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grembiuli colorati per la scuola iStock

I grembiuli colorati in una scuola toscana sono un caso: è bufera

Un Comune toscano ha deciso di donare grembiuli colorati ai bimbi che iniziano a settembre 2025 la scuola dell'infanzia: c'è chi è contro questa idea

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

C’è un Comune in Toscana che per l’anno scolastico 2025/2026 ha deciso di regalare i grembiuli ai piccoli alunni e alle piccole alunne che frequenteranno la scuola dell’infanzia. Questa iniziativa, però, è già diventata un caso e non solo a livello locale. Da una parte c’è l’amministrazione, che ha annunciato di voler donare dei grembiuli colorati all’asilo per superare gli stereotipi di genere. Dall’altra parte c’è chi storce il naso, sottolineando che si tratta di un modo per “imporre un’ideologia”.

Grembiuli colorati in regalo all’asilo per superare gli stereotipi di genere

Il Comune di Torrita di Siena ha deciso di regalare grembiuli gialli, verdi e rossi ai bambini e alle bambine che cominceranno a frequentare la scuola dell’infanzia a settembre 2025. L’amministrazione in una nota ha spiegato che la decisione è stata presa “per superare gli stereotipi di genere che hanno finora implicato grembiuli rosa per le femmine e azzurri per i maschi”.

Il sindaco Giacomo Grazi ha precisato che si tratta di una scelta che le famiglie potranno fare in tutta libertà: “Nessuno ha detto che i bambini sono obbligati a portare i grembiuli colorati”, queste le parole riportate da La Repubblica.

La spiegazione dell’iniziativa del Comune

La scelta dell’amministrazione comunale ha sollevato curiosità e clamore in città e la vicesindaca e assessora all’istruzione Natascia Volpi è intervenuta per spiegare l’idea, come raccontato dal quotidiano. “Il gesto vuole promuovere uguaglianza e rispetto dell’individuo. Gli alunni indosseranno il colore che preferiscono, non quello imposto da schemi culturali prestabiliti”.

Già altre scuole, anche in Toscana, in passato hanno scelto di adottare un colore uguale per tutti gli studenti, facendo in modo che tutti avessero lo stesso grembiulino scolastico. Nella città toscana alunni e alunne della scuola primaria usano già quotidianamente modelli neri uguali per tutti: “Premetto che un paio di anni fa la direzione didattica firmò una circolare che comunicava la non obbligatorietà del rosa e dell’azzurro. Anche perché magari c’erano stati dei genitori che non erano riusciti a trovare questi colori” ha raccontato l’assessora.

Con la scelta del multicolore “si dà anche un messaggio di libertà: ogni bambina e bambino con i propri genitori potrà scegliere quello che più gli piace. Noi abbiamo scelto i colori che abbiamo trovato. È un regalo, chi vuole lo accetta, chi non vuole può ovviamente continuare ad usare il grembiulino rosa o azzurro”, ha aggiunto Natascia Volpi.

Fabiana Caroni, assessora alle Pari Opportunità, invece, ha spiegato che si tratta di “azione piccola ma significativa“, di una “presa coscienza delle differenze di genere presenti fin dai primi anni della vita scolastica: impegnarsi ad eliminarle è il primo passo verso una società futura più equa”.

Le polemiche della Lega sui grembiuli colorati

Tanti i commenti nati in seguito all’annuncio di questa iniziativa, anche tra i cittadini e gli utenti dei social, tra chi è d’accordo con questa idea e chi è contrario. Tra le voci contro all’uso di grembiuli colorati all’asilo è la Lega di Siena: “Dietro un apparente cambiamento estetico, si nasconde, invece, un chiaro messaggio ideologico“, queste le parole dell’onorevole Tiziana Nisini vicesegretario regionale Lega Toscana, Filippo La Grassa e Pietro Ventura commissari rispettivamente di Lega Siena e Alta Valdichiana.

“I bambini devono crescere in un ambiente sereno, lontano da imposizioni politiche; le decisioni scolastiche devono essere condivise con le famiglie e gli organi collegiali. La scuola deve restare un luogo neutro e votato alla normale didattica, dove contano educazione e rispetto, non l’ideologia ed un malcelato indottrinamento fin dalla tenera età”.

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