Test Medicina validi, Consiglio di Stato smentisce il Tar: e ora?
Il Consiglio di Stato ha smentito la sentenza del Tar del Lazio che aveva definito illegittimi i test di Medicina 2023: ecco cosa succede ora
I test di Medicina svolti nel 2023 sono validi. Con la sentenza del 4 ottobre, il Consiglio di Stato ha smentito il Tar del Lazio che lo scorso gennaio aveva dichiarato illegittimo il sistema di punteggio equalizzato impiegato per la prova di ammissione alla facoltà di Medicina. Cosa succede ora?
La sentenza del Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar del Lazio che a gennaio aveva demolito i test di ingresso a Medicina per l’anno accademico 2023/2024 mettendo a rischio l’immatricolazione di migliaia di studenti anche per l’anno successivo. Lo ha riportato ‘la Repubblica’.
In particolare, il Tar aveva definito illegittimo il criterio di attribuzione del punteggio equalizzato perché “produttivo di distorsioni”. Secondo i giudici amministrativi di primo grado, questa modalità “non garantisce una valutazione omogenea delle prove”, e dunque una selezione dei candidati secondo criteri di merito.
Cos’è il punteggio equalizzato
Ma quando un punteggio si dice equalizzato? Quando il punteggio totale del test si ciascun candidato si calcola sommando i punti delle risposte date ai questi (lo scorso anno erano 50) con il valore determinato in base al coefficiente di equalizzazione della prova, che tiene conto delle difficoltà delle singole domande.
A stabilire il coefficiente di equalizzazione del test è un modello scientifico di attribuzione dei punteggi pensato in funzione del differente livello di difficoltà di ciascun quesito. Lo scopo del criterio è proprio quello di misurare la difficoltà della prova vista la possibilità per i candidati di partecipare a più sessioni conservando il punteggio migliore ai fini della graduatoria.
Cosa succede ora
Il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar rilevando che “il coefficiente di equalizzazione è il perno su cui poggia il riequilibrio della posizione di ogni concorrente e la sua razionalità rimonta al criterio di carattere statistico attraverso cui è stato misurato il grado di difficoltà di ciascun quesito. Il modello scientifico alla base del sistema di attribuzione dei punteggi equalizzati è stato concepito in funzione della ripetibilità delle prove. L’equalizzazione trova il proprio fondamento razionale in un inoppugnabile e non contestato sistema di misurazione della difficoltà dei quesiti avente base statistica”.
Oltre ai diplomati, la sentenza valida i test di ammissione sostenuti dai quartini che nel 2023 avevano partecipato ai Tolc senza potersi immatricolare in quanto iscritti al quarto anno delle superiori. In base al punteggio maturato, anche questi candidati hanno la possibilità di entrare nelle graduatorie 2024-2025 senza ripetere il test, come stabilito dall’originario bando del ministero dell’Università e della Ricerca.
La decisione del Consiglio di Stato è conforme all’ordinanza cautelare già pubblicata ad aprile che aveva sospeso la sentenza del Tar riconoscendo l’apparente correttezza del sistema di equalizzazione, confermata ora in via definitiva con la sentenza del 4 ottobre.
La decisione del Consiglio di Stato, dunque, conferma la piena legittimità dell’immatricolazione dei candidati che hanno già conseguito nel 2023 i risultati utili al test. Allo stesso tempo, la sentenza ribadisce la piena legittimità dei test online Cisia (Tolc).
Tutto questo offre un nuovo argomento di confronto al ministero dell’Università e della Ricerca, che proprio in queste settimane sta discutendo sulla riforma del test di Medicina per l’abolizione del numero chiuso.