L'augurio di Schettini ai giovani: perché devono essere creativi
Il prof di fisica più amato del web, Vincenzo Schettini, si è rivolto ai giovani che studiano materie scientifiche affidando loro un prezioso augurio
L’ormai celebre prof di fisica Vincenzo Schettini ha rivolto un prezioso augurio ai giovani d’oggi che scelgono di studiare materie scientifiche. Nel farlo, ha tenuto anche a spiegare i motivi per cui molti ragazzi e ragazze, in Italia, tendono a scegliere meno le materie scientifiche all’università rispetto ad altri Paesi .
- Il consiglio di prof Schettini ai giovani d'oggi
- Perché le materie scientifiche sono meno scelte all'università rispetto ad altri Paesi
Il consiglio di prof Schettini ai giovani d’oggi
Insegnante, musicista e divulgatore. Dai banchi di scuola ai palchi di decine di teatri italiani, dalle pagine social al piccolo schermo, Vincenzo Schettini riesce a spiegare una materia ostica come la fisica in modo originale e ludico, rendendola facile e facendola capire a tutti grazie al suo format “La fisica che ci piace”.
A proposito di fisica e materie scientifiche, in un intervista rilasciata al web magazine del Consiglio Nazionale delle Ricerche L’Almanacco della Scienza, prof Schettini si è rivolto ai giovani che stanno affrontando un percorso di studi scientifico, quindi a coloro che saranno gli scienziati del futuro, per dedicare loro un augurio: “Vorrei augurare loro di essere creativi. La creatività è parte dell’animo umano e non ha a che vedere solo con il mondo artistico”, ha dichiarato il prof di fisica. Ne ha quindi spiegato i motivi attraverso un esempio: “Scienziati come Einstein o Newton sono stati, a mio avviso, tra i più grandi creativi perché hanno saputo cogliere un’intuizione e applicarla all’interpretazione di fenomeni della realtà. Oggi – ha aggiunto -, la creatività dei nostri giovani si misura nella capacità di immaginare un mondo più sostenibile, ad esempio meno dipendente dall’energia elettrica, visto che questa è una delle grandi sfide che dovremo affrontare in una società sempre più esigente dal punto di vista delle risorse”.
Prof Schettini ha quindi ribadito la fiducia che ha nei confronti delle nuove generazioni: “La sfida della transizione richiama alla mente la legge di Lavoisier secondo cui niente si distrugge o si crea, ma tutto si trasforma, un obiettivo che la mia generazione non ha preso in adeguata considerazione, ma oggi possiamo contare su una nuova consapevolezza”.
Perché le materie scientifiche sono meno scelte all’università rispetto ad altri Paesi
In Italia, nonostante i miglioramenti, il numero di iscritti alle facoltà scientifiche è ancora inferiore rispetto ad altri Paesi. Un dato che porta a chiedersi quali siano i motivi sottostanti questa tendenza, tra i quali spicca anche l’inadeguatezza dei metodi di insegnamento di tali materie nelle scuole.
Secondo prof Schettini, “l’orientamento alle materie scientifiche parte da molto presto, dalla scuola primaria, dove bisognerebbe privilegiare un approccio ludico, tramite esperimenti resi in forma giocosa, più che un approccio basato su nozioni e definizioni, maggiormente adatto a studenti delle medie o della scuola superiore secondaria”.
“Detto questo, tutti abbiamo avuto docenti più o meno bravi – ha precisato il prof di fisica più amato del web – ma se l’apprendimento non funziona, non sempre è colpa di qualcuno”. Si tratterebbe quindi di un processo molto più complesso: “Oggi, ad esempio, vediamo nelle classi studenti meno concentrati e meno reattivi, spesso protetti – quando non giustificati – dai genitori, cosa che non accadeva quando andavo a scuola io”, ha aggiunto. Quindi non solo i metodi di insegnamento, ma anche i cambiamenti nell’attitudine dei giovani d’oggi influirebbero in tale fenomeno.
“Come insegnante, posto che la mia esperienza professionale è riferita al mondo del liceo, ho la sensazione che, comunque, qualcosa stia cambiando: mi scrivono tanti docenti per dirmi che hanno riprodotto in classe esperimenti che hanno visto sul mio sito o sui miei canali – ha concluso Schettini -, forse in qualche modo ‘La fisica che ci piace’ sta influenzando positivamente questa evoluzione”.