
Perché l'inchiesta di Milano è un problema per gli studenti
L'inchiesta sull'urbanistica di Milano è al centro delle polemiche: ma perché il procedimento giudiziario è un problema anche per gli studenti?
L’inchiesta che sta scuotendo il settore urbanistico a Milano sta avendo ripercussioni inattese anche sul mondo universitario. Le indagini in corso e il clima di incertezza che ne deriva toccano anche aspetti cruciali della vita accademica di centinaia di giovani. Ma perché il procedimento giudiziario milanese è un problema per gli studenti?
Cosa c’entrano gli studenti nell’inchiesta di Milano
Tra i tanti risvolti dell’inchiesta sull’urbanistica a Milano ce ne è uno che coinvolge direttamente gli studenti, o meglio, i posti letto riservati agli universitari che studiano nel capoluogo lombardo. Come spiegato da L’Espresso, il procedimento giudiziario, pur non avendo colpito direttamente con sequestri tutti i cantieri destinati agli studentati, sta generando un forte rallentamento nel settore urbanistico della città che ha dirette conseguenze sulla disponibilità degli alloggi per gli studenti.
“Abbiamo un problema serissimo“, ha detto la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini durante la discussione del ‘decreto università’ in Senato. Bernini ha assicurato che “non abbiamo tagliato posti letto. I posti letto ci sono“. Però, “in questo momento a Milano alcune imprese non firmano gli atti d’obbligo di 1.500 posti letto di studentati, di cui noi avevamo già allocato la gestione perché, come sapete, esistono problemi giudiziari”.
Il riferimento è ai tre grandi studentati che sono sorti, anche se al momento sono vuoti, a Rogoredo, Greco Breda e San Leonardo. Questi avrebbero dovuto ospitare complessivamente 1.530 studenti (rispettivamente 473, 447 e 600 posti).
Il progetto, che prevedeva investimenti per circa 30 milioni di euro ed era finanziato con la quota del Pnrr destinata proprio agli studentati, è stato di fatto abbandonato. Le ragioni di questo stop non sono legate direttamente ai sequestri della procura, a differenza per esempio degli immobili tra via Lepontina e via Valtellina sequestrati a novembre e che avrebbero dovuto ospitare anche 122 posti letto per gli studenti. I motivi sarebbero da ricercare nel forte rallentamento che l’intero settore dell’urbanistica sta vivendo nel capoluogo lombardo. Rallentamento, questo, alimentato anche dalle indagini in corso e dall’incertezza che ne è derivata.
Cos’ha detto la ministra Bernini sugli studentati
Durante il suo intervento in Senato, la ministra Anna Maria Bernini ha anche fornito un quadro più ampio della situazione a livello nazionale, sottolineando la crescente domanda di alloggi: “Stiamo raggiungendo le 60mila domande per 60mila posti letto e le supereremo”. Per affrontare questa sfida, Bernini ha sottolineato che il ministero dell’Università e della Ricerca sta attivando collaborazioni, come l’accordo con l’Agenzia del Demanio, per verificare che tutte le domande di gestione degli studentati “corrispondano a un esito di successo”.
La ministra ha poi voluto ribadire l’impegno del suo dicastero: “Non abbiamo tagliato nulla. Non abbiamo tagliato posti letto a nessuno e stiamo facendo il possibile, nonostante le cause di forza maggiore come la vicenda di Milano, per continuare a onorare i nostri difficilissimi impegni con la Commissione europea“.
Bernini ha concluso: “In 40 anni, chi ci ha preceduto ha fatto 40mila posti letto. A noi è stato chiesto di farne 60.000 in tre anni. Ci proveremo e forse ce la faremo“.
Resta sempre aggiornato: iscriviti al nostro canale WhatsApp!