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Ingegneria, boom di donne laureate: è record in Italia

Boom in Italia di laureate in Ingegneria: nel 2024 è stato registrato il record, con oltre 16mila donne che hanno concluso gli studi ingegneristici

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Nel 2024 le facoltà di Ingegneria hanno registrato un vero e proprio boom di donne laureate, segnando un record storico per l’Italia. Secondo l’elaborazione dei dati del ministero dell’Università e della Ricerca effettuata dal Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni), il numero di laureate in Ingegneria ha raggiunto livelli mai visti prima, evidenziando una trasformazione significativa nel panorama accademico e professionale. Un segnale positivo che si inserisce in un quadro più complesso, fatto anche di contrazioni e cambiamenti nella formazione, come il calo dei laureati magistrali e l’ascesa delle università telematiche.

È record di laureate in Ingegneria in Italia

Il numero delle laureate in Ingegneria ha raggiunto il picco massimo mai registrato in Italia: sono 16.301 le donne che hanno completato gli studi ingegneristici nel 2024, tra primo e secondo livello, pari al 31% del totale.

Questo record segna una svolta significativa nell’accesso femminile a una disciplina storicamente dominata dalla componente maschile. Un risultato che non solo riflette il crescente interesse delle donne per l’ingegneria, ma si inserisce con forza nel più ampio dibattito sulla presenza femminile nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), dove la disparità di genere resta ancora evidente.

La progressiva affermazione delle donne in ambito ingegneristico contribuisce a ridurre un divario strutturale e culturale, aprendo la strada a una partecipazione più equa e rappresentativa nelle professioni scientifiche e tecnologiche.

Aumentano i laureati triennali in Ingegneria ma diminuiscono i magistrali

Accanto al record femminile, il 2024 mostra segnali contrastanti sul fronte della formazione ingegneristica. Cresce il numero di laureati triennali, che raggiungono quota 38.229, con un incremento di 2mila unità rispetto all’anno precedente. Al contrario, si registra una flessione tra i laureati magistrali, che scendono sotto la soglia del 15% rispetto al totale delle lauree, contro il 16% abbondante degli anni precedenti.

Ingegneria gestionale si conferma la classe magistrale più frequentata, con oltre 4.500 laureati (17% del totale), mentre continua il calo nel settore civile, che scende a 4.802 laureati rispetto ai 5.077 del 2023.

“Osserviamo con preoccupazione il calo dei laureati magistrali – ha commentato il presidente del Cni, Angelo Domenico Perrini – considerando il fatto che tra gli aspetti tradizionalmente più apprezzati degli ingegneri italiani a livello internazionale c’è sempre stata la completezza della loro formazione scientifica”. Per contrastare questa tendenza, il Cni ha proposto l’introduzione del tirocinio formativo e l’obbligatorietà dell’iscrizione all’Albo per tutti gli ingegneri.

Boom di laureati in Ingegneria nelle università telematiche

Un altro fenomeno in forte crescita evidenziato dal report del Centro studi Cni è quello dei laureati in Ingegneria provenienti dalle università telematiche. Se è vero che anche nel 2024 i due Politecnici di Milano e Torino si confermano i principali atenei per Ingegneria, con quasi il 30% dei laureati totali nell’area di studio, le università telematiche stanno assistendo a un vero e proprio boom. L’anno scorso, tre atenei online – E-Campus di Novedrate, Mercatorum di Roma e Pegaso di Napoli – figurano tra le prime dieci università italiane per numero di laureati in Ingegneria. Il 15% dei laureati triennali e il 7,8% di quelli magistrali ha conseguito il titolo in questi istituti.

Questo successo sta modificando anche i flussi migratori degli studenti: molti giovani, soprattutto nelle regioni prive di atenei tradizionali, scelgono di restare nel proprio territorio, evitando trasferimenti. Nel Nord-Ovest, dove sono presenti i due grandi Politecnici di Milano e Torino, la quota di laureati “stanziali” supera il 91%, mentre nel Mezzogiorno si ferma al 53,3%.

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