
Vecchioni: "Genitori zitti e a casa". La polemica sul "consenso"
"I genitori devono starsene a casa loro e zitti": la polemica di Vecchioni sul consenso delle famiglie per i corsi di educazione sessuale a scuola
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato un disegno di legge intitolato “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico”. Il ddl prevede la richiesta del consenso alle famiglie per lo svolgimento di “attività scolastiche che riguardano l’ambito della sessualità”. “I genitori devono starsene a casa loro, tanto per cominciare, e star zitti“, ha commentato, in polemica, Roberto Vecchioni. Ecco cosa ha detto il ministro e le parole del Prof in tv contro il provvedimento.
Valditara annuncia le novità sull’educazione sessuale a scuola
“I genitori devono essere consapevoli delle iniziative didattiche in temi sensibili come quello della sessualità”. Così Giuseppe Valditara ha annunciato il nuovo disegno di legge sull’educazione sessuale a scuola a margine del Consiglio dei ministri del 30 aprile.
Il ministro ha spiegato che “per le attività extracurriculari e per quelle legate all’ampliamento dell’offerta formativa in ambito di sessualità, si stabilisce che le scuole debbano acquisire il consenso preventivo per iscritto dei genitori, in base a preventive informazioni esaurienti legate ai soggetti esterni coinvolti, il materiale didattico che verrà utilizzato, le finalità e le modalità di svolgimento delle attività proposte”.
Valditara ha inoltre specificato che “per le attività di ampliamento dell’offerta formativa, cioè per le attività didattiche che devono svolgersi obbligatoriamente, le scuole devono fornire agli studenti un’attività formativa alternativa laddove sia stato, da parte dei genitori, negato il consenso“.
Detto in altri termini, per tutte le attività didattiche legate all’educazione sessuale, le scuole devono chiedere ai genitori o ai tutori il consenso alla partecipazione degli studenti. Se non si tratta di attività extrascolastiche, e dunque di attività didattiche obbligatorie (durante l’orario scolastico), gli istituti devono organizzare dei corsi alternativi per gli studenti che non hanno ricevuto il via libera da parte delle famiglie.
Sui soggetti esterni coinvolti nei corsi a scuola sulla sulla sessualità, Valditara ha chiarito che “devono avere dei requisiti di professionalità scientifica o accademica“.
Per le scuole dell’infanzia e primarie, ha concluso il ministro, “i temi legati alla sessualità che possono essere affrontati sono solo quelli contenuti nelle Indicazioni nazionali, cioè nei programmi: biologia, corpo umano, riproduzione, evoluzione biologica”.
Polemica di Prof Vecchioni sulla richiesta del consenso ai genitori
“I genitori devono starsene a casa loro, tanto per cominciare, e star zitti“. Ha esordito così Roberto Vecchioni a In altre parole su La7 nel commentare l’annuncio del ministro Valditara sulla richiesta del consenso dei genitori per la partecipazione degli studenti ai corsi di educazione sessuale a scuola.
Il Prof ha poi chiesto perché le famiglie dovrebbero dare il consenso sulle attività didattiche che riguardano la sessualità e non per altre materie, come “storia e filosofia”. Una domanda retorica alla quale ha risposto spiegando perché, a suo avviso, questa regola voluta dal Governo vale solo per l’educazione sessuale.
“Parlare di educazione sessuale ha due poli: educazione sessuale anatomica, e qui va benissimo che la insegni chiunque. E invece, se si parla di educazione sessuale all’atto, al mettersi insieme, qua la cosa è molto diversa, perché dipende chi va a insegnarlo”.
E, polemizzando, ha aggiunto: “Secondo me, sarà un sospetto, non andranno molti laici a insegnarlo. Ci saranno molti cattolici e anche molti di destra a insegnare, secondo chissà chi, il modo di mettersi insieme”.
Vecchioni ha concluso: “Nel mio concetto, il modo di mettersi insieme presuppone ragione e sentimento; uguaglianza perfetta tra due persone; un volere di tutti e due; non far male a nessuno; sentirsi attratti l’uno dall’altro e coscienti in quel momento di quello che si sta facendo. Perché l’amore è felicità”.