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Cecchettin e Valditara Fonte foto: ANSA

Affettività a scuola, la risposta di Valditara a Gino Cecchettin

Il padre di Giulia Cecchettin, Gino, lancia un appello per chiedere un'ora di educazione all'affettività a scuola: la risposta del ministro Valditara

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Ad un anno dal femminicidio della studentessa 22enne Giulia Cecchettin, il padre Gino Cecchettin ha rilanciato l’appello per chiedere un’ora di educazione all’affettività a scuola. Proposta che è stata fatta propria anche dal sindacato studentesco Rete degli studenti medi, che ha preparato una petizione. La risposta del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

L’appello di Gino Cecchettin

Ad un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin, uccisa l’11 novembre 2023, il padre Gino Cecchettin ha rilanciato l’appello alle istituzioni per chiedere l’introduzione di un’ora di educazione all’affettività nei programmi scolastici.

L’uomo ha sottolineato che proprio questo sarà uno degli obiettivi prioritari di ‘Fondazione Giulia‘, che sarà presentata ufficialmente il 16 novembre alla Camera dei deputati.

La risposta del ministro Valditara

“Educazione all’affettività nelle scuole? L’abbiamo messa nelle linee guida dell’educazione civica, dove c’è un passaggio fondamentale di educare al rispetto nei confronti della donna, ben al di là delle 33 ore obbligatorie, che devono caratterizzare l’intera attività didattica di tutti i docenti”. Questo il commento del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara alla proposta di Gino Cecchettim.

“Il progetto è già partito – ha aggiunto il titolare dell’Istruzione -, le linee guida sono già state approvate e inviate alle scuole. Adesso tocca alle scuole realizzare concretamente questa educazione al rispetto, in particolare nei confronti delle donne“.

Gli studenti chiedono l’educazione sentimentale a scuola

Anche quest’anno gli studenti hanno ricordato Giulia Cecchettin con un ‘minuto di rumore‘. E lo hanno fatto denunciando la mancanza, da parte delle istituzioni, di interventi concreti per contrastare il fenomeno dei femminicidi a partire dai banchi di scuola.

Il sindacato studentesco Rete degli studenti medi ha così lanciato una petizione per chiedere programmi di educazione sentimentale e sessuale nelle scuole italiane.

“Il nostro Paese ha un problema con la violenza di genere“, si legge nel documento del comitato degli studenti, che hanno sottolineato come in Italia ci sia “un femminicidio ogni due giorni” e che sono in “aumento esponenziale” le “denunce per molestia e stalking”.

Per questo “serve riconoscere il carattere sistemico di questa violenza, legittimata da una cultura machista e patriarcale che ha radici molto profonde”. Ma, hanno proseguito, “nelle nostre scuole non esistono gli strumenti adeguati per riconoscerla e smantellarla pezzo per pezzo. La didattica che affrontiamo quotidianamente all’interno delle nostre classi non ci garantisce degli spazi di discussione, cura e formazione, per imparare a gestire al meglio i rapporti interpersonali e ad affrontare in maniera serena il nostro rapporto con la sessualità”.

Gli studenti hanno tuonato: “Le politiche messe in campo dall’attuale ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara sono insufficienti: con il progetto ‘Educare alle relazioni’ è stato fatto un tentativo vano di occuparsi di violenza di genere, impostando ogni riflessione sul tema in maniera criminalizzante, facendo leva sulle conseguenze penali a cui si ricorre se si commettono violenze, invece che educando a non commetterle”.

Da qui il loro appello: “Vogliamo programmi di educazione sessuale, affettiva e al consenso in ogni scuola, che ci educhino a costruire rapporti umani sani e rispettosi dell’autodeterminazione dell’altro, basati su un approccio orizzontale e transfemminista”. Inoltre, gli studenti hanno chiesto che “a gestire questi momenti di formazione siano degli esperti“, come psicologi, psicoterapeuti, sessuologi e ginecologi, “che sappiano intervenire professionalmente, in maniera del tutto laica e libera da ogni tabù e pregiudizio clericale e moralistico, abbattendo il velo di imbarazzo che spesso si percepisce all’interno delle aule quando si provano ad affrontare questi temi”.

E, hanno aggiunto, “vogliamo che questo percorso sia obbligatorio da programma, e che quindi venga svolto in orario curricolare nelle scuole di ogni ordine e grado, utilizzando le ore di educazione civica“.

La polemica del Movimento 5 stelle

“È passato un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin eppure sembra che il ministero dell’Istruzione non riesca a dare quelle timidissime risposte che Giuseppe Valditara aveva annunciato a pochi giorni da quella tragedia. Che fine ha fatto il progetto ‘Educazione alle relazioni‘?”, hanno detto i deputati del Movimento 5 stelle in commissione Cultura alla Camera Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato, come riportato da ‘La Presse’.

“Che cosa ha fatto Valditara in tutto questo tempo? – hanno proseguito gli onorevoli pentastellati – Perché è passato invano un anno? Parliamo di un progetto facoltativo, dall’approccio timidissimo, eppure pare che nemmeno quello si sia stato in grado di realizzare. Nel frattempo i femminicidi continuano e le misure di prevenzione e di educazione restano una chimera. Valditara ci dia una risposta, almeno su questo”, hanno concluso da M5s.