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Per la Gen Z la laurea è un titolo superato: cosa preferiscono Fonte foto: iStock

Per la Gen Z la laurea è superata: cosa preferiscono studiare

Secondo un sondaggio di Indeed, il 49% dei giovani della Generazione Z ritiene che l'università sia solo uno spreco di tempo e soldi

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Le generazioni di studenti hanno aspettative e opinioni differenti a seconda del contesto sociale in cui vivono. I cosiddetti boomer, per esempio, sono cresciuti negli anni del boom economico in un periodo in cui in Italia e anche all’estero si potevano trovare diverse opportunità professionali e di crescita. I Millenials, al contrario, hanno attraversato tutti i cambiamenti economici e sociali portati dalla globalizzazione e dalle nuove tecnologie, nonché dalle diverse crisi economiche. La GenZ sta vivendo ora in un mondo in cui l’intelligenza artificiale è protagonista. Uno studio si è quindi chiesto: cosa pensano i più giovani dell’università?

Cosa pensa la Gen Z dell’università

Un’analisi di Indeed ha chiesto ad alcuni giovani americani appartenenti alla Generazione Z se la laurea sia ormai un titolo superato e se sia meglio saper maneggiare gli strumenti dell’intelligenza artificiale.

Il 49% dei ragazzi intervistati ha risposto che per un nativo digitale gli studi al college e all’università sono uno spreco di risorse economiche e di tempo.

Per i giovani della GenZ sarebbe meglio concentrarsi su corsi per il machine learning e la conoscenza di chatbot e algoritmi, destinati a rivoluzionare il mercato del lavoro.

Il valore della laurea secondo gli esperti

Secondo Christine Cruzvergara, responsabile della strategia educativa della piattaforma digitale Handshake che aiuta i giovani a trovare lavoro, invece il valore della laurea non si limita al solo inserimento nel mondo del lavoro.

“Si crede che l’istruzione superiore serva solo a ottenere un primo impiego, ma non è affatto così. Sviluppa capacità manageriali e di leadership – ha spiegato l’esperta – velocizza l’avanzamento di carriera e amplia la propria rete di contatti”.

Ricordando che Mark Zuckerberg ha abbandonato gli studi ad Harvard al secondo anno, Cruzvergara ha invitato i giovani a chiedersi se avrebbe mai sviluppato “Facebook senza l’aiuto di coloro che incontrò fra i banchi?”.

L’analisi sui giovani, la laurea e l’intelligenza artificiale

Nell’analisi di Indeed emerge che a far allontanare i giovani americani dagli studi universitari, in primo luogo, sarebbero i costi altissimi dei college.

Negli Stati Uniti questa spesa è raddoppiata negli ultimi 20 anni, arrivando a superare i 38mila dollari. I prestiti richiesti dagli studenti americani per pagare gli studi superano i 2 mila miliardi.

In Italia invece, secondo un’analisi dell’Udu del 2024, una retta annuale costa in media fra i 900 e i 1.000 euro, cifra che sale dai 3.400 ai 10mila euro negli atenei privati. Per un master si superano di poco i 3.500.

Tornando ai dati dell’analisi, il 38% dei nativi digitali ritiene che i prestiti hanno limitato la loro carriera nel lavoro più di quanto il diploma l’abbia accelerata e quindi non vedono un ritorno del loro investimento a lungo termine.

Un ruolo nel disincentivare l’interesse verso l’università lo gioca anche il tempo necessario a ottenere la laurea.

Negli Stati Uniti un corso di laurea dura quattro anni, di cui due di specializzazione, ma i giovani preferiscono seguire lezioni online per imparare a usare l’Intelligenza artificiale in pochi mesi e presentarsi sul mercato.

Le iscrizioni alle piattaforme online dedicate, come O’Reilly, sarebbero addirittura quadruplicate in 12 mesi.