La scuola migliore d'Europa si trova in Estonia: la classifica
Il rapporto Ocse-Pisa ha svelato qual è la miglior scuola in Europa: è il sistema scolastico dell'Estonia e il ministro dell'Istruzione spiega perché
Qual è la scuola migliore d’Europa? In quale Paese è stato delineato il miglior sistema scolastico in assoluto? C’è una classifica che ogni anno svela la nazione che può vantare la scuola meglio organizzata, valutando e confrontando diversi parametri. Quest’anno lo scettro è andato all’Estonia: la ministra dell’Istruzione Kristina Kallas ha spiegato come il suo Paese è riuscito a creare un sistema scolastico all’avanguardia che, a quanto pare, tutto il vecchio continente invidia allo stato dell’Est Europa.
La classifica delle scuole migliori d’Europa
Il rapporto Ocse-Pisa, con dati che si riferiscono al 2022, ha annunciato il Paese europeo vincitore della classifica delle migliori scuole europee. L’Estonia vanta un sistema scolastico pubblico gratuito all’avanguardia, nel quale la tecnologia e una didattica innovativa permettono agli studenti di avere una preparazione ottima. I 15enni estoni ottengono un punteggio dell’Ocse-Pisa poco inferiore ai coetanei di Singapore, Hong Kong, Giappone e Corea.
Gli estoni sono i primi in Europa in matematica e scienze e hanno anche battuto il famigerato modello scolastico finlandese. Nell’ex Paese dell’Unione Sovietica il numero di studenti “top performers” è più alto della media: è il 13% in matematica, contro il 7% registrato, ad esempio, in Italia. Inoltre, la quota di studenti e studentesse che non raggiungono la sufficienza è pari appena al 12% in matematica (in Italia è il 31%).
Perché la scuola migliore d’Europa è in Estonia
Come riportato dal ‘Corriere della Sera’, è la ministra dell’Istruzione Kristina Kallas, a capo del ministero estone dal 2023, a svelare qual è il segreto del loro successo. “Siamo un piccolo Paese, abbiamo una lingua che non è diffusa altrove e il trenta per cento della popolazione che a casa parla ancora russo. In più un sistema scolastico ha dei costi che sono fissi per tutti”.
Il ministro spiega i punti di forza del modello scolastico estone: “Il nostro primo punto di forza è quello che succede prima che i bambini comincino la scuola, cioè prima dei sette anni. Le nostre scuole materne hanno un approccio educativo: non si impara a leggere e scrivere né la matematica ma i bambini sono guidati a rafforzare le proprie capacità sociali, di autonomia e di auto-organizzazione. Così saranno pronti a imparare quando verrà il momento di andare a scuola”.
Il secondo punto di forza è rappresentato dall’autonomia delle scuole, che possono decidere da soli la didattica, i libri, le modalità di apprendimento, così da cucire l’apprendimento su misura per gli studenti locali. Inoltre i docenti, che hanno una formazione pedagogica e psicologica, sono assunti direttamente dalla scuola. Questo consente di modulare tutto l’apparato scolastico in base alle reali esigenze di studenti e studentesse che si hanno di fronte. Infine, gli studenti fino ai sedici anni vanno a scuola nell’area dove risiedono e non sono divisi in base alla riuscita scolastica.
Per il futuro sono tante le sfide che il Paese vuole affrontare: dal prossimo anno si alzerà l’obbligo scolastico da 16 a 18 anni, mentre “l’istruzione tecnica durerà non tre anni come il liceo ma quattro in modo che ci sia più tempo per imparare bene le discipline generali. Questo porterà anche ad un miglioramento dei risultati alla maturità degli studenti dei tecnici: ora sono più bassi e molto spesso non permettono di entrare all’università.
In Estonia i telefonini non sono vietati in classe
La scuola estone punta molto sull’uso della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. “Siamo pur sempre uno dei Paesi in cui i servizi pubblici sono completamente digitalizzati da trent’anni e il prossimo anno in ottobre si voterà – qui si vota dai 16 anni – grazie ad un’applicazione dello smartphone. Come approccio siamo dunque favorevoli all’uso delle tecnologie e dei device in classe, perché fanno parte del nostro modo di vivere e la scuola non può essere una bolla: vietarli sarebbe controproducente”. I telefonini non sono vietati, ma nemmeno imposti. Ogni scuola e ogni docente decide se usarli o meno.
Ovviamente anche in Estonia c’è un dibattito sull’uso dei social, come in Australia dove sono vietati fino ai 16 anni. “Anche in Estonia c’è una discussione sui pericoli dei social e sull’eccesso di gaming specie per i più piccoli. Ma questo non riguarda la scuola: è una responsabilità dei genitori. Se loro stanno sempre al cellulare è difficile poi dire agli studenti di non usarli. A scuola invece l’uso è controllato e dunque senza eccessi o pericoli”.