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Decreto milleproroghe Fonte foto: ANSA

Il decreto Milleproroghe è legge: cosa cambia per la scuola

Il decreto Milleproroghe è legge dopo l'approvazione definitiva da parte della Camera dei deputati arrivata il 20 febbraio: cosa cambia per la scuola

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Il 20 febbraio la Camera dei deputati ha approvato il decreto Milleproroghe. Con il via libera di Montecitorio il provvedimento è legge. Ecco che cosa cambia per la scuola.

Parlamento approva il decreto Milleproroghe: ora è legge

La Camera ha approvato il decreto Milleproroghe con 165 voti a favore, 105 contrari e tre astenuti. Il via libera è arrivato ad una settimana dal voto favorevole del Senato, incassato il 13 febbraio. Così diventano legge le novità introdotte dal provvedimento, che entrerà in vigore non appena sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale.

Per fare un po’ di chiarezza, il decreto Milleproroghe è un decreto-legge che solitamente emana il Governo alla fine dell’anno per stabilire il prolungamento della validità di norme che stanno per scadere. Essendo un decreto-legge, entra in vigore subito dopo che il Consiglio dei ministri lo approva. Dopodiché, il Parlamento ha 60 giorni per convertirlo in legge ordinaria, approvandolo sia al Senato che alla Camera.

Il decreto Milleproroghe che ha ottenuto il via libera del Senato il 13 febbraio e della Camera il 20 febbraio è il decreto-legge 202/2024, approvato dal Governo lo scorso dicembre. Il Senato ha apportato delle modifiche al testo emanato dall’esecutivo, confermate dalla Camera.

Vediamo adesso quali sono le novità previste in tema scuola.

Le novità per la scuola

In primo luogo, è stata prorogata al 31 dicembre del 2027 la disposizione per la messa a norma antincendio degli istituti scolastici. Questo significa che le scuole avranno tre anni in più per adeguarsi alla normativa antincendio visto che il termine era stato precedentemente fissato al 31 dicembre 2024.

La seconda novità: è stato prorogato al 31 dicembre 2025 il termine per accedere al concorso per i posti di insegnante tecnico-pratico con il titolo di studio previsto dall’ordinamento previgente. Detto in altri termini, anche per il 2025 per partecipare alla selezione pubblica da insegnante tecnico-pratico basterà il diploma. Questa disposizione era già prevista nel testo approvato dal Governo a dicembre scorso.

Stessa cosa vale per l’articolo che riguarda i dirigenti tecnici. I contratti a tempo determinato dei dirigenti tecnici sono prorogati al 31 dicembre 2025.

E ancora: le attività di supporto alle scuole sulla digitalizzazione delle équipe formative territoriali sono state prorogate al 2026. Come si legge sul testo della norma, al fine di raggiungere i traguardi e gli obiettivi previsti dal PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) sulla Didattica digitale integrata, la legge 145/2018 ha disposto la formazione di équipe formative territoriali, “quale supporto alle azioni delle istituzioni scolastiche sulla digitalizzazione”. Per l’attuazione di quanto previsto, è stata autorizzata la spesa di 1.684.395 euro per l’anno 2025 e di 2.526.592 euro per il 2026.

Inoltre, il provvedimento proroga al triennio 2025-2027 il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile. Il Fondo, che sarebbe scaduto a fine 2024, resta in vigore fino al 2027 con risorse aggiuntive pari complessivamente a 9 milioni di euro (3 milioni l’anno).

Più fondi per tutoraggio e orientamento nelle scuole

Tra le altre novità, una riguarda la “valorizzazione dei docenti impegnati nelle attività di tutor, orientamento, coordinamento e sostegno della ricerca educativo-didattica e valutativa“.

Al Senato, infatti, è stato approvato un emendamento che ha integrato il testo del decreto-legge del Governo assegnando 100 milioni di euro per le attività di tutoraggio e orientamento nelle scuole. Ad annunciarlo è stato lo stesso ministero dell’Istruzione e del Merito con una nota.

“L’emendamento – hanno spiegato dal MIM – prevede un significativo incremento del fondo istituito dalla legge 197 del 2022, con l’aggiunta di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Le risorse stanziate saranno destinate a remunerare adeguatamente quei docenti che svolgono attività di tutoraggio, orientamento, coordinamento e sostegno alla ricerca educativo-didattica e valutativa”.

Per il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara “si tratta di una misura importante per garantire la qualità dell’istruzione e l’efficacia delle azioni didattiche in un momento cruciale per la crescita della nostra scuola. Le attività di tutor, orientamento, coordinamento e ricerca sono indispensabili per accompagnare ogni studente nel proprio percorso educativo, contribuendo alla costruzione di una scuola sempre più a misura di ogni singolo alunno”.

Valditara ha concluso: “Con queste risorse, aggiuntive rispetto a quelle già stanziate, puntiamo a valorizzare il ruolo dei docenti nel processo di innovazione scolastica e a garantire una scuola di qualità sempre più al passo con i tempi”.

L’emendamento in questione è stato bollato come “un’operazione di bandiera” dalla Flc Cgil: “È una fissazione del ministro quella di pensare che i tutor e gli orientatori possano risolvere i problemi della dispersione scolastica. Si ignorano così i veri problemi della scuola”. Critico anche il sindacato Gilda, che ha parlato di “una misura inutile” che “ha a che fare con la propaganda“.