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Lauree false Fonte foto: iStock

La storia del "più grande fabbricante di lauree false d’Italia"

La storia di quello che 'la Repubblica' definisce il "più grande fabbricante di lauree false d’Italia": il curriculum e l'accusa nei suoi confronti

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Tre lauree, sette diplomi e 32 certificazioni. È quanto si legge sul curriculum di quello che ‘la Repubblica’ ha definito il “più grande fabbricante di lauree false in Italia“. Ecco la sua storia.

Chi è

È un cuoco e imprenditore che ha fondato alcune delle tante ‘università’ italiane in Svizzera. E ora andrà a processo, come racconta ‘la Repubblica’. Per i Nas, il suo ‘ateneo’ ha rilasciato decine e decine di diplomi e lauree non riconosciuti dal ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) italiano.

Ma per il 2024 e il 2025 il suo obiettivo imprenditoriale sarebbe ancora più alto: almeno 5mila titoli da vendere nell’anno in corso e addirittura 25mila per il prossimo.

Il suo curriculum

Per ricostruire la vicenda, partiamo dal curriculum dell’imprenditore. Sul CV, pubblico, l’uomo scrive di possedere 3 lauree conseguite tutte con lode ma senza specificare l’ateneo, sette diplomi e due master. Con corsi di specializzazione e relativi certificati si arriva ad un totale di 42 attestati.

Gran parte del curriculum è dedicato ai suoi successi sportivi, tutti raggiunti in varie discipline di arti marziali, di cui dice di essere allenatore. Successivamente, ecco che compaiono gli incarichi istituzionali, su tutti “membro del Consiglio europeo”. Tra gli altri, l’imprenditore menziona vari incarichi accademici e sportivi.

L’associazione chiamata università

Nel 2017, l’imprenditore ha fondato “un’associazione senza fini di lucro” alla quale è stata affiancata la denominazione “università”.

L’istituto “fa parte delle associazioni professionali che rilasciano l’attestato di qualità e di qualificazione professionale dei servizi prestati dai soci”, come si legge sul sito. Dove si cita anche il Miur, la vecchia dizione, precedente al gennaio 2020, dei due ministeri accorpati dell’Istruzione e dell’Università. Per esteso si legge: “Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica”. Da notare che l’aggettivo “scientifica” non è mai esistito nella denominazione del dicastero.

Questa associazione offre quattro tipi di corsi e un master, che costano 2.500 euro a studente, da saldare prima dell’avvio delle lezioni. Sono 20 sessioni da 3 ore e mezzo l’una, ma si possono fare due sessioni in una sola giornata. Bastano dunque 10 giorni in presenza, un esame a quiz con domande multiple, e una prova pratica di simulazione per acquisire il titolo.

La falsa laurea

Un produttore televisivo ha spiegato a ‘la Repubblica’ che “in breve tempo” l’imprenditore gli ha consegnato “una laurea della sua università popolare”. Solo che “era tutto falso“, ha ammesso. “Ho compreso presto che quello era il suo modo di agire: costruire lauree false, gratis per le relazioni importanti e a pagamento per chi ha bisogno di una crescita professionale”, ha concluso.

La denuncia dell’Ordine dei biologi

Nel luglio del 2022 l’Ordine dei biologi ha denunciato i vertici dell’’università’ e il suo fondatore per esercizio abusivo della professione. Sulle motivazioni, il presidente Vincenzo D’Anna ha scritto: “Nella quotidiana lotta all’abusivismo è emerso un caso di presunto esercizio abusivo della professione di biologo, posta in essere dal signor B. che con una sola laurea in Scienze della nutrizione si dichiara nutrizionista, lavora rilasciando diete grammate ed esamina analisi”. B. è un socio del fondatore dell’istituto.

Su quest’ultimo, intervistato da ‘la Repubblica’, D’Anna ha detto: “è stato segnalato dai nostri iscritti, abbiamo ottanta procedimenti in corso per utilizzo improprio del titolo di biologo. La pubblicità dei suoi corsi accademici era ingannevole, lo abbiamo segnalato anche al ministero dell’Università e della Ricerca”. Il titolo da lui proposto “non esisteva in quanto non poteva esistere quell’accademia, così come non esiste chi può rilasciare patenti da biologo senza passare da un esame di Stato abilitante”.

Dall’esposto è nata un’inchiesta. Le indagini sono state chiuse lo scorso aprile con proposta di rinvio a giudizio. Pochi giorni fa è stata fissata la prima udienza: sarà a metà febbraio 2025.

Sulla vicenda, l’avvocato dell’imprenditore ha specificato: “Il mio assistito non è sotto processo per la falsità delle lauree o delle università fondate, ma per l’uso che di quel titolo è stato fatto”.