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Maria Rosaria Boccia ha mentito sulla laurea? Il nuovo caso

È scoppiato un nuovo caso che vede protagonista Maria Rosaria Boccia: secondo alcune indiscrezioni, l'imprenditrice avrebbe mentito sulla sua laurea

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Giorno dopo giorno il caso Boccia si arricchisce di retroscena inediti. La nuova indiscrezione riguarda i titoli di studio di Maria Rosaria Boccia: ha mentito sulla laurea? Ecco cosa sappiamo.

Maria Rosaria Boccia ha 2 lauree?

Maria Rosaria Boccia, finita al centro del dibattito pubblico per le sue dichiarazioni che hanno travolto l’ormai ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, avrebbe mentito su una delle 2 sue lauree. Sul suo profilo LinkedIn, che al momento non è disponibile, l’imprenditrice aveva scritto di essersi laureata in Economia aziendale nel 2005 presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope, e nel 2023 in Economia e Management all’Università telematica Pegaso.

Secondo ‘La Verità’, però, la laurea presso l’ateneo napoletano non sarebbe mai esistita. Nel 2005 Boccia si sarebbe iscritta all’Università di Napoli Parthenope, dopo aver frequentato 2 anni alla Federico II di Napoli, ma non avrebbe concluso gli studi. A ‘La Verità’ risulta che la laurea sarebbe arrivata solo nel 2023, ma all’Università telematica Pegaso.

Dunque, stando quanto riportato dal giornale diretto da Maurizio Belpietro, Maria Rosaria Boccia avrebbe una sola laurea, conseguita all’Università Pegaso, e non 2 come riferito sul suo curriculum.

La smentita sul suo ruolo da docente universitaria

Sempre su LinkedIn, Boccia aveva scritto di essere “docente universitario” di “Scienze della comunicazione e Media digitali” del Master di II livello in Medicina estetica all’Università Federico II di Napoli per l’anno accademico 2024/2025. Ma è arrivata la smentita dell’ateneo: “Non risulta alcuna docente o ricercatrice a nome di Maria Rosaria Boccia alle dipendenze dell’ateneo, né risulta alcuna documentazione attestante lo svolgimento di servizio di assistenza docenti, né, infine, risulta la stipula con l’ateneo di contratti di docenza”. Lo ha scritto la Federico II rispondendo alla richiesta di accesso civico avanzato da ‘Ansa’, come riportato da ‘La Repubblica’.

In un’intervista al quotidiano, il docente Francesco D’Andrea, direttore del master in questione, aveva spiegato: “La dottoressa Boccia si qualificava quale esperta di comunicazione e media management. E questo, immagino, avrebbe insegnato al master”.

Solo che quell’incarico di docenza non sarebbe mai stato perfezionato. “L’attestato di docenza da me firmato – ha proseguito – non ha alcun valore. Mai protocollato, dunque carta straccia. Firmato solo da me, non anche dal rettore”.

D’Adrea ha aggiunto che “la dottoressa Boccia non è mai stata inserita nella docenza del master. I docenti sono ufficialmente depositati presso gli uffici dell’ateneo e lei non c’è, così come non è previsto nel piano didattico del master l’insegnamento di cui lei parla”.

Le parole del sindaco di Pompei

E mentre nella sua città d’origine, Pompei, non si parla d’altro, anche il sindaco Carmine Lo Sapio ha qualcosa da smentire: “Boccia non è mai stata consulente del Comune, né una mia collaboratrice”. Lo fa, come si legge su ‘Il Corriere della Sera’, perché sulla locandina del Comune viene indicata quale “ideatrice del progetto Festival della bellezza”. Ma non ci sarebbe la determina di incarico, solo una delle spese: un aperitivo per 100 persone e una cena per 15 per un costo complessivo di 1.993 euro, oltre a spese di tipografia per 8.393, tra manifesti, targhe e inviti.

La risposta di Maria Rosaria Boccia

Nel frattempo, arriva su Instagram la risposta della diretta interessata. Maria Rosaria Boccia ha pubblicato 2 documenti che attesterebbero gli incarichi universitari.

“Naturalmente – ha scritto Boccia nel post – proverò la falsità delle informazioni che vengono dalle istituzioni in questa lotta per la verità. Per questo motivo, pubblico i 2 incarichi universitari”.

Questa “necessità – ha proseguito – nasce dal fatto che le istituzioni non possono essere soggette alla pressione di poteri forti, poiché altrimenti è a rischio la loro stessa integrità. In uno Stato democratico, i poteri non possono manipolare le istituzioni, che devono rimanere indipendenti e al servizio dei cittadini”.

E taggando gli atenei Federico II e Luigi Vanvitelli, ha aggiunto: “Perché le università hanno mentito? Da chi hanno subito pressione? Chi vuole distruggere la mia persona? Chi vuole zittirmi? Ora le domande le faccio io!”.