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vacanze estive Fonte foto: iStock

Vacanze estive più lunghe? Gli effetti del caldo sullo studio

Le alte temperature sono il motivo per cui alcuni chiedono vacanze estive a scuola più lunghe: ma quali sono gli effetti del caldo sullo studio?

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Con l’avvicinarsi della chiusura delle scuole, si riaccende il dibattito intorno alle vacanze estive. C’è chi le chiede più brevi, genitori in primis, e chi più lunghe a causa delle elevate temperature dell’estate. Ma quali sono gli effetti del caldo sullo studio? A rivelarlo è una ricerca condotto in Cina.

Lo studio su caldo e prestazione scolastica

L’innalzamento delle temperature, una delle conseguenze più tangibili del cambiamento climatico, non impatta solamente sugli ecosistemi e sull’ambiente, ma esercita effetti significativi anche sulle attività umane, inclusa la performance scolastica. A dirlo è uno studio condotto dai ricercatori Joshua Graff Zivin, Yingquan Song, Qu Tang e Peng Zhang che è stato pubblicato a novembre 2020 sul Journal of environmental economics and management.

L’indagine ha analizzato i dati sulla relazione tra temperatura e prestazioni cognitive di milioni di studenti raccolti tra il 2005 ed il 2011 durante l’Esame nazionale di ammissione al college (National college entrance examination – Ncee) in Cina, conosciuto per essere l’esame di ammissione all’università più temuto al mondo.

I risultati della ricerca hanno mostrato come anche un modesto aumento della temperatura durante il periodo degli esami possa avere conseguenze negative sui punteggi ottenuti dagli studenti.

Quanto influisce il caldo sullo studio

L’analisi ha evidenziato una correlazione negativa tra la temperatura registrata durante i giorni degli esami e i punteggi ottenuti dagli studenti. In particolare, all’aumento di circa 2 gradi della temperatura corrisponde una diminuzione del punteggio totale al test dello 0.68%, che a sua volta corrisponde a circa il 5.83% della normale differenza che c’è tra i voti degli studenti.

Un aspetto particolarmente interessante emerso dallo studio è che gli effetti negativi della temperatura sembrano concentrarsi maggiormente sugli studenti più bravi. Questo, hanno sottolineato i ricercatori, suggerisce che anche un lieve stress termico può inficiare la capacità degli studenti di esprimere al meglio il loro potenziale cognitivo.

Le ragioni possono essere ricondotte a diversi meccanismi biologici e cognitivi. Come evidenziato nell’introduzione della ricerca, “la chimica, le proprietà elettriche e la funzione del cervello sono sensibili alle variazioni di temperatura. L’esposizione al calore è stata dimostrata in grado di ridurre l’attenzione, la memoria, l’elaborazione delle informazioni e l’esecuzione di compiti psico-percettivi. In particolare, le attività cognitive complesse fanno un ampio uso della memoria di lavoro, una funzione particolarmente vulnerabile allo stress termico”.

Chi chiede vacanze estive a scuola più lunghe

Ogni anno, tra la fine delle lezioni e il rientro in classe a settembre, torna il tema della durata delle vacanze estive a scuola. Sono soprattutto le associazioni dei genitori a chiedere una pausa più breve, sottolineando che l’Italia è il Paese europeo con le vacanze più lunghe.

Dall’altro lato ci sono le associazioni dei docenti che spesso sottolineano la necessità di tornare in classe i primi di ottobre per evitare il caldo. Per esempio, ad agosto 2024 l’Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori) ha chiesto al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di posticipare la riapertura delle scuole “visto il cambiamento climatico in corso”. A luglio 2024, invece, è stato il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani a lanciare un appello simile al ministero.

Non solo associazioni di categoria. Anche alcuni esperti si sono schierati contro la proposta di vacanze estive più lunghe. Per il pediatra Italo Farnetani, intervistato sul tema da Adnkronos, le scuole dovrebbero riaprire il primo ottobre perché “con il riscaldamento climatico che c’è, le alte temperature non favoriscono l’apprendimento e la frequenza scolastica”. Per il medico sarebbe meglio “ridurre di qualche giorno le vacanze natalizie, proprio per poter poi allungare la durata delle vacanze durante l’estate”.