Salta al contenuto

Platone alla Maturità 2024, rabbia sui social: è polemica

Esplode la rabbia sui social per la versione di Platone alla seconda prova del Liceo classico all'esame di Maturità 2024: polemica e commenti

Camilla Ferrandi

Camilla Ferrandi

GIORNALISTA SOCIO-CULTURALE

Nata e cresciuta a Grosseto, sono una giornalista pubblicista laureata in Scienze politiche. Nel 2016 decido di trasformare la passione per la scrittura in un lavoro, e da lì non mi sono più fermata. L’attualità è il mio pane quotidiano, i libri la mia via per evadere e viaggiare con la mente.

Le tracce della seconda prova della Maturità 2024 sono uscite da poche ore ma sui social è già esplosa la polemica. Mentre i maturandi del Liceo classico sono impegnati con la traduzione di un brano di Platone, sono soprattutto gli ex studenti a sfogare la loro rabbia sul web, molti dei quali pensano che si tratti di una traduzione più semplice rispetto a quelle proposte negli anni passati.

La polemica sulla versione di Platone alla Maturità 2024

“Ieri Pirandello e Ungaretti e oggi versione di Platone lunga 9 righe: non osate lamentarvi”, ha scritto un utente su X. Sono in molti che sui social stanno commentando la scelta del ministero dell’Istruzione e del Merito riguardante un brano di Platone tratto da ‘Minosse o della legge’ per la seconda prova della Maturità 2024 del Liceo classico. A lamentarsi sono soprattutto gli ex studenti del Classico.

“Ma noi del 2000 siamo gli zimbelli e le cavie del ministero che ci siamo dovuti fare Tacito e confrontarlo con Plutarco nel 2019? No perché io se mi fosse uscita una versione di sole 9 righe di Platone avrei solo pianto di gioia”, ha scritto un’altra ragazza. “Su Platone mi sarei messa a saltare di gioia”, un altro commento a caldo.

Non manca però chi solidarizza con gli studenti del Classico che stanno affrontando Platone: “Maturandi classicisti avete tutta la mia comprensione. Vi sono vicina”, ha scritto un utente. E un’altra: “Maturandi classicisti io vi ho tutti nel cuore perché se avessi letto il nome di Platone io me ne sarei andata via (sicuramente piangendo)”.

La stand up comedian Michela Giraud ha scritto: “Ma quello che ha scelto l’elogio di Minosse di Platone come prova per il classico è stato lasciato ieri sera dalla ragazza? Chiedo per i maturandi”.

C’è, poi, chi, tra i maturandi, già ieri temeva l’arrivo di Platone: “Vi vedo che vi state arrabbiando perché le nostre tracce erano più facili delle vostre ma risentiamoci domani quando sarà uscito Platone o Aristotele di greco. Vediamo chi ha il coraggio di parlare”.

Un altro commento: “Pregando per la mia amica che ieri mi aveva detto: ‘se mi esce Platone lascio il foglio in bianco'”.

Il commento dell’esperta

“Un buon testo. Poco conosciuto dai ragazzi ma accessibile”, ha commentato Eva Cantarella a ‘IlFattoQuotidiano.it’. La storica che si occupa di società antica, dal 1990 al 2010 professoressa ordinaria di Istituzioni di diritto romano e di diritto greco antico all’Università di Milano, ha promosso a pieni voti la proposta del ministero per il Liceo classico.

Cantarella ha apprezzato la scelta di Platone perché da quasi 15 anni era assente dalle prove dell’esame di Maturità: “È sostanzialmente una bella novità. È una buona idea aver dato agli studenti la possibilità di riflettere su un suo testo”.

Quanto alla versione che fa riferimento al dialogo ‘Minosse o della legge’, Cantarella ha aggiunto che “non è certo facile ma accessibile. I ragazzi dovrebbero riuscire a lavorare tranquillamente”. E ha concluso: “Io fossi stata ragazza non avrei avuto problemi a svolgere questa traccia”.

Le polemiche sull’attribuzione del brano

A far polemica è anche la scelta del brano ‘Minosse o della legge’, visto che l’autenticità della traccia è “contestata”, come sottolineato dallo stesso ministero dell’Istruzione.

“Platone era atteso, ed è una scelta in sé sensata perché è familiare agli studenti”, ha commentato a ‘La Repubblica’ Federico Condello, professore ordinario di Filologia classica all’Università di Bologna. Ma ha aggiunto: “Certo, andarsi a scegliere un Platone falso è davvero un guizzo di originalità un po’ capricciosa che si poteva evitare”.

“Poi io spero, anzi, sono certo – ha proseguito il docente – che i nostri maturandi scrivano in un italiano migliore di quello usato per introduzione e domande. Sono scritte in uno stile che è una parodia di classichese. Penso a frasi come ‘la socializzazione con chi riteniamo degno della nostra stima accende l’animo a forti cose’: chissà che tipo di emozioni si volevano suscitare negli studenti”.

“Fatico a pensare che i 3 quesiti, piuttosto vaghi e ‘bolsi’, scritti in italiano parodico, possano suscitare riflessioni particolarmente intelligenti nei ragazzi”, ha concluso Condello.