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Cos’è l’espressionismo e le sue caratteristiche pittoriche

Movimento artistico d’avanguardia, si diffonde in Europa nei primi anni del XX secolo come reazione al naturalismo e all’impressionismo, proponendosi di esprimere la vita interiore

Marco Netri

Marco Netri

GIORNALISTA E IMPRENDITORE

Ho iniziato a scrivere da giovanissimo e ne ho fatto il mio lavoro. Dopo la laurea in Scienze Politiche e il Master in Giornalismo conseguiti alla Luiss, ho associato la passione per la scrittura a quello per lo studio dedicandomi per anni al lavoro di ricercatore. Oggi sono imprenditore di me stesso.

L’Espressionismo è un movimento artistico d’avanguardia che si diffonde nel primo ventennio del Novecento in Europa, partendo contemporaneamente da diverse città della Germania, come risposta a un’ansia diffusa per il rapporto sempre più discordante tra l’umanità e il mondo e alla perdita dei sentimenti di autenticità e spiritualità. Fortemente ispirato dalle correnti simboliste di fine Ottocento, in termini artistici come reazione al naturalismo, all’impressionismo e all’arte di accademia. Si sviluppa in diverse correnti, accomunate dall’assenza di regole e canoni, come il gruppo Die Brucke, formato da artisti come Kirchner, Nolde, Kokoschka, e il Der blaue Reiter, composto tra gli altri da Kandinskij, Paul Klee e Franz Marc.

Storia

Il termine “espressionismo” sarebbe stato coniato nel 1910 dallo storico dell’arte ceco Antonin Matejcek, con l’intento rimarcare la differenza dall’impressionismo. Se gli impressionisti sono interessati ad esprimere la maestosità della natura e della forma umana, gli espressionisti cercano solo di esprimere la vita interiore.

Il movimento prende forma a Dresda, in Germania, con il gruppo espressionista Die Brucke, che si pone come obiettivo quello di trasmettere emozioni crude attraverso immagini provocatorie della società moderna, ritraendo scene e personaggi della decadente società tedesca.

Il secondo gruppo dell’Espressionismo tedesco si forma con l’arrivo a Monaco di alcuni giovani artisti russi tra cui Wasilij Kandinskij, che insieme a Franz Marc gli darà il nome di Der Blaue Reiter, il Cavaliere Azzurro. Si tratta di un gruppo cosmopolita ed eterogeneo che non rivolge la sua attenzione esclusivamente al linguaggio pittorico, ma anche a quello musicale e letterario. Gli artisti del Cavaliere Azzurro attribuiscono ai colori una valenza simbolica e, contrariamente all’espressionismo realista di quelli della Die Brucke, sono portatori di un forte senso spirituale, lirico e poetico.

L’assenza di regole e canoni precostituiti fa dell’Espressionismo un movimento estremamente elastico, che consente di travalicare i confini della Germania, per ritrovarne lo stile nella vicina Francia, dove è Marc Chagall a creare il proprio marchio espressionista, attingendo dal cubismo, dal fauvismo e dal simbolismo e sviluppando un linguaggio visivo dai motivi eccentrici. In generale, l’espressionismo transalpino emerge in un clima più aperto e disteso, in cui si fa meno forte l’esigenza di denuncia sociale tipica della corrente teutonica. Gli espressionisti francesi non si costituiscono in gruppi organizzati, ma sono accomunati dall’urgenza di rinnovamento rispetto al linguaggio pittorico impressionista. Il colore ne diventa il mezzo espressivo principale, mentre la forma viene ridotta all’essenziale, è nella sintesi che il sentimento si condensa, senza disperdersi.

Anche in Italia, seppure con alcuni anni di ritardo, si propagano le influenze espressioniste, con il Gruppo dei Sei a Torino e il Gruppo di Corrente a Milano e altri artisti, fra i quali Renato Guttuso.

Negli Stati Uniti, invece, l’espressionismo diventerà “astratto” e sviluppato in chiave surrealista.

Caratteristiche

Laddove l’impressionismo si concentrava sulla rappresentazione della realtà dell’esperienza “sensoriale”, l’espressionismo prende la direzione opposta, indagando la risposta subconscia e assolutamente personale dell’artista al suo ambiente. I suoi principi cardine sono “l’espressionismo non conosce leggi” e “le leggi non dovrebbero essere imposte da nessuno”, il rapporto con la realtà si dissolve al punto che essa può essere distorta o semplificata, plasmandosi sullo stato emotivo dell’artista. Non a caso le premesse teorico-culturali dell’Espressionismo si trovano nel pensiero di Sigmund Freud, padre della psicanalisi e dell’inconscio.

L’intento del movimento espressionista è quello di ritrovare il dato comunicativo nell’arte, riscontrato completamente assente negli impressionisti, per pochi nei simbolisti e puramente modaiolo nei modernisti. Ma sarà proprio sul “cosa comunicare” che il movimento andrà ad esaurirsi, disgregandosi in diverse correnti, dagli “eternisti” in cerca di una fede nuova, a quella politico-sociale degli “attivisti”, passando per quella astratto-geometrica, interessata a ricostruire nuove forme naturali.

La pittura espressionista

In pittura, i primi sentori dell’Espressionismo si ritrovano nel principio delle linee curve e nel colore resi in funzione dello stato d’animo tipici del Simbolismo e di diversi artisti considerati precursori degli espressionisti come Gauguin, Van Gogh, Hervé e Munch.

Per l’ideologia del movimento la pittura non è bellezza esteriore e visiva, ma un mezzo per consentire la visione all’interno dell’animo umano, in cui l’artista trova sempre l’angoscia, la bruttura e l’ipocrisia, che rappresenta con immagini distorte e disturbanti.

Le caratteristiche di base della pittura espressionista sono l’utilizzo di colori estatici, luminosi e innaturali, lo sviluppo di immagini irregolari, le distorsioni e la pittura grossolana. Inoltre la spazialità e le leggi della prospettiva vengono intenzionalmente ignorate, le figure umane appaiono così piatte, come se ci fossero solamente due dimensioni.