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Riforma test di Medicina Fonte foto: ANSA

Riforma test di Medicina, cosa cambia: la decisione del Senato

Il Senato ha approvato la riforma del test di Medicina, ora la decisione passa alla Camera: ecco cosa cambia per l'accesso alle facoltà mediche

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Via libera alla riforma del test di Medicina da parte del Senato. Adesso il testo del provvedimento passa alla Camera per la decisione finale. Ecco cosa cambia.

Il Senato approva la riforma del test di Medicina

Nella seduta di ieri, mercoledì 27 novembre, il Senato ha approvato il provvedimento che reca la delega al governo per la revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, in Odontoiatria e in Medicina veterinaria. Il disegno di legge ha ottenuto il via libera con 87 voti favorevoli, 40 contrari e 18 astenuti.

Il testo, adesso, passa alla Camera per l’approvazione finale. L’obiettivo del governo è quello di arrivare al voto il prima possibile, cosicché la riforma possa entrare in vigore già a partire dal prossimo anno accademico, quello 2025-2026. Altrimenti bisognerà aspettare l’anno successivo, e questo comporterebbe un nuovo (e ultimo) concorsone a crocette in primavera, sul modello di quello che si è tenuto nel 2024.

Cosa cambia con la riforma del test di Medicina

Con il provvedimento approvato in Senato, viene eliminato il test per entrare alle facoltà mediche. Anche se in passato si era parlato di abolizione del numero chiuso, in realtà, la selezione per un posto a Medicina viene solo rimandata.

Chi vuole fare il medico, infatti, dovrà seguire un intero semestre di corsi propedeutici e sostenere i relativi esami. Superarli tutti è prerequisito per iscriversi alla graduatoria nazionale, che deciderà, in base ai posti disponibili nelle università, chi potrà proseguire gli studi.

Gli studenti che non riusciranno ad entrare in graduatoria, però, non perderanno i crediti ottenuti negli esami. Potranno utilizzarli per iscriversi ad un altro corso di studio affine.

I decreti attuativi della riforma per l’accesso a Medicina

Una volta ricevuto il via libera di entrambi rami del Parlamento, la riforma del test di Medicina diventerà realtà. A quel punto, il ministero dell’Università e della Ricerca avrà 12 mesi di tempo per varare i decreti attuativi della norma. Il ddl, infatti, stabilisce solo i contorni generali della riforma del sistema di accesso a Medicina, delegando al governo la definizione dei contenuti attraverso una serie di provvedimenti successivi.

Questi decreti dovranno stabilire, per esempio, quanti e quali esami propedeutici dovranno essere sostenuti dagli aspiranti camici bianchi durante il semestre. Ma anche il sistema di selezione in base al quale si deciderà chi può andare avanti e chi no. Il testo della riforma, infatti, parla genericamente di una “collocazione in posizione utile nella graduatoria nazionale” sulla base di esami di profitto svolti “secondo standard uniformi”.

Il commento della ministra Bernini

“Oggi segniamo una svolta attesa da tantissimi studenti e da tantissime famiglie. Aboliamo i quiz per l’accesso a Medicina e apriamo il numero chiuso in modo sostenibile e programmato”, ha commentato su X la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

“Ragazze e ragazzi potranno iscriversi al primo semestre di Medicina, seguire corsi caratterizzanti e, al termine, utilizzare i loro crediti anche in altri percorsi di accademici – ha proseguito -. Così si riconoscono l’impegno e lo studio e non ci si affida alla casualità di un test”.

Secondo Bernini, la riforma segna “un passo avanti anche per il sistema sanitario nazionale: stop al ‘turismo universitario’ che spinge i nostri giovani a studiare all’estero e alla carenza dei medici in corsia. L’Italia è un’eccellenza nella formazione medica e sanitaria, e vogliamo che i nostri studenti restino qui per rendere il Paese ancora più forte”.

I motivi della riforma del test di Medicina

Prima della votazione in Senato, Bernini ha ribadito i motivi che hanno spinto il governo a riformare l’accesso ai corsi di Medicina, come riportato da ‘Ansa’. “I test verranno aboliti per sempre, i Tolc non esisteranno più: la preparazione era molto costosa, con il pessimo, orribile, deprecabile mercato dei Tolc e comunque dei test. I giovani erano costretti a prepararsi non su test di merito ma su test a crocette e questa è una vera perdita di tempo”, ha osservato la ministra.

“L’altro motivo di eliminazione dei test – ha proseguito – è il fatto che non è né formativo né propedeutico: per questo non abbiamo pensato a modelli già esistenti ma ad un nostro modo di interpretare il semestre che consentisse a tutti gli studenti di creare un bagaglio formativo che rappresenterà per loro un file di esperienze sempre attivabile”.

Altro motivo, ancora Bernini, “è la necessità di eliminare l’esilio universitario: costringevamo, sulla base di un test che equivaleva al lancio di una monetina, fortuna pura, a fare scelte costose di uscita dal nostro Paese e dalla qualità alta della nostra offerta formativa. Così abbiamo esiliato tanti studenti”.

Infine, la ministra dell’Università ha detto che è già stato creato un gruppo di lavoro “che deve ragionare sui decreti delegati” formato da “tutti i presidenti dei corsi di laurea coinvolti in questa riforma”.