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Professor Enrico Galiano Fonte foto: IPA

La poesia di Brecht che andrebbe letta a scuola per Prof Galiano

C'è una poesia scritta dal celebre drammaturgo Bertolt Brecht che secondo prof Enrico Galiano dovrebbe essere letta ad alta voce nelle scuole: qual è

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

“È un pugno gentile, ma preciso. Una voce che viene dal basso, che non cerca applausi, ma giustizia”. Sono le parole utilizzate da prof Enrico Galiano per descrivere una poesia in particolare di Bertolt Brecht, tra i maggiori e più influenti drammaturghi e teorici teatrali del XX secolo e fondatore del teatro epico, le cui opere più celebri, tra le tante, sono “Vita di Galileo”, “L’opera da tre soldi”, “Madre Coraggio e i suoi figli” e “L’anima buona di Sezuan”.

Il testo della poesia di Brecht consigliata da prof Galiano

“Questa poesia di Bertolt Brecht andrebbe letta ad alta voce nelle scuole, nelle piazze, nei consigli comunali”, ha scritto Galiano sulla sua pagina Facebook. Si tratta del componimento poetico “Domande di un lettore operaio”.

Di seguito il testo completo:

Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì?
Ci sono i nomi dei re, dentro i libri.
Sono stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?
Babilonia, distrutta tante volte,
chi altrettante la riedificò? In quali case
di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori?
Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia,
i muratori? Roma la grande
è piena d’archi di trionfo. Chi li costruì? Su chi
trionfarono i Cesari? La celebrata Bisanzio
aveva solo palazzi per i suoi abitanti? Anche nella favolosa Atlantide
la notte che il mare li inghiottì, affogavano implorando
aiuto ai loro schiavi.
Il giovane Alessandro conquistò l’India.
Da solo?
Cesare sconfisse i Galli.
Non aveva con sé nemmeno un cuoco?
Filippo di Spagna pianse, quando la flotta
gli fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi,
oltre a lui, l’ha vinta?
Una vittoria ogni pagina.
Chi cucinò la cena della vittoria?
Ogni dieci anni un grand’uomo.
Chi ne pagò le spese?
Quante vicende,
tante domande.

“Brecht la scrisse nel 1935, durante il suo esilio in Danimarca, mentre il mondo sprofondava nel fango dell’ideologia e della guerra”, ha aggiunto il docente, prima di approfondirne il significato.

Perché la poesia di Brecht dovrebbe essere letta nelle scuole

La poesia “Domande di un lettore operaio” del drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco, sarebbe l’esempio perfetto di lettura da fare in classe, in tutte le scuole, proprio per il suo significato profondo e l’insegnamento che ancora oggi dovremmo ascoltare.

“Lui, che aveva sempre scritto per chi non ha voce, si domanda: chi ha costruito le meraviglie del mondo? Chi ha sollevato i blocchi di pietra a Tebe? Chi ha cucinato la cena della vittoria? Chi ha pianto davvero quando affondavano le flotte?”, sono le domande che torna a chiedersi anche prof Galiano leggendo il testo dell’opera di Brecht.

“La storia celebra i re, i condottieri, i vincitori. Ma raramente racconta chi ha trasportato le pietre, chi ha lavorato in silenzio, chi ha pagato davvero il prezzo delle conquiste”, ha spiegato il prof, che ha aggiunto: “‘Domande di un lettore operaio’ non è una poesia contro la Storia, ma contro la storia scritta male. Contro quella che dimentica i nomi di chi ha fatto davvero la fatica”.

Ecco quindi perché dovrebbe essere letta ad alta voce nelle scuole secondo prof Galiano: “È una poesia che insegna a spostare lo sguardo. A leggere tra le righe. Perché il mondo non lo hanno costruito i Cesari. Lo hanno costruito gli uomini e le donne che portavano le pietre”. Un insegnamento, quello contenuto nell’opera di Brecht, che invita a sottolineare l’importanza delle persone comuni, quelle che non comandano, ma che contribuiscono alla costruzione della nostra società civile, e a guardare sempre oltre l’apparenza, ad approfondire e a conoscere tutti i punti di vista di una stessa storia.