Maria Agostina Cabiddu alla Maturità 2024: di cosa parla il testo
Tra le tracce della Maturità 2024 per il testo argomentativo (tipologia B) c'è un brano della costituzionalista Maria Agostina Cabiddu: di cosa parla
Per la prima prova della Maturità 2024 è stato scelto un brano della costituzionalista Maria Agostina Cabiddu come una delle tracce del testo argomentativo. I maturandi si sono trovati davanti a ‘L’intuizione dei costituenti’, testo della giurista datato 2020 inserito all’interno della rivista ‘AIC’ (Associazione italiana dei costituzionalisti), per riflettere sul tema del “valore del patrimonio artistico e culturale”.
- Chi è Maria Agostina Cabiddu
- 'L'intuizione dei costituenti' di Cabiddu alla Maturità 2024
- Cabiddu e il suo testo: la spiegazione
Chi è Maria Agostina Cabiddu
Maria Agostina Cabiddu è nata a Urzulei (Nuoro) nel 1962. Costituzionalista, è professoressa ordinaria di Istituzioni di diritto pubblico presso la Facoltà di Architettura e società del Politecnico di Milano, dove attualmente insegna Diritto amministrativo, Diritto urbanistico e Diritto ambientale. Dal gennaio 2016 fa parte, come membro eletto, del Consiglio di amministrazione del Politecnico.
‘L’intuizione dei costituenti’ di Cabiddu alla Maturità 2024
“Bellezza, a nostro avviso, dovrebbe essere, in una immaginaria carta di identità dell’Italia, il primo fra i suoi segni particolari, questa essendo, principalmente, la ragione per cui milioni di visitatori arrivano ogni anno nel nostro Paese, attratti dal suo immenso patrimonio naturale e culturale, che non ha eguali nel resto del mondo, e dalla densità e diffusione, cioè dal radicamento di questo patrimonio nel territorio, nella storia e nella coscienza del suo popolo”. Inizia così il brano di Maria Agostina Cabiddu proposto agli studenti della Maturità 2024 tra le tracce della tipologia B, il testo argomentativo.
La riflessione della giurista sottolinea l’importanza di inserire il “valore del patrimonio artistico e culturale” all’interno della Costituzione italiana perché fondamentale per la formazione dell’identità nazionale e per la crescita culturale, sociale ed economica del paese.
“La lungimirante intuizione dei Costituenti di riunire in un unico articolo e di collocare fra i principi fondamentali la promozione dello sviluppo culturale e della ricerca scientifica e tecnica e la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione – prosegue il testo – ci dice non solo del rango da essi assegnato a beni e interessi con ciò posti a fondamento dell’identità nazionale ma anche della loro consapevolezza circa lo stretto legame tra memoria del passato e proiezione nel futuro di un Paese così ricco di storia, natura e cultura come l’Italia“.
E ancora: “Sappiamo come la furia della ricostruzione prima e il prevalere delle ragioni di un malinteso sviluppo economico poi abbiano troppo spesso pretermesso1 quei principi, finendo per colpire anche il nesso fra salvaguardia del patrimonio e progresso culturale e sociale del Paese che la Costituzione indica come fondamentale”.
“Eppure, a ben guardare – prosegue il brano di Cabiddu proposto ai maturandi -, la coscienza della funzione civile del patrimonio storico-artistico non è mai, nel frattempo, venuta meno e anzi spesso si è tradotta in manifestazioni spontanee di cittadinanza attiva e nella nascita di formazioni sociali, più o meno strutturate, per la cura delle cose d’arte, dei paesaggi e dei luoghi ‘del cuore’, per l’organizzazione di festival e manifestazioni culturali e artistiche di diverso genere: da Italia Nostra al Touring Club Italia, al FAI fino alle associazioni e comitati privi di personalità giuridica ma non per questo meno capaci di testimoniare quei ‘legami e responsabilità sociali che proprio e solo mediante il riferimento a un comune patrimonio di cultura e di memoria prendono la forma del patto di cittadinanza'”.
“Questo è, allora, il punto – si chiude il testo -: la crescente domanda di arte, di musica, di paesaggio, di letteratura, in una parola di ‘bellezza’ non può, in alcun modo, essere ricondotta alla categoria dei ‘beni di lusso’ o, peggio, all’effimero e al superfluo. Al contrario, essa ha direttamente a che fare con il senso di appartenenza, di identità e memoria, con il benessere e la (qualità della) vita delle persone e delle comunità, insomma con una cittadinanza ‘pleno iure’ e se è così nessuno deve rimanerne escluso”.
Cabiddu e il suo testo: la spiegazione
“L’ho appena saputo, sono contenta e mi fa anche ridere”. Così Cabiddu ha commentato la notizia di essere tra le protagoniste della Maturità 2024 a ‘La Repubblica’.
“Mi fa piacere perché è un tema al quale tengo molto – ha proseguito la docente –. L’idea è che quello che è stato fatto nel 1978 per la tutela della salute, quando è stato creato un sistema nazionale per coordinare enti e organi competenti, forse andrebbe fatto anche per l’arte”.
La giurista pensa ad un sistema che unisca amministrazioni, associazioni private, fondazioni e chiunque si occupi dello sviluppo della cultura, “così da tramandare questo patrimonio alle generazioni future”. Vivere la cultura, sostiene Cabiddu, è un diritto di cui “anche i meno abbienti devono poter fruire. Vuol dire dare a tutti la possibilità di andare a una mostra, a un concerto ed essere educati alla bellezza. Il degrado, invece, abbassa la qualità della vita”.
Secondo Cabiddu “deve essere fatto un passo in più” per abituare i giovani alla bellezza, “perché ci si può disabituare facilmente, e il gusto si perde. Mentre ognuno può dire ‘mi piace’, perché appartiene al soggettivo, dire ‘è bello’ vuol dire che c’è un studio dietro”, ha concluso.