Manovra, meno prof a scuola: è polemica sui tagli al personale
La nuova Manovra taglia il numero di professori a scuola: i sindacati e l'opposizione sono sul piede di guerra per le decisioni prese dal Governo
La Manovra 2025 prevede molti tagli nel settore pubblico, anche in quello scolastico. Dal prossimo anno sono previsti molti professori in meno nelle scuole italiane e si è anche deciso di diminuire il personale scolastico presente all’interno degli istituti. I sindacati promettono di scendere in piazza per fermare queste decisioni prese dal Governo e anche l’opposizione non ci sta. Intanto il ministero dell’Istruzione e del Merito promette che si tratta solo di una soluzione “temporanea”.
Manovra, i numeri del taglio al personale nelle scuole
Sarà una Manovra 2025 di sacrifici, anche per il comparto della scuola. Secondo quanto scritto nel testo reso pubblico, si assisterà a un taglio di ben 8mila lavoratori tra docenti, personale amministrativo e collaboratori scolastici.
A partire dall’anno scolastico 2024-2025 la riduzione di personale riguarderà principalmente i professori che diminuiranno nelle scuole: si parla di 5.660 insegnanti in meno. Tra amministrativi e ausiliari, invece, il taglio sarà di 2.174 unità. I tagli ridurranno così del 25% il turn over, il ricambio dei lavoratori.
La protesta dei sindacati contro i tagli al personale scolastico
I sindacati si sono detti preoccupati e a fine ottobre sono pronti a scioperare, perché sono sicuri che il taglio del personale scolastico, professori in primis, potrebbe avere conseguenze devastanti sulla didattica.
Il 31 ottobre è già in programma una mobilitazione indetta da Flc Cgil che coinvolgerà docenti e personale ATA, con una manifestazione a Roma davanti al Ministero della Funzione Pubblica alle ore 10.30.
Nel comunicato emanato dalle sigle sindacali si leggono i motivi dello sciopero: “Un contratto giusto ed un lavoro stabile sono tra le principali motivazioni alla base della protesta. Il tema delle retribuzioni e quello della stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori a tempo determinato della scuola riempiono da mesi le pagine dei quotidiani. Peccato che altrettanta attenzione e soprattutto impegni concreti da parte del Governo e del Ministero dell’Istruzione e del Merito non se ne siano visti”. La mobilitazione è stata indetta anche “per la valorizzazione, anche salariale, del loro lavoro e per dire basta al precariato”.
Schlein contro Valditara sui tagli alla scuola nella Manovra
Oltre ai sindaci, anche l’opposizione è sul piede di guerra per questi tagli. Elly Schlein del Partito Democratico ospite della trasmissione “Diritto e Rovescio” di Rete 4 ha condannato i tagli al personale scolastico: “Abbiamo gli insegnanti meno pagati d’Europa e invece di investire per migliorare le loro condizioni, il governo decide di ridurre l’organico di 6.000 insegnanti e 2.000 amministrativi. Non si vedevano tagli così dal 2008. È una doccia fredda, una scelta inaccettabile”.
La segretaria Dem ha detto che la situazione è grave: aumentare le risorse destinate alla scuola dovrebbe essere la priorità, in particolare quando si tocca il tasto dolente del rinnovo dei contratti. “È questione di priorità: bisogna mettere più risorse nella Manovra per il rinnovo dei contratti. Questi tagli dimostrano una mancanza di attenzione verso il mondo della scuola e verso il futuro del nostro Paese”.
La promessa del Ministero: nuovi fondi per la scuola
Mentre nella scuola italiana si sta assistendo anche a una costante diminuzione del numero di studenti, complice il calo delle nascite (si prevede che nel 2032 ci saranno 1,4 milioni di alunni in meno), il ministero dell’Istruzione rassicura tutti con una nota in cui cerca di spiegare meglio questi tagli. Si tratterebbe solo di una misura temporanea e transitoria: questo fa ipotizzare che in futuro i posti persi verranno recuperati. Forse i tagli previsti verranno spiegati meglio, anche perché riguardano tutta la pubblica amministrazione.
Come riferito dalla nota dal ministero dell’Istruzione e del Merito, per il 2025 e il 2026 sarebbero previsti nuovi stanziamenti per la stabilizzazione dei professori di sostegno (25 milioni nel 2025 e 75 nel 2026), per l’aumento degli stipendi con i rinnovi contrattali e per garantire anche ai precari la Carta del Docente da 500 euro per l’aggiornamento professionale (60 milioni).