
Genitori e figli, qual è l'"esempio più grande" secondo Crepet
Qual è "l'esempio più grande" che i genitori possono offrire ai loro figli? Lo ha svelato lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet in un'intervista
Nel rapporto tra genitori e figli, spesso si cercano modelli ideali, regole da seguire, strategie educative infallibili. Eppure, secondo Paolo Crepet ciò che conta davvero è qualcosa di più semplice e profondo. Qual è allora il “più grande esempio” che un genitore può dare a suo figlio? In un’intervista, il noto psichiatra e sociologo ha affrontato il tema del senso di colpa nei genitori, in particolare nelle madri, e ha offerto spunti preziosi su come costruire relazioni sane e significative con i propri figli.
- Qual è "il più grande esempio" dei genitori ai figli (per Crepet)
- La differenza tra responsabilità e senso di colpa nei genitori per Crepet
- Cosa devono fare madri e padri secondo Paolo Crepet
Qual è “il più grande esempio” dei genitori ai figli (per Crepet)
Nel delicato equilibrio tra genitori e figli, per Paolo Crepet ciò che è davvero importante non è la perfezione, bensì la capacità di essere presenti, autentici e consapevoli.
In un’intervista rilasciata a Mamme Magazine, lo psichiatra ha affermato: “Avere il coraggio di dire le cose è il più grande esempio per i nostri figli”. Comunicare con onestà, anche quando è difficile, diventa per lui un gesto educativo fondamentale, molto più efficace di qualsiasi regola imposta.
Secondo Crepet, il vero insegnamento non risiede nel fare tutto alla perfezione, ma nel parlare con sincerità, nel condividere le proprie scelte, le fatiche quotidiane, e persino le insicurezze. Il coraggio di esprimersi, dice il professore, è un atto di responsabilità che trasmette ai figli il valore dell’autenticità e della consapevolezza.
In un mondo che spesso impone ruoli rigidi e aspettative elevate, Crepet invita i genitori – in particolare le madri – a non sentirsi in colpa per le proprie scelte, ma a viverle con trasparenza. È proprio questa sincerità, questo coraggio di dire le cose, che rappresenta per lui “il più grande esempio” da offrire ai figli.
La differenza tra responsabilità e senso di colpa nei genitori per Crepet
Uno dei passaggi più significativi dell’intervista riguarda la distinzione tra responsabilità e senso di colpa nei genitori. “La responsabilità spinge a fare cose concrete per la famiglia, il senso di colpa è un peso emotivo che spesso non produce risultati utili“, ha spiegato.
Crepet ha proseguito: “Molti pensano che al figlio si debba lasciare tutto, una casa, un’eredità, diventando ossessionati dal dovere”. E questo, ha spiegato, ancora di più in un’epoca in cui i figli escono tardi da casa, imparando dopo a “badare a se stessi, a vivere, ad arrangiarsi”, ha evidenziato.
“Ho conosciuto donne con carriere pazzesche – ha affermato Crepet -, dall’astrofisica alla professoressa universitaria, anche in ruoli maschili, tutte corrose dai sensi di colpa. L’uomo va al lavoro anche se il figlio ha la febbre: la mamma invece fa 40 telefonate”. Molti genitori, soprattutto madri, si sentono in difetto per non essere sempre presenti, per lavorare troppo, per non riuscire a fare “tutto”. Ma questo senso di colpa, ha evidenziato Crepet, se non gestito può diventare paralizzante.
Lo psichiatra invita a liberarsi da questa trappola emotiva, perché non è l’assenza fisica a creare distanza, ma la mancanza di qualità nel tempo condiviso. Un genitore può lavorare tutto il giorno e poi tornare a casa e dedicarsi davvero al figlio, oppure può essere presente fisicamente ma assente emotivamente. Il “vero abbandono”, dice Crepet, è non esserci anche quando si è insieme: “L’abbandono non è uscire a lavorare e magari tornare a casa e fare quattro chiacchiere con il figlio. L’abbandono è non esserci anche se siamo a casa, magari incollati al telefono“.
Crepet ha aggiunto: “Stare fisicamente sul divano a leggere un libro, non è la stessa cosa che scrollare il telefono“. E ha assicurato: “Se riesci a dire ‘scusa, ora sto leggendo un libro’, a essere presente senza smartphone, sei già a metà strada”.
La responsabilità, dunque, è scegliere consapevolmente come stare con i figli, come costruire una relazione che non si misura in minuti, ma in intensità.
Cosa devono fare madri e padri secondo Paolo Crepet
Crepet non propone modelli rigidi, ma invita madri e padri a ritrovare il piacere delle cose semplici: “Dobbiamo imparare a godere delle cose semplici, ad assaporare di più ogni minuto della nostra vita”.
Inoltre, il professore ha sottolineato l’importanza di non inseguire modelli irraggiungibili, come l’icona del manager di successo. Secondo lui, la felicità non si trova nella corsa, ma nella capacità di fermarsi, di scegliere ritmi più umani: “Serve maggiore serenità, vivere come si vuole, senza seguire il giudizio pubblico o l’icona del successo”. L’obiettivo, secondo Crepet, deve essere “ritagliarsi tempo vero“.
Tornando al rapporto tra genitori e figli, ha ribadito: “Non contano i minuti insieme, ma come si sta insieme. Anche scegliendo insieme cosa mangiare. Cucinare insieme, viaggiare in macchina parlando: sono momenti della quotidianità che costruiscono la relazione”, ha concluso l’esperto.
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