Salta al contenuto
Università con più donne laureate, ma stipendi più bassi Fonte foto: iStock

Università più femminili, ma gli stipendi premiano gli uomini

Il divario di genere è ancora ampio tra i laureati in Italia: nonostante i miglioramenti delle discipline STEM, le donne guadagnano meno degli uomini

Francesca Pasini

Francesca Pasini

SEO CONTENT WRITER

Content Writer laureata in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vivo tra l'Italia e la Spagna. Amo le diverse sfumature dell'informazione e quelle storie di vita che parlano di luoghi, viaggi unici, cultura e lifestyle, che trasformo in parole scritte per lavoro e per passione.

Le università italiane sono sempre più femminili, ma i tassi di occupazione e gli stipendi premiano maggiormente gli uomini. È quanto evidenzia il Focus Gender Gap 2025 del Rapporto Almalaurea: se da un lato le donne laureate sono il 60% del totale, dall’altro gli stipendi sono più elevati per i laureati maschi, che trovano anche più facilmente lavoro. Dati che confermano ancora una volta come la strada verso la parità di genere sia ancora lunga, nonostante i miglioramenti registrati negli ultimi anni, soprattutto nelle discipline STEM (cosiddette Scienze dure).

Più donne laureate in Italia, ma guadagnano meno

Il Focus Gender Gap 2025 basato sul Rapporto Almalaurea 2024, sul Profilo dei Laureati (che ha analizzato circa 300 mila laureati del 2023), fotografa una situazione italiana ancora lontana dal raggiungimento della parità di genere. Il gender gap è evidenziato in particolare dal fatto che le donne laureate rappresentano una fetta del 60,0%, con donne che si laureano in corso pari al 64,0% (contro il 57,9% degli uomini) e con un voto medio di laurea uguale a 104,8 su 110 (102,9 per gli uomini). Nonostante questo, una volta entrate nel mondo del lavoro, le donne laureate guadagnano meno rispetto agli uomini.

Il Gender Pay Gap è sottolineato dai seguenti dati: a cinque anni dal titolo, tra i laureati di secondo livello che hanno iniziato a lavorare a tempo pieno dopo la laurea, le donne percepiscono uno stipendio medio di 1.711 euro netti mensili, rispetto ai 1.927 euro degli uomini. Una differenza che raggiunge il 12,6%.

Più occupazione per gli uomini rispetto alle donne

Anche dal punto di vista occupazionale l’Italia premia ancora gli uomini. A 5 anni dalla laurea, il tasso di occupazione è più elevato negli uomini di 3,4 punti percentuali (e di 2,5 punti nelle discipline STEM): 86,8% per le donne e 90,2% per gli uomini.

Significative disuguaglianze di genere si verificano anche nelle condizioni contrattuali: le donne ottengono meno contratti da dipendenti a tempo indeterminato (49,9% rispetto al 56,1% degli uomini), con una prevalenza di contratti a tempo determinato (17,0% rispetto al 9,9% degli uomini). Risultati che sono legati anche alle diverse scelte professionali tra i generi. Le donne tendono a inserirsi più frequentemente nel pubblico impiego e nel mondo dell’insegnamento, ambiti che non assicurano una stabilità contrattuale nei primi anni.

I dati evidenziano differenze anche in merito al tipo di professione svolta: a cinque anni dal titolo svolge un lavoro a elevata specializzazione (compresi gli imprenditori e l’alta dirigenza) il 63,1% delle donne e il 65,9% degli uomini.

Lauree STEM, migliora la componente femminile

Nel mondo delle materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics), le cosiddette Scienze dure, la forbice si sta leggermente chiudendo.

Se nel 2019 i laureati maschi in queste materie occupavano una fetta del 59,8%, secondo l’ultima rilevazione Almalaurea la loro quota di è contratta di 1,2 punti percentuali, scendendo al 58,6%. Le donne che si laureano in discipline STEM, quindi, hanno raggiunto il 41,4%.

Inoltre, anche nelle Scienze dure le donne si laureano prima e meglio degli uomini: il 58,1% conquista il titolo nei tempi previsti (contro il 52,7% degli uomini) e la media del voto femminile è 104,5 su 110 (per i maschi 102,6).

Gender gap, le donne partono più svantaggiate rispetto agli uomini

Anche l’analisi del contesto familiare ed economico da cui provengono le donne che frequentano l’università in Italia è sintomo delle difficoltà che incontrano nel proprio percorso di studi e lavorativo.

Le donne provengono maggiormente da contesti familiari meno favoriti sia dal punto di vista culturale che socio-economico. Il 28,8% delle laureate (rispetto al 35,2% degli uomini), infatti, ha almeno un genitore laureato. Inoltre, il 20,9% delle donne proviene da una famiglia di estrazione sociale elevata rispetto al 24,8% degli uomini. Un dato che si riflette nella maggior fruizione delle borse di studio tra le donne (il 28,5% rispetto al 23,9% degli uomini).