Salta al contenuto
Giuseppe Crcuciani Fonte foto: ANSA

Giuseppe Cruciani contro l'Università di Trento: "Aberrante"

Giuseppe Cruciani attacca l'Università di Trento: cos'è "aberrante" per il conduttore de 'La zanzara' e la sua polemica contro l'ateneo trentino

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Giuseppe Cruciani ha attaccato l’Università di Trento. Il conduttore del programma radiofonico ‘La Zanzara’, che domenica 1 dicembre salirà sul palco dell’Auditorium Santa Chiara della città trentina con il suo spettacolo ‘Via crux’, non ha usato mezzi termini contro l’ateneo, definendo “aberrante” una decisione presa da UniTrento lo scorso marzo. Ecco di cosa si tratta.

Giuseppe Cruciani attacca l’Università di Trento

Giuseppe Cruciani è pronto a salire sul palco dell’Auditorium Santa Chiara di Trento con il suo spettacolo ‘Via Crux. Tutto quello che pensate e che non avete il coraggio di dire’. Conosciuto come “la voce più scorretta d’Italia”, il suo linguaggio e le sue affermazioni non sono mai esenti da critiche. Ai microfoni de ‘La zanzara’, infatti, ogni giorno mette in atto la sua battaglia contro il politicamente corretto nella convinzione che “il limite tra ciò che si può o non si può dire non esiste”.

Il quotidiano ‘il Dolomiti’ lo ha intervistato in vista del suo show nella città trentina, previsto per il primo dicembre. Ed è proprio durante questa intervista che Cruciani ha lanciato il suo attacco contro l’Università di Trento. “Si è distinta, a mio avviso in maniera negativa, per aver introdotto il femminile sovraesteso che, per un’idea assurda e un po’ ridicola di inclusione, prevede di chiamare tutte le cariche al femminile”, ha detto.

“La trovo una cosa aberrante – ha sentenziato Cruciani -, così come la declinazione al femminile delle professioni, che non incide minimamente sulle problematiche reali: la maggior parte delle donne che conosco si aspettano invece battaglie più concrete”.

Il femminile sovraesteso all’Università di Trento

Il 28 marzo scorso, il Consiglio di amministrazione dell’Università di Trento ha approvato il Regolamento generale di ateneo redatto adottando il femminile sovraesteso al posto del maschile. La sua peculiarità viene ribadita proprio nell’incipit del testo, con l’introduzione di un apposito comma: “I termini femminili usati in questo testo si riferiscono a tutte le persone”.

La presidente, la segretaria, le componenti del Nucleo di valutazione, la direttrice del Sistema bibliotecario di Ateneo, le professoresse, la candidata, la decana. Termini come questi sono dunque citati e ripetuti più volte all’interno del testo in riferimento a tutte le persone a prescindere dal genere. E così anche il rettore, che è diventato “la rettrice” Flavio Deflorian.

“Nella stesura del nuovo regolamento – ha spiegato Deflorian – abbiamo notato che accordarsi alle linee guida sul linguaggio rispettoso avrebbe appesantito molto tutto il documento. In vari passaggi infatti si sarebbe dovuto specificare i termini sia al femminile, sia al maschile. Così, per rendere tutto più fluido e per facilitare la fase di confronto interno, i nostri uffici amministrativi hanno deciso di lavorare a una bozza declinata su un unico genere. Hanno scelto quello femminile, anche per mantenere all’attenzione degli organi di governo la questione”.

Il rettore ha sottolineato: “Leggere il documento mi ha colpito, come uomo mi sono sentito escluso. Questo mi ha fatto molto riflettere sulla sensazione che possono avere le donne quotidianamente quando non si vedono rappresentate nei documenti ufficiali. Così ho proposto di dare, almeno in questo importante documento, un segnale di discontinuità”.