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Usare troppa IA crea ansia, ma anche usarla poco: la scoperta Fonte foto: iStock

Usare troppa IA crea ansia ma anche utilizzarla poco: la scoperta

Una ricerca ha individuato un rapporto a U tra l'utilizzo dell'intelligenza artificiale e l'ansia, cosa succede se si usa troppo o troppo poco

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv di cronaca, politica, scuola, economia e spettacolo. Ha esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e Tv e lavora anche nell’ambito social

Si dibatte sull’uso dell’intelligenza artificiale, su quali sono i pericoli per i posti di lavoro e quali i benefici per rendere diverse attività più semplici e veloci. Un gruppo di ricercatori ha però indagato se c’è un rapporto tra IA e ansia. Cosa hanno scoperto e come evitare di generare questo stato emotivo di difesa.

I tipi d’ansia generati dall’intelligenza artificiale

Lo studio dei ricercatori dell’università di Reichman si chiama: It’s Scary to Use It, It’s Scary to Refuse It: The Psychological Dimensions of AI Adoption—Anxiety, Motives, and Dependency. Il titolo significa in italiano: è spaventoso usarla, è spaventoso rifiutarla: le dimensioni psicologiche dell’uso dell’AI – ansia, motivazioni e dipendenza.

L’ansia è un meccanismo di difesa che mettiamo in atto quando ci sentiamo in situazioni potenzialmente pericolose. Secondo gli studiosi ci sono due tipologie di ansia che vengono scatenate dall’intelligenza artificiale.

Quella anticipatoria, che deriva dalla paura che l’IA possa portare cambiamenti improvvisi e difficili da gestire in ambito lavorativo e sociale. E l’ansia di annichilimento, che riguarda il timore che possa minacciare l’autonomia e l’identità umana, fino a diventare una forza incontrollabile.

Lo studio su IA e ansia

I ricercatori hanno condotto uno studio su 242 partecipanti di età compresa tra i 18 e i 73 anni, provenienti da paesi di lingua inglese. Dall’osservazione è emersa una relazione tra l’ansia e l’uso dell’intelligenza artificiale definita a forma di U.

In pratica, chi utilizza moderatamente l’IA tende a ridurre il proprio livello di ansia, mentre coloro che la evitano del tutto o ne fanno un uso eccessivo mostrano livelli più elevati di disagio psicologico.

Per la valutazione dei ricercatori, ai partecipanti sono stati fatti compilare dei questionari tramite i quali valutare i livelli di ansia, le motivazioni che li spingono a usare l’IA e la possibile dipendenza dalla tecnologia. I risultati rivelano che l’utilizzo dell’IA non è solo una questione tecnologica, ma psicologica.

Se si fa un ricorso minimo a strumenti di IA, l’ansia tenderebbe ad aumentare. In questo caso si parla di ansia anticipatoria, che riflette la paura del futuro e di conseguenze sconosciute. Chi prova queste sensazioni percepisce l’intelligenza artificiale come una minaccia, e fatica a fidarsi, quindi ne evita l’utilizzo, anche se potrebbe essere uno svantaggio a livello professionale.

Chi usa l’IA in modo moderato, lo farebbe con saggezza perché ne comprenderebbe i limiti e questo consentirebbe di stare a proprio agio a lavorare con strumenti di intelligenza artificiale.

Chi fa un uso eccessivo dell’IA, alimenterebbe il tipo di ansia più pericolosa, quella da dipendenza, ovvero sentirebbero di non poter più prendere decisioni in sua assenza. Questa forma di dipendenza può compromettere seriamente la capacità di pensare in modo indipendente, quindi di risolvere i problemi e di sentire un senso di controllo sul proprio lavoro. Queste emozioni “forti” sono spesso correlate alla paura della sostituzione: molti temono che l’IA possa rimpiazzare il contributo umano in diversi settori, mettendo a rischio la sicurezza occupazionale.

Come evitare l’ansia da intelligenza artificiale

Le persone sarebbero anche preoccupate per una potenziale crescita incontrollata degli strumenti di IA che, senza regolamentazioni adeguate, potrebbe portare a sviluppi imprevedibili e potenzialmente dannosi. Altro timore è la questione della privacy e della sicurezza e l’amplificazione della disinformazione.

Per affrontare queste paure lo studio suggerisce di adottare una serie di strategie. Per prima cosa bisogna avere una maggiore consapevolezza sulle capacità e sui limiti dell’IA per riuscire a ridurre timori ingiustificati. Poi è necessaria una regolamentazione che agisca sul piano etico per garantire uno sviluppo responsabile dell’IA.