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Quali sono le mete più ambite dagli studenti italiani all'estero Fonte foto: iStock

Università, mete estere più ambite da italiani: c'è una sorpresa

Quali sono le destinazioni all'estero più desiderate dagli studenti italiani per l'università? Tra i classici atenei prestigiosi, anche alcune novità

Francesca Pasini

Francesca Pasini

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Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

L’idea di poter volare oltreoceano per studiare all’Università di Harvard non ha di certo perso il suo fascino, ma ci sono anche altre mete tra le più ambite dagli studenti per intraprendere esperienze di studio all’estero.

A farsi spazio tra le preferenze dei giovani, storicamente più legate all’America, negli ultimi anni c’è anche un Paese asiatico. A svelarlo è il Salone internazionale dell’orientamento di Education First, che si è tenuto a Milano l’8 febbraio 2025, e che farà tappa anche a Roma (15/02), Torino (01/03) e Napoli (01/03).

Dove preferiscono studiare all’estero gli italiani

Come ogni anno, il Salone dell’orientamento di Education First è tornato a Milano con un nuovo appuntamento per mettere in contatto studenti e mondo accademico e del lavoro per incentivare esperienze di studio all’estero.

Da questo evento sono emerse quelle che sono le mete più ambite dai giovani studenti italiani, desiderosi di iscriversi ai più prestigiosi atenei del mondo. Quali sono queste destinazioni? Negli Stati Uniti troviamo New York con le sue famose università (la Columbia University su tutte) e Boston (con l’Università di Harvard), mentre nel Regno Unito troviamo la Oxford University, la più antica università del mondo anglosassone. Ma gli studenti italiani puntano a studiare anche in Australia e a Dubai.

Un’altra new entry degli ultimi anni tra le mete più desiderate per laurearsi all’estero, oltre a Dubai, è Seoul, in Corea del Sud. Qui, per essere ammessi, si deve sostenere il test statale chiamato Suneung, durante il quale vige addirittura la “No fly zone” per non disturbare gli studenti intenti ad affrontare il compito.

Entrare in questi atenei non è di certo semplice, ma non impossibile: “Spesso si pensa che riuscire a farsi ammettere in un’università americana sia impossibile, i più scettici sono soprattutto i genitori – ha spiegato l’amministratrice delegata di Ef Italia Natalia Anguas al Corriere della Sera -. Ma bisogna prepararsi per tempo, indirizzando i propri sforzi già a partire dal secondo anno delle superiori”.

Come dovrebbe essere il cv perfetto e come affrontare il colloquio di lavoro

Non solo università, ma anche mondo del lavoro tra le scelte di coloro che terminano gli studi alle superiori. Tra i primi step da superare, per trovare un impiego (in molti casi il primo della propria vita), ci sono sicuramente la realizzazione di un Curriculum Vitae efficace e il superamento del colloquio di lavoro.

“Il dramma è che se ne continuano a trovare di sgrammaticati (di CV, ndr) – ha affermato Enrica Perego di Info Jobs, sempre al Salone dell’orientamento di Milano -. Qualcuno poi millanta sedicenti esperienze che non trovano riscontro neanche solo con il profilo Linkedin. Le bugie hanno gambe cortissime”.

Come dovrebbe essere allora il CV perfetto? Niente bugie, capacità o esperienze inventate, innanzitutto, e preferibilmente in una pagina sola. Ma non è tutto: meglio realizzare un Curriculum Vitae personalizzato senza limitarsi ad usare il classico Europass, che ormai è considerato “superato”. Da non dimenticare anche l’autorizzazione in calce per il trattamento dei dati personali.

Al giorno d’oggi, anche il modo di vestirsi per il colloquio di lavoro è cambiato: “Quello dell’eleganza al colloquio di lavoro è un falso mito – ha aggiunto Enrica Perego -, la cravatta va bene se ti candidi in banca, ma in una catena di pub saresti ridicolo”. Infine, una visione futura dell’applicazione dell’IA ai colloqui di lavoro, “ma prima di sostituirsi a un recruiter in carne ed ossa servirà tempo”, hanno spiegato da Buddy Job durante l’incontro milanese.