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Prof Vincenzo Schettini Fonte foto: ANSA

Prof Schettini e i telefoni in classe: "Ecco quando mi preoccupo"

Il prof di fisica Vincenzo Schettini lancia un allarme sull'uso dei cellulari in classe, svelando cosa lo preoccupa particolarmente nei giovani

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Sebbene i cellulari siano oggi banditi nelle scuole elementari e medie d’Italia, prof Schettini ne denuncia un continuo uso da parte degli studenti. Ma non solo. In un post pubblicato sulla sua pagina Instagram "La fisica che ci piace" ha espresso una forte preoccupazione sulle conseguenze dell’uso massiccio di tali tecnologie, che paragona a una "droga".

Il duro sfogo di prof Schettini sull’uso dei cellulari in classe

"Anche in classe questa droga? Mi riferisco ai telefonini. Ricreazione, lezioni, interrogazioni… il cellulare è lì, sempre. Dietro l’astuccio o sotto il banco. Me ne accorgo sempre più spesso", ha scritto il seguitissimo prof di fisica, che ha aggiunto: "È una dipendenza. Una droga".

Ma a preoccuparlo ancor più seriamente sono i danni che ne derivano: "Quando vedo ragazzi di 15 anni che stentano a parlare, a guardarsi negli occhi, a comprendere il senso di un testo, a faticare a fare due calcoli a mente, perché ormai la mente si usa sempre di meno, allora mi preoccupo", ha dichiarato, sottolineando quindi come i cellulari stiano portando i giovani ad alienarsi e a ragionare sempre meno con il proprio cervello.

Un allarme lanciato anche dal pedagogista Daniele Novara, che ha sottolineato come ci siano "aree del cervello fondamentali per l’apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale". Evitando l’uso del cellulare nelle scuole, secondo Novara "gli studenti socializzano e apprendono meglio. Prima dei 14-15 anni, il cervello emotivo dei minori è molto vulnerabile all’ingaggio dopaminergico dei social media e dei videogiochi".

Questo non è il primo sfogo da parte di prof Schettini sull’uso dei cellulari a scuola. Recentemente aveva messo in guardia i genitori sui contenuti inappropriati a cui possono accedere liberamente i giovani attraverso i loro smartphone: "Un padre non sa che influenza abbiano web e smartphone sui figli. […] Gli adulti non hanno la più pallida idea di come un bimbo di 10 anni con un cellulare in mano possa accedere a cose orrende. Ci sono community in cui uomini covano rabbia verso le donne, che poi violentano, ammazzano. Non abbiamo idea di che cosa ci sia nei gruppi Telegram, in cui si inneggia all’odio verso le donne e si scambia materiale pornografico estremo".

Cosa prevede la normativa sull’uso dei cellulari a scuola

A partire dall’anno scolastico 2024/2025 la battaglia contro i cellulari a scuola del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha preso il via definitivo: lo scorso 11 luglio, infatti, ha firmato una circolare che ha vietato l’uso degli smartphone alle scuole elementari e medie, anche a scopo didattico. Le uniche eccezioni previste sono i casi specifici all’interno del Piano Educativo Individualizzato (PEI) o del Piano Didattico Personalizzato (PDP).

La circolare ministeriale non ha previsto nulla per le scuole superiori, per le quali il capo del MIM non ha però escluso interventi, dichiarando che "è un dibattito aperto". Nel frattempo, il 12 maggio 2025 è stata presentata a Bruxelles una richiesta ufficiale a Bruxelles di raccomandazione per il divieto di utilizzo nelle scuole dei Paesi Ue.

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