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Valditara Fonte foto: ANSA

Che scuola superiore scegliere: consiglio a sorpresa di Valditara

Il ministro Giuseppe Valditara ha deciso di scrivere alle famiglie dei ragazzi di terza media, con i suoi consigli su quale scuola superiore scegliere

Patrizia Chimera

Patrizia Chimera

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Giornalista pubblicista, è appassionata di sostenibilità e cultura. Dopo la laurea in scienze della comunicazione ha collaborato con grandi gruppi editoriali e agenzie di comunicazione specializzandosi nella scrittura di articoli sul mondo scolastico.

In occasione del seminario “Lo sviluppo della filiera professionale e il modello 4+2” che si è svolto a Palazzo Giustiniani a Roma, nella giornata di giovedì 14 novembre 2024, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è voluto intervenire per parlare di un progetto che a lui sta molto a cuore: portare un po’ di scuola italiana nel mondo del lavoro, in modo diretto. Per questo motivo, di fronte a relatori e pubblico presente, ha annunciato che ha in mente di dare utili suggerimenti ai ragazzi che si apprestano a scegliere la scuola secondaria di secondo grado.

Quale scuola superiore scegliere secondo Valditara

Durante il suo intervento al seminario, Giuseppe Valditara ha annunciato che preparerà un messaggio per dare consigli in merito al futuro dei ragazzi che a gennaio 2025 saranno chiamati a fare una scelta importante, con gli open day e l’apertura delle iscrizioni alle scuole superiori. “Manderò una lettera alle famiglie dei ragazzi di Terza media per rendere loro note le richieste del mercato del lavoro, le potenzialità che l’istruzione tecnica e professionale offre e perché si possa dare opportunità di crescita e realizzazione per ciascuno”.

L’obiettivo sarebbe quello di consentire ai ragazzi di fare scelte consapevoli e mirate, prediligendo alcuni indirizzi di studio rispetto ad altri, per venire incontro alle richieste del mercato del lavoro.

La cultura anti-aziendale secondo Valditara

Nel suo intervento, il ministro Giuseppe Valditara ha parlato anche di quella cultura anti-aziendale presente nel nostro Paese e che è difficile da distruggere: “Dobbiamo avere il coraggio di rompere con una mentalità radicata in certi ambienti della nostra società e purtroppo anche della politica, per cui l’impresa è vista come qualcosa di distante e oppositiva nei confronti della cultura e, quindi, della scuola e, quindi, della formazione. Se questa opposizione è storicamente meno rilevante nella formazione professionale in senso stretto, purtroppo, è ancora largamente diffusa una mentalità di questo tipo nel mondo della scuola”.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito del Governo Meloni ritiene, però, “sia un errore perché, se vogliamo garantire ai nostri giovani prospettive occupazionali certe, rapide e ben retribuite, non possiamo non tener conto di quelle che sono le esigenze del mondo dell’impresa. Soprattutto dobbiamo sviluppare un percorso formativo che sia in linea con quelle esigenze altrimenti rischiamo di dare vita al famoso mismatch, un dato drammatico del nostro Paese”.

Il mismatch, la distanza tra la qualifica offerta allo studente al termine di un percorso scolastico e il lavoro possibile nelle imprese, è pari oggi al 47%, secondo i dati di Confindustria citati dal ministro.

L’esperimento del 4+2 nelle scuole superiori

Già in passato il ministro aveva proposto di introdurre un’idea di cultura del lavoro tra i banchi scolastici, con l’introduzione del 4+2, la possibilità di un percorso più breve per gli studenti delle superiori, con un passaggio diretto agli Istituti Tecnici Superiori (ITS).

Durante il suo intervento Valditara ha spiegato come Lombardia e Calabria abbiano accolto con entusiasmo questa formula: “La regione oltre alla Lombardia che ha risposto in maniera entusiasta al nuovo modello è la Calabria. E questo è un segnale che stiamo riunendo l’Italia, è un segnale per chi vuole il riscatto e la crescita per i giovani, è un messaggio forte di speranza”.

Secondo quanto riportato da ‘La Repubblica’, però, questo modello non avrebbe ottenuto il risultato sperato, con soli 176 istituti scolastici aderenti e 1.669 iscrizioni. Stessa sorte tocca al Liceo Made in Italy, con solo 375 iscritti, lo 0,08 per cento degli studenti dell’anno 2024/2025.