiscono anch’esse alla formazione di una persona“, essendo “un valore aggiunto significativo”. Attraverso di esse, infatti, “possono emergere delle capacità, competenze e dei saperi importanti per arrivare ad un autentico giudizio di maturità di uno studente”, ha evidenziato.
Pur riconoscendo che “questo è in parte già presente nella scuola”, il prof ha sottolineato che a suo avviso “non ha il peso che dovrebbe avere”, avendo “un valore relativo rispetto alle conoscenze convenzionali e strutturate del percorso scolastico”,.
Dedicare ore allo sport, allo studio di uno strumento musicale, al volontariato in associazioni, o a un lavoro, per Calò sono esperienze che formano “al pari di altri percorsi formativi”.
“Quindi certamente la scuola può dare di più su questo fronte, ma non dimentichiamoci mai che la scuola non è un’ azienda – ha proseguito -. E i risultati degli studenti sono sempre l’insieme di un cammino che include non solo la scuola ma anche la famiglia e le relazioni esterne”.
Non solo, ha aggiunto il prof: “Dobbiamo anche pensare e renderci conto che gran parte dei nostri studenti vivono la loro vita, cinque o sei ore al giorno, sui social e questo è un elemento nuovo, importante che condiziona molto questo cammino di formazione“.
Perché prof Calò propone di anticipare la Maturità a marzo
Antonio Silvio Calò ha continuato la sua riflessione focalizzandosi sulla questione universitaria. “Non è giusto, non è corretto che ci siano studenti che già a marzo, aprile e maggio abbiano in tasca una preiscrizione universitaria che ormai è già iscrizione – ha scritto il professore -. Questo chiaramente svaluta l’esame di stato e il percorso di studi fatto dagli studenti. Sarebbe molto più corretto aspettare l’esito degli esami di maturità per poi iniziare la selezione per le iscrizioni all’interno delle università”.
A questa critica, il docente ne ha aggiunta un’altra: “Ormai le università hanno trasformato la loro opera orientativa in una vera e propria ‘vendita’ di un prodotto come se comprassimo vestiti o altro”.
È da questa riflessione che è nata la sua proposta di anticipare l’esame di Maturità a marzo. L’idea avanzata da Calò è quella di strutturare il quinto anno delle superiori con “un primo quadrimestre lungo fino a marzo con scrutini finali e colloquio di maturità che sostituiscono di fatto l’esame di maturità“.
Successivamente, “da marzo a giugno”, si dedicherebbe un periodo a un “serio orientamento universitario” per poi arrivare, solo al termine di questo percorso, “all’iscrizione universitaria”.
Secondo Calò, questa riorganizzazione permetterebbe di riconnettere in modo più organico il percorso scolastico con quello universitario, ridando dignità all’esame di Stato come vero culmine del percorso di studi.