Quanto guadagna un dirigente scolastico: polemica sullo stipendio
Polemica sulla valutazione della complessità delle scuole, da cui dipende lo stipendio dei presidi: novità e quanto guadagna un dirigente scolastico
Dopo i decreti del ministero dell’Istruzione e del Merito che hanno modificato i criteri per la valutazione della complessità delle scuole italiane, è scoppiata una nuova polemica sullo stipendio dei presidi. Ecco cosa è successo e quanto guadagna un dirigente scolastico.
- Novità sulla valutazione della complessità delle scuole
- La polemica dei sindacati
- Quanto guadagnano i presidi in Italia
Novità sulla valutazione della complessità delle scuole
È polemica sulla nuova organizzazione delle scuole italiane in base alla loro complessità, una delle variabili considerate per determinare lo stipendio dei dirigenti scolastici.
La complessità delle scuole viene misurata attraverso un punteggio in cui influiscono, tra gli altri indicatori, il numero di alunni e dei plessi. Esistono 3 fasce di complessità nelle quali vengono collocate gli istituti scolastici: A (la più complessa); B (media complessità); C (bassa complessità).
Alla luce della riorganizzazione della rete scolastica operata a livello regionale, in cui molti istituti sono stati accorpati, il ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha operato una ricollocazione delle scuole all’interno delle 3 fasce di complessità, introducendo nuovi indicatori per il calcolo del punteggio. Tra questi, l’ESCS (Economic, social and cultural status) “che permetterà di tenere conto in modo più accurato delle condizioni economiche, sociali e culturali degli studenti iscritti nella singola scuola”, hanno spiegato dal ministero. Che ha proseguito sottolineando che “questi criteri sono stati sviluppati con l’obiettivo di armonizzare la complessità delle scuole italiane e dare conto delle diverse realtà presenti nel territorio, anche ai fini dell’individuazione delle fasce retributive dei dirigenti scolastici”.
Un’altra novità introdotta riguarda l’individuazione da parte del MIM “di risorse finanziarie aggiuntive per il Fondo dei dirigenti scolastici per l’anno 2024-2025 – hanno annunciato dal ministero -. Grazie a questi ulteriori finanziamenti sarà possibile definire in sede di contrattazione integrativa incrementi della retribuzione di parte variabile, mediamente 500 euro annui lordo dipendente per tutte le fasce”.
Per l’anno scolastico 2024-2025, hanno proseguito dal dicastero, “le scuole in fascia A rappresenteranno il 22% del totale, pari a 1671 istituzioni, rispetto alle attuali 1760. Le scuole in fascia B saranno 4934, rispetto alle precedenti 5160, e quelle in fascia C saranno 994, a fronte delle attuali 1169”.
La polemica dei sindacati
L’adozione di nuovi criteri da parte del ministero dell’Istruzione per la valutazione della complessità delle scuole ha creato una frattura tra i sindacati dei dirigenti scolastici.
Secondo Attilio Fratta, alla guida di Dirigentiscuola, “scuole situate in contesti difficili, a rischio dispersione, con carenze di risorse strutturali, risultano collocate nella fascia più bassa di classificazione”. Perciò “quale capo d’istituto vorrà mai guidarle se percepirà uno stipendio più basso dei suoi colleghi che dirigono scuole in contesti meno difficili?”, ha affermato Fratta, come riportato da ‘La Repubblica’.
Dall’altro lato Antonello Giannelli, a capo dell’Associazione nazionale presidi (Anp) che vanta il maggior numero di iscritti in Italia, ha puntualizzato: “Non vi è stato alcun taglio stipendiale. Anzi, per quanto di modesta entità, dovrebbero esserci incrementi retributivi a seguito della prossima firma del contratto collettivo nazionale integrativo relativo al prossimo anno scolastico”.
Inoltre, ha proseguito Giannelli, per quanto riguarda i criteri, quelli “adottati dal ministero per rilevare la complessità delle scuole sono migliorativi rispetto al passato in quanto rispecchiano più fedelmente la realtà delle cose. In particolare, è solo grazie alla pressione dell’Anp che è stato finalmente utilizzato l’indicatore dello status socio-economico-culturale dello studente (Escs)”. Questo criterio “consente di valorizzare maggiormente la retribuzione collegata proprio a quelle scuole inserite in contesti difficili, a rischio dispersione e con carenze di varia natura che prima non erano minimamente considerati”, ha concluso Antonello Giannelli.
Sulla polemica, è intervenuto anche il ministero dell’Istruzione e del Merito: “I nuovi criteri di pesatura delle scuole sono stati introdotti, dopo ampio confronto con tutti i sindacati, con l’obiettivo di tenere in considerazione in modo più accurato la complessità delle istituzioni scolastiche”, ha precisato il capo dipartimento Jacopo Greco. “Contrariamente a quanto dichiarato – ha proseguito -, non sono stati assolutamente tagliati gli stipendi dei dirigenti scolastici”. Infatti, ha precisato, c’è una clausola di salvaguardia che prevede “che nessun potrà subire una riduzione stipendiale nel caso in cui la scuola presso cui presta servizio passi in una fascia inferiore a causa dei nuovi criteri di pesatura”.
Quanto guadagnano i presidi in Italia
Lo stipendio dei dirigenti scolastici è composto da 4 voci principali:
- lo stipendio tabellare, uguale per tutti i presidi;
- la retribuzione di posizione parte fissa, anche questa identica per tutti i dirigenti delle scuole;
- la retribuzione di posizione parte variabile, che dipende dalla complessità dell’istituto scolastico, ovvero dal numero dei plessi che lo compongono, degli indirizzi presenti e degli alunni che lo frequentano;
- la retribuzione di risultato, che dovrebbe essere commisurata alla performance di ogni singolo preside ma che in realtà viene calcolata in percentuale sulla retribuzione di posizione di parte variabile. La parte variabile della retribuzione varia tra il 21% ed il 29% dello stipendio complessivo.
Stando alle ultime informazioni risalenti a marzo 2024, in cui è stata firmata l’ipotesi di contratto collettivo nazionale per i dirigenti scolastici, la retribuzione media di un preside varierà tra i 76mila euro e gli 85mila euro lordi all’anno.