
Galiano e la poesia che chi lavora coi bambini dovrebbe leggere
Ecco la poesia che, secondo Enrico Galiano, dovrebbe assolutamente leggere chi lavora con i bambini: il testo e la spiegazione del prof scrittore
Secondo l’insegnante e scrittore Enrico Galiano c’è una poesia che chi lavora coi bambini dovrebbe assolutamente leggere. Sulla sua pagina Facebook, oltre a riportare il componimento, il prof ha spiegato “la storia dietro a questi versi” raccontando la vita dell’autore, interamente dedicata alla cura dei più piccoli.
Qual è la poesia che chi lavora coi bambini dovrebbe leggere (per Galiano)
“Questa poesia dovrebbero leggerla tutti quelli che lavorano con i bambini. E anche chi crede di non averne più bisogno”. La poesia citata sui social da Enrico Galiano è di Janusz Korczak, pedagogista, scrittore e medico polacco vittima della Shoah.
Il componimento non ha un titolo. I versi sono stati inseriti come introduzione al libro di Korczak intitolato ‘Quando ridiventerò bambino‘, scritto nel 1925. Nonostante questo, molti la ricordano riportando il suo primo verso: ‘È faticoso frequentare i bambini‘.
“La storia dietro questi versi è di quelle che meglio se ti tieni vicino un pacchetto di fazzoletti – ha raccontato prof Galiano -. L’autore non è soltanto un poeta. Janusz Korczak era un medico, un pedagogo, uno scrittore. Ma soprattutto un uomo che ha amato i bambini come pochi altri al mondo. Li ha difesi, ascoltati, protetti. Li ha presi sul serio, quando nessuno lo faceva”.
Nel 1912 Korczak fondò un orfanotrofio nel centro del quartiere ebraico di Varsavia, ricordato da tutti gli studiosi come una vera e propria società di bambini, organizzata secondo i principi della giustizia, della fraternità, dell’uguaglianza nei diritti e nei doveri. “Nel suo orfanotrofio a Varsavia, i bambini avevano una loro corte di giustizia, una radio, un giornale – ha proseguito prof Galiano -. Nessuna punizione, nessuna voce grossa. Solo rispetto, cura, fiducia”.
Per Korczak “educare non voleva dire piegare verso il basso, ma tendere verso l’alto – ha scritto ancora l’insegnante -. E quando nel 1942 i nazisti andarono a prendere i suoi bambini, Korczak avrebbe potuto salvarsi. Ma scelse di restare con loro. Li accompagnò fino all’ultimo treno. Fino all’ultimo respiro. Non per eroismo, ma per coerenza. Per amore”.
Prof Galiano spiega i versi di Janusz Korczak
La poesia di Janusz Korczak “non è solo una riflessione bella, è un testamento”, ha continuato prof Enrico Galiano. Ha così spiegato perché dovrebbero leggerla tutti coloro che lavorano a contatto con i bambini. In queste professioni, bellissime ma anche stancanti, “la vera fatica non è abbassarsi – ha detto l’insegnante -. Non è parlare più piano, scegliere parole semplici, piegarsi per allacciare scarpe o ascoltare storie sconnesse. La vera fatica è innalzarsi. Salire fino all’altezza dei loro sentimenti. In punta di cuore, più che di piedi. Avere il coraggio di guardare il mondo dalla loro altezza, stare attenti a non calpestare sogni, urtare paure, ridere dove fanno sul serio”.
E ancora: “I bambini non sono un mondo da spiegare, sono un mondo da raggiungere. Korczak lo sapeva. Lui, che con i bambini è rimasto fino alla fine, dentro un tempo in cui sarebbe stato più facile fuggire. Lui sapeva che educare non significa plasmare dall’alto, ma avere il coraggio – e l’umiltà – di salire su, dove loro abitano davvero. È lì che si impara a essere umani”, ha concluso Enrico Galiano.
Il testo della poesia di Janusz Korczak
Di seguito il testo della poesia di Janusz Korczak citata da prof Galiano.
Dite: è faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete: perché bisogna mettersi al loro livello,
abbassarsi, inclinarsi, curarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
È piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi
fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.