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Crepet Fonte foto: IPA

Perché Crepet piace agli insegnanti (ma c'è una critica)

Il noto psichiatra Paolo Crepet piace anche agli insegnanti: due docenti hanno spiegato perché pur muovendo una critica nei confronti dell'esperto

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

La sua popolarità è in costante crescita, come dimostrano i sold out dei suoi spettacoli in tutta Italia. Stiamo parlando dello psichiatra e sociologo Paolo Crepet. La sua capacità di comunicare messaggi chiari e incisivi che riguardano tutti piace anche agli insegnanti. In un’intervista Liliana Camarda, preside in pensione, e Antonella Girolamo, maestra elementare, hanno raccontato perché secondo loro ciò che dice Crepet è importante anche (e soprattutto) per chi insegna. Nonostante l’ammirazione generale, le due prof hanno rivolto una critica all’esperto. Ecco di cosa si tratta.

Insegnanti fan di Crepet: “Lancia messaggi che fanno bene”

Dopo aver assistito al suo spettacolo al Teatro Team di Bari, le due insegnanti Liliana Camarda e Antonella Girolamo hanno condiviso le loro impressioni su Paolo Crepet con il Corriere del Mezzogiorno.

Liliana Camarda, dirigente scolastica in pensione, ha spiegato di apprezzare soprattutto “il valore pedagogico delle proposte” dello psichiatra e di ammirare “la sua capacità di provocare anche in maniera ironica, arguta, inducendo infine alla riflessione”. Sugli spettacoli di Crepet ha aggiunto: “Credo che questi incontri siano veramente importanti poiché lanciano messaggi che fanno bene a noi adulti per primi, ma anche ai ragazzi per la loro crescita“.

Antonella Girolamo, insegnante di scuola primaria, ha evidenziato come Paolo Crepet riesca a toccare corde profonde, invitando gli adulti a riflettere sul loro ruolo nell’educazione dei giovani. La maestra ha detto di essere rimasta particolarmente colpita dalla metafora degli “istruttori di volo“, figure a cui, secondo lo psichiatra, dovrebbero ispirarsi gli adulti nell’educare i ragazzi. “Noi dobbiamo fornire ai giovani le tecniche affinché possano spiccare il volo – ha commentato la docente -. Il nostro compito non è quello di insegnare tutto, piuttosto lanciare degli stimoli che spingano i ragazzi a partire alla ricerca autonoma della propria strada. E questa è una riflessione di Crepet che condivido: non dobbiamo essere accomodanti nei confronti di figli e alunni. Dobbiamo sollecitarli e poi lasciarli liberi”.

Perché su educazione e tecnologia le prof la pensano come Crepet

Le prof hanno spiegato perché condividono le posizioni di Paolo Crepet su educazione e tecnologia. Secondo Camarda e Girolamo, i giovani d’oggi sono troppo attaccati ai social e agli strumenti di Intelligenza Artificiale, “e questo chiaramente questo comporta anche una sorta di incapacità a mettersi in gioco”, hanno detto. Cercando le risposte su ChatGpt “la curiosità non viene stimolata e non ci si abitua all’approfondimento”, hanno aggiunto.

Camarda e Girolamo hanno continuato: “Tutto è diventato così veloce e senza fatica che i ragazzi di oggi non sanno più soffermarsi sulle cose, sulle emozioni, sulle sensazioni. Ma, invece, come lo stesso Crepet afferma, sarebbe indispensabile che ognuno si scomodasse, uscisse dalla propria comfort zone, recuperasse la fatica come valore insito all’esistenza“.

La critica delle insegnanti a Paolo Crepet

Sebbene apprezzino il suo lavoro, Liliana Camarda e Antonella Girolamo hanno mosso una critica a Paolo Crepet riguardo al momento del firmacopie. Le due avrebbero voluto che lo psichiatra dedicasse più tempo ai suoi lettori “e che guardasse negli occhi le persone che sono lì per lui, dopo aver comprato e letto il suo libro”, hanno concluso.