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Studenti ebrei Fonte foto: iStock

Studenti ebrei in pericolo in Italia: perché ora hanno paura

Gli studenti ebrei hanno paura in Italia, è l'allarme lanciato da una giovane in un'intervista: ecco cosa ha detto e perché si sentono in pericolo

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Gli studenti ebrei hanno paura anche in Italia: è l’allarme lanciato da una giovane universitaria in una lunga intervista. Ecco perché si sentono in pericolo.

Perché gli studenti ebrei hanno paura in Italia

“Questa guerra è la tragedia dei giovani in Israele ma anche qui in Italia perché non ci sentiamo più sicuri”. Lo ha detto la consigliera dell’Ugei (Unione dei giovani ebrei d’Italia) Anna Tognotti, 22enne torinese studentessa di ingegneria gestionale al Politecnico. La giovane è stata intervistata da ‘La Repubblica’ durante l’incontro organizzato domenica 7 aprile a Milano a 6 mesi dall’attacco terroristico di Hamas.

Tognotti ha sottolineato che da un sondaggio è emerso che “quasi 9 persone su 10 tra i ragazzi ebrei hanno cambiato le loro abitudini”. Angoscia, paura, tristezza e preoccupazione sono gli stati d’animo più diffusi tra i giovani ebrei italiani, come spiegato dalla la consigliera Ugei. “Ci sentiamo soli – ha proseguito -, abbiamo dovuto rivedere la nostra vita. Ci sono studenti ebrei che hanno smesso di seguire le lezioni all’università ed è un fenomeno che sta accadendo in tutta Italia. Non portano più la kippah in luoghi pubblici, non parlano più in ebraico, non utilizzano il proprio nome e cognome se tipicamente ebraico, non utilizzano oggetti o indumenti che siano riconducibili alla loro identità”.

I giovani ebrei si sentono in pericolo perché “ci sembra di rivivere ciò che hanno vissuto i nostri nonni”, ha specificato Anna Tognotti. “Siamo vittime – ha proseguito -, ma siamo pronti a combattere e non staremo zitti come è successo nel ’38, perché vogliamo che le cose cambino”.

Crescono gli episodi di antisemitismo

L’antisemitismo è in crescita dopo i fatti del 7 ottobre e i successivi attacchi di Israele nella Striscia di Gaza. La consigliera dell’Unione dei giovani ebrei d’Italia ha affermato che negli ultimi 6 mesi sono state fatte 28 segnalazioni da ragazzi ebrei che hanno subito gesti antisemiti. “Da questo sondaggio abbiamo rilevato che 1 ebreo su 2 è vittima di episodi di antisemitismo”. E questo, in uno Stato democratico “non è accettabile”, ha puntualizzato Tognotti. Che ha continuato: “Siamo spesso assimilati agli israeliani, ma noi siamo italiani. Se sono ebrea devo poter spiegare ciò che succede in Israele e quindi voglio vivere tranquilla nel mio Paese finché è democratico e libero”.

Anna Tognotti ha anche raccontato di specifici episodi di antisemitismo subiti da alcuni studenti ebrei nel contesto universitario italiano: dal giovane escluso dalle associazioni studentesche agli sputi e alle frasi violente scritte nei bagni e sui muri. “Chiediamo a tutti di segnalare questi episodi, li cataloghiamo per documentazione e naturalmente li denunciamo alle autorità”, ha affermato la 22enne aggiungendo che è stata creata “una linea telefonica per raccogliere questi episodi”.

Le proteste nelle università e il boicottaggio di Israele

E sulle numerose proteste “Boicotta Israele” esplose nelle università italiane, la studentessa ha aggiunto: “Noi ci battiamo in modo non violento e democratico contro tutti i boicottaggi. La democrazia è a rischio se accade che le università vogliono interrompere il legame con quelle israeliane. Le università sono fondamentali per la crescita culturale di tutti. Israele è il paese che ha il più alto tasso di premi Nobel, quindi avere rapporti con gli studiosi e i ricercatori israeliani è importante per tutti”, ha concluso Anna Tognotti.