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Crepet Fonte foto: IPA

Così vanno educati i figli secondo Crepet: la metafora del volo

Come vanno educati i figli secondo Paolo Crepet: lo psichiatra ha utilizzato una metafora sul volo per spiegare cosa dovrebbero fare i genitori

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Lunedì 7 aprile, Paolo Crepet ha portato in scena il suo spettacolo ‘Mordere il cielo’ al Teatro Civico di Vercelli. Nel suo monologo, lo psichiatra ha offerto numerosi spunti di riflessione sul complesso rapporto tra genitori e figli utilizzando anche una metafora evocativa sul “volo“. Ecco come vanno educati secondo l’esperto.

Crepet ai genitori: “Dovete essere degli istruttori di volo per i vostri figli”

Dovete essere degli istruttori di volo, lasciare i giusti spazi ai vostri figli in modo che possano fare le loro esperienze e crescere“. È questo l’appello che Paolo Crepet ha rivolto ai genitori dal palco del Teatro Civico di Vercelli, come riportato dal quotidiano Prima Vercelli.

Lo psichiatra, sempre molto attento al tema del rapporto genitori-figli, ha parlato alle mamme e ai papà invitandoli a lasciare i ragazzi liberi di fare esperienze, di sbagliare, di scegliere. Solo in questo modo, a suo avviso, i giovani possono crescere e diventare adulti responsabili, pronti ad affrontare la vita. Da qui il consiglio di essere degli “istruttori di volo” per i propri figli, una metafora che sottolinea l’importanza di un equilibrio tra sostegno e libertà.

No, dunque, all’iperprotezione, che per Crepet è uno degli atteggiamenti più dannosi. Per evidenziare la tendenza dei genitori a sovraccaricare i figli di attenzioni, durante l’intervento lo psichiatra ha riportato la sua consueta battuta sui bambini che usano il trolley per andare a scuola, suscitando l’ilarità del pubblico. Come aveva già spiegato in altre occasioni, per lui “la scuola deve essere anche fatica. La fatica è anche portare due quaderni, un sussidiario. Lo abbiamo fatto tutti, e non capisco perché adesso le giovani generazioni devono essere servite e riverite come fossero principi d’Inghilterra”.

Per Crepet “un figlio è come una startup”

Quello lanciato dal palco del teatro vercellese è solo uno dei tanti appelli di Paolo Crepet per esortare i genitori a concedere maggiore autonomia e indipendenza ai figli evitando di essere troppo controllanti o invadenti. Ecco cosa ha detto lo psichiatra in occasione del suo spettacolo del 7 maggio 2024 al Teatro Malibran di Venezia, che è diventato uno speciale su La7.

“La mamma di Lou Reed faceva lo zainetto a Lou Reed? Ma secondo voi, come è andato il mondo finora? Allora, se Lou Reed si è fatto lo zainetto da sé, metaforicamente parlando, allora anche vostri figli avranno diritto a non avere un occhio che ti guarda dappertutto, che ti controlla, che ti chiede ‘dove sei, con chi sei, cosa fai‘”.

Crepet ha poi attaccato i genitori che danno i soldi ai figli per andare a bere fuori con gli amici, sottolineando che il loro compito non è quello di “fare i pusher”. Al contrario, secondo lo psichiatra dovrebbero darglieli per investire nei loro sogni: “Come genitore posso pensare che un figlio sia una startup, e dunque finanziare il suo progetto. Ovviamente se ho la possibilità di farlo e soprattutto se mio figlio ha un progetto. Se invece uno non ha voglia di fare niente, perché devo finanziare il nulla? Perché gli devo dare dei soldi? Non credo che ci sia una legge della Costituzione italiana che ci obbliga. A mantenerli in vita, certamente. Con un riso in bianco, punto – ha ironizzato -. Tutto quello che è sopra al riso in bianco, ne parliamo”.