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Il Presidente Donald Trump Fonte foto: Ipa

Harvard corregge il Governo Trump: tutti gli errori nella lettera

L'amministrazione Trump ha inviato ad Harvard una lettera piena di errori, che l'università ha corretto in rosso: le correzioni sono diventate virali

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

Con una penna rossa, proprio come si fa a scuola, l’Università di Harvard ha corretto una lettera che Linda McMahon, Segretaria all’Istruzione nell’amministrazione Trump, ha inviato ad Alan Garber, presidente della storica Università privata statunitense che si trova a Cambridge, nel Massachusetts. Non sono mancate reazioni di fronte a tutte quelle correzioni che i professori hanno dovuto fare su un documento ufficiale: il clima tra Trump e Harvard è da tempo molto teso e questa risposta dell’università non è passata inosservata.

La lettera dell’amministrazione Trump ad Harvard

Linda McMahon ha inviato una lettera ad Alan Garber. Con questa missiva l’amministrazione Trump ha deciso di minacciare di sospendere dei fondi federali destinati all’università.

Nella lettera, Linda McMahon ha criticato Harvard per “una gestione disastrosa”, sottolineando che l’ateneo “non dovrebbe piu’ richiedere Borse di studio al governo federale, poiché non ne riceverà alcuna”. Questo perché l’università “non ha rispettato i suoi obblighi legali, i suoi doveri etici e fiduciari, le sue responsabilità in materia di trasparenza e qualsiasi parvenza di rigore accademico”.

La correzione degli errori da parte di Harvard

Il testo inviato dall’amministrazione conteneva tantissimi errori che Harvard ha voluto correggere, proprio come avrebbero fatto i docenti dell’ateneo di fronte a un compito scritto male dagli studenti.

Quali correzioni ha dovuto fare Harvard nei confronti di questa lettera ufficiale dell’amministrazione guidata da Donald Trump? Con una penna rossa sono stati sottolineati ed evidenziati diversi errori: ci sono parole usate in modo non corretto, ma anche frasi incomplete, maiuscole usate a sproposito, sintassi a tratti confusa.

Le reazioni agli errori contenuti nel documento ufficiale

La risposta di Harvard è diventata ben presto virale. Foto di queste correzioni sono poi apparse sui social, dove sono considerate come una vera e propria lezione di grammatica e di comunicazione istituzionale. Tanti utenti online hanno contestato quella che doveva essere una comunicazione ufficiale del Governo centrale, sottolineando quanto fosse poco professionale e anche decisamente imbarazzante per il modo con cui è stata scritta.

Sempre sui social c’è chi ha sostenuto che la risposta di Harvard, diventata ormai di dominio pubblico, sia una sorta di vendetta e di rivincita da parte dell’ateneo, che spesso è stato preso di mira da Donald Trump e dai suoi fedelissimi.

Perché Trump e Harvard sono ai ferri corti

Non è la prima volta che l’amministrazione Trump si scaglia contro il mondo universitario, in particolare contro quelle università che sono considerate “di sinistra” o vicine alla causa pro-Palestina. Il Governo statunitense aveva già congelato ad Harvard 2,2 miliardi di dollari, minacciando di togliere all’ateneo lo status fiscale agevolato.

Il Presidente Alan Garber è già diventato, suo malgrado, un simbolo dell’opposizione al Tycoon (fortemente criticato per il programma elettorale dedicato proprio al mondo della scuola). Del resto lui era stato tra i primi a rifiutarsi di sottostare alle richieste di Trump di cambiare i programmi e i criteri di ammissione all’università, cosa che altre istituzioni scolastiche americane avevano invece accettato.

L’Università di Harvard, come riportato da Il Sole 24 Ore, ha già intentato causa contro l’amministrazione Trump per quella che l’ateneo ha definito come una “campagna intimidatoria” per limitare la sua autonomia accademica. I fondi bloccati riguardano anche la ricerca scientifica, mentre tra le richieste del Governo c’è quella di avere un controllo diretto su programmi, docenti e studenti.